Un decalogò contro i veleni di Alfredo Venturi
Ubi delalogò contro i veleni jrtaflgQye™Q.<U»Rpflfl<&i ripari «Appo il disastro del Reno Ubi delalogò contro i veleni L'industria chimica tedesca dovrà fare investimenti colossali - La sorveglianza dei fiumi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — L'industria chimica, dice il ministro federale dell'Ambiente, Walter Wallmann. ci ha reso dei grandi servigi. Ma ha perduto credibilità e per riconquistare la fiducia della gente dovrà realizzare gli investimenti necessari. Dopo i disastri a catena che hanno sconvolto ogni equilibrio biologico nel Reno, il governo tedesco è corso ai ripari. Su proposta di Wallmann, il gabinetto, presieduto dal cancelliere Kohl, ha approvato una serie di misure dirette a prevenire gli Inquinamenti da parte delle Industrie chimiche. E' stato lo stesso ministro dell'Ambiente a illustrare le decisioni governative. Oli è stata chiesta una valutazione ufficiale sulle condizioni del Reno. La situazione, risponde Wallmann, è gravissima nel corso supcriore del fiume: anche se non è corretto, aggiunge, sostenere che il Reno, nel suo insieme, sia ormai privo di vita. Non sarà privo di vita: ma nuovi disastri sarebbero fatali. Il pac¬ chetto di misure approvate ieri si propone d'impostare la prevenzione degli inquinamenti su basi nuove. Di che cosa si tratta? Si tratta, per esempio, del rafforzamento di certe disposizioni, contenute in un decreto di sei anni fa. Le imprese dovranno segnalare alle autorità ogni incidente: non soltanto, com'era la norma finora, quando sia in pericolo la salute pubblica, ma ogni volta che si determini una minaccia all'integrità dell'ambiente. Inoltre sarà allungata la lista delle sostanze pericolose, per le quali scatta l'obbligo della notifica in caso di produzione o stoccaggio. Le imprese chimiche saranno vincolate da precise norme tecniche. Per esempio: i circuiti di raffreddamento degli impianti che producono sostanze pericolose dovranno essere sigillati. Oli stabilimenti non potranno, come hanno potuto finora, pompare dai fiumi l'acqua per il raffreddamento e restiturla subito dopo alla corrente. Saranno anche fissate le di¬ stanze di sicurezza fra i depositi in cui vengono immagazzinate sostanze tossiche. Come s'intuisce, saranno massicci gli investimenti che il governo tedesco impone all'industria chimica. Un'industria che è la seconda nel mondo per volume di produzione, dopo quella americana. Costituita non soltanto dai tre giganti. Bayer, Basf, Hoechst: ma anche da un fitto tessuto di imprese medie e piccole. C'è incertezza sui tempi di entrata in vigore delle misure governative. Alcune di esse hanno carattere legislativo, presuppongono dunque una discussione e una votazione al Bundestag. Difficilmente questi adempimenti parlamentari potranno avere luogo prima delle elezioni federali del 25 gennaio. Wallmann ha anche annunciato la riforma di una commissione di esperti, che è un organo di consulenza per il governo sui problemi della chimica. Per evitare, dice il ministro, un possibile conflitto d'interessi, saranno esclusi dalla commissione i rappresentanti dell'industria chimica e dei costruttori d'impianti. Infine la polizia fluviale sarà rafforzata, sia come organici, sia come qualità della formazione. Accantonata. Invece, un'idea avanzata di recente: quella di costituire una polizia speciale per la difesa dell'ambiente. L'annuncio delle misure del governo tedesco è stato preceduto di un giorno da un simile annuncio proveniente dalla Svizzera. Anche il governo elvetico, lo ha detto l'altro ieri a Berna il presidente federale Alphons Egli, imporrà all'industria chimica nuove norme per la prevenzione degli inquinamenti ambientali. In alcuni casi, ha detto Egli, si potrà arrivare al divieto di produzione o di immagazzinaggio di certe sostanze. Inoltre sarà rivisto 11 sistema delle notifiche e degli allarmi, che il 1° novembre, giorno del disastro Sandoz, fece drammaticamente difetto. Alfredo Venturi
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