Ngayepan, attacco alla droga di Tito Sansa

Ngayepan, attacco alla droga IN AZIONE A BANGKOK AGENTI ANTI NARCOTICI DI DODICI PAESI Ngayepan, attacco alla droga Anche .Italia partecipa in Thailandia all'operazione «Flore chiaro» - Il «Paese del sorriso» pullula di spie e di killer (180 mila lire per ogni gola tagliata) - Le coltivazioni di papavero sono dominate da bande di migliaia di uomini - Eppure, in sei mesi sono state smantellate sei raffinerie d'oppio; arrestate 14 mila persone; sequestrati quintali di eroina e tonnellate di canapa DAL NOSTRO INVIATO BANGKOK — Con cinque milioni di abitanti, la capitale della Thailandia detiene il primato mondiale della criminalità. Ogni ventiquattrore nella megalopoli vengono assassinate 22 persone, 660 al mese, quasi 8 mila l'anno, i giornali in lingua thai hanno pagine piene di cronache raccapriccianti. Ma c'è chi dice che gli ammazzamenti siano molti di più, una quarantina al giorno. Sui quotidiani in lingua inglese non se ne trova traccia, pet non spaventare i turisti stranieri, prima fonte di ricchezza del «Paese del sorriso.. Nel 90 per cento dei casi all'origine dei crimini è la droga. Per i turisti non c'è rischio, i thailandesi si am¬ mazzano tra di loro. Una parola di troppo, una soffiata ed entrano in funzione i killer professionisti che (dicono) lavorano a tariffa fissa, 3 mila bath, 180 mila lire per ogni gola tagliata. La piaga La droga in Thailandia è la piaga numero uno: non solo per i 500 mila tossicodipendenti schedati che già sono stati in galera (l'uno per cento della popolazione di SO milioni di abitanti), ma perclié quaggiù, è la base di raccolta, di trasformazione e di smistamento di gran parte dei narcotici prodotti nel famoso « triangolo, d'oro, tra le montagne ai con/ini di Bir¬ mania, Thailandia e Laos. Se si vogliono sconfiggere i grandi trafficanti è qui che bisogna affrontarli. n problema è talmente grave che dodici Paesi hanno a Bangkok agenti delta polizia antinarcotici, riuniti in associazione. Anche l'Italia è presente, con un funzionario del servigio centrale antidroga (Sca) del ministero dell'Interno. Ma è poca cosa in confronto agli Stati Uniti, i quali hanno uno staff d'una quarantina di specialisti e hanno investito milioni di dollari: Per i Paesi industrializzati, primi clienti del narcotici prodotti nel .triangolo doro., questa è una base importante. Soprattutto per gli Stati Uniti, che dopo il fallimento della loro politica nel Vietnam, hanno nella Thailandia l'unico alleato nel Sud-Est asiatico. Bangkok, con la sua libera economia, con le sue superstrade intasate da vetture di dimensioni americane, con i suoi colossali cento supermercati da mille commesse l'uno, con la sua società consumistica che scopiazza l'America, è l'Occidente. La Thailandia, circondata da Paesi a regime totalitario (Birmania, Laos e Cambogia), è per il governo degli Stati Uniti l'.ultima frontiera, tra gli oceani Pacifico e Indiano. Perciò va alutata e stabilizzata. E siccome il traffico di stupefacenti è un elemento destabilizzante — perché finanzia armate, gruppi partigiani e soldatesche di ispirazione comunista —, la lotta contro la droga è lotta politica. A tale proposito il presidente Reagan ha detto che «bisogna lottare contro la droga perché essa costituisce un pericolo connesso con l'espansione comunista». n pericolo è reale: mentre la Thailandia lotta contro gli stupefacenti e la vicina Birmania distrugge coltivazioni di oppio, il Laos comunista chiude tutt'e due gli occhi, e addirittura incoraggia la coltivazione dell'oppio, che porta tanta valuta. E' recente la dichiarazione del segretario generale del .partito rivoluzionario del popolo, a Vientiane che «il Laos intende avvantaggiarsi dalla lotta, della Birmania e della Thailandia contro la droga per sostituire 1 due Paesi con nuove piantagioni e raffinerie*. Del resto il Laos si era già avviato in questa direzione, quadruplicando in un anno (da 30 mila a 120 mila chili) la produzione di oppio, mentre in Birmania e in Thailandia, primi produttori al mondo, è andata calando. La lotta qui a Bangkok è di spie ed è invisibile, se ci escludono le attrezzature sofisticate.;.che Q governo degli Stati Uniti ha fornito alia polizia thailandese. Ci sono computer che in tempo reale sono in grado di controllare e .radiografare, qualsiasi passaporto, ovunque sia sta to emesso. I cani antidroga invece a Bangkok non si possono impiegare, perché l'aria è cosi inquinata e il tasso di umidità è così alto che anche ai cani migliori l'olfatto si intorpidisce e magari si agitano per un pacco di curry. La battaglia vera si svolge altrove, in prima linea tra i terreni coltivati a papavero sulle montagne infestate da bande armate, nelle radure nascoste dove sono sorte le raffinerie per trasformare l'oppio in eroina, nella giungla percorsa dalle carovane degli .spalloni, protetti da guerriglieri, lungo le strade che portano a Sud verso il mare, sulle coste dove arrivano i battelli del contrabban-, dieri, sugli altipiani dove i trafficanti hanno piste di atterraggio. •Combattiamo ad armi impari, dice il funzionario europeo della polizia dei narcotici, una guerra che ricorda quella nel Vietnam. Da una parte noi, colletti bianchi, con attrezzature moderne, dall'altra loro, organizzati in guerriglia, che terrorizzano i contadini obbligandoli a coltivare l'oppio per una manciata di dollari II leggendario Khun Sha, detto il "lord della droga", per esempio, ha un esercito di S mila uomini, con mitragliatrici, cannoni, forse perfino missili e di certo aeroplani e decine di migliaia di adepti, anche qui a Bangkok, dove la droga la si può trovare dappertutto negli slums, fornita da bambini di otto-dieci anni. Si sono fatti furbi gli asiatici, hanno scoperto che potevano realizzare molto più denaro se anziché fornire l'oppio ai trafficanti stranieri se lo raffinavano in proprio. E cosi hanno impiantato decine di raffinerie moderne, dalle quali esce l'eroina migliore del mondo, la pregiata numero 4, chiamata anche Thai, pura al 95 per cento. Qui vale sui 15-18 milioni al chilo. In Europa la rivendono a 80-100 milioni, ma il suo valore si quadruplica, si arriva a 350 milioni di guadagno, perché data la sua purezza è possibile tagliarla». Corrotti Il rischio di venire sorpresi è grande, Bangkok pullula di spie e delatori, ma altrettanto grande è, se si ha fortuna, la possibilità dt diventare ricchi. C'è il il rischio di venire denunciati dallo stesso spacciatore che vuole crearsi benemerenze [presso la polizia, c'è il pericolo di venire segnalati alla partenza verso l'Europa per creare confusione all'aeroporto e distrarre l'attenzione della polizia da veri corrieri della droga, c'è l'insidia di venire allettati con cifre a sei zeri per fare un trasporto. Ma c'è anche la possibilità di farla franca, i poliziotti thailandesi malpagati non sempre rimangono indifferenti di fronte alle mazzette di biglietti verdi, bastano poche centinaia^di dollari. E' una lotta senza speranza, dunque, questa che le pò-, tizie antinarcotici, di dodici Paesi, combattono sul fronte thailandese e birmano? «Niente affatto, dice un alto funzionario, anche se abbiamo registrato alcuni insuccessi. Gli americani, per esempio, che avevano Inviato piccoli aerei per irrorare dall'alto e distruggere con diserbanti le coltivazioni di papavero, hanno danneggiato altre colture. E in molte regioni, soprattutto oltre il confine birmano, le truppe Inviate dal governo per sra- . dicare il papavero e incentivare colture sostitutive più remunerative per i contadini (in primo luogo tè e caffè) sono state annientate dai guerriglieri delle formazioni comuniste». Il funzionario cita cifre di successi: nel primo semestre di quest'anno in Thailandia sono state smantellate sei raffinerie, sono stati sequestrati 341 chili di eroina, 15 tonnellate di canapa indiana (marijuana), 121 tonnellate' di canapa fresca, 1469 chili di oppio e 275 mila litri di anidride acetica, necessaria per preparare l'eroina. Sempre nel primo semestre sono state arrestate 14.400 persone, le carceri thailandesi sono stracolme di spacciatori e di tossicodipendenti. Il successo della lotta contro i narcotici, in una operazione chiamata .Ngayepah. (fiore chiaro) ha altre conferme: il piccolo trafficante europeo, quello che andava a Bangkok magari perché oppresso dai debiti, è scomparso, quello medio (da mezzo chilo a viaggio) è in via di estinzione. Rimane il grande trafficante, quello degli eserciti, delle carovane, delle navi e degli aerei privati, sempre più scaltro. Ma, nonostante .tutto, igrr Thailandia e in Birmania la produzione di oppio è in calo, fi! sempre meno droga parte verso l'Italia: nell'anno finanziarlo '84-'85 il 48 per cento dell'eroina sequestrata in Italia proveniva dal SudEst asiatico, nell'anno '85-'SS, da quando la .Sca» del nostro ministero dell'Interno lavora a Bangkok, soltanto il 18 per cento è arrivato dal .triangolo d'oro.. Tito Sansa

Persone citate: Khun, Thai