Il dilemma del vaccino antipolio

n dilemma del vaccino antipolio n dilemma del vaccino antipolio NEGLI ultimi tempi sono comparse numerose pubblicazioni sul due vaccini antipollo e si è riaperta, dopo molti anni, la discussione sui rispettivi vantaggi e svantaggi. Come noto vi è il vaccino proposto da Jonas Salk, somministrabile per iniezione, contenente il virus trattato in maniera tale da conservare il potere immuniz- zante sopprimendo l'infettività (il cosiddetto vaccino «ucciso»), e il vaccino proposto da Albert Sabin, da prendere per bocca, costituito da virus «vivo», ossia soltanto attenuato e capace di dimostrarsi infettivo, ovviamente senza aggredire 11 sistema nervoso e produrre sintomi paralitici. Uno dei motivi del rinnovato interesse per la questione è che, per quanto eccezionali (chi dice un caso su 5 milioni, chi addirittura uno su 17 milioni), è possibile riscontrare, nei vaccinati o in soggetti a contatto con questi, paralisi attribuibili al vaccino Sabin. Recentemente si è parlato anche da noi di due episodi di sospetto contagio di poliomielite attraverso il vaccino: un padre e una madre ammalatisi poco dopo che i loro bambini avevano ricevuto una dose del Sabin. I fatti, avvenuti rispettivamente nel 1970 e nel 1975, sono ora oggetto di inchiesta da parte della magistratura. Sabin ha dichiarato qualche tempo fa: «A mio avviso non esistono prove convincenti che i rarissimi casi di paralisi osservati in concomitanza con la vaccinazione siano provocati dal vaccino». Ma essendo il virus, in questo vaccino, vivo, è chiaro che può sorgere qualche preoccupazione nonostante le collaudassimo garanzie di innocuità. In Italia per la vaccinazione antipolio è prescritto per legge l'uso del Sabin. Anche negli Stati Uniti e in buona parte dell'Europa si impiega quasi unicamente questo vaccino. Il vaccino Salk non è però affatto scomparso co.ne forse si potrebbe pensare. . Ad esso si ricorre in prevalenza ih Olanda, Svezia, Finlandia, Canada. In Francia si utilizzano en¬ trambi 1 vaccini e il Salk viene anche associato al vaccino contro difterite-tetano-pertosse, nella stessa fiala. Nei Paesi tropicali è preferibile il Salk in quanto il Sabin, per ragioni non chiare, si dimostra poco efficace. Del resto un recente decreto del nostro ministro della Sanità ha autorizzato l'impiego del vaccino Salk quando per l'impiego del Sabin vi siano controindicazioni quali deficienze immunitarie, leucemie, patologie croniche del sistema nervoso centrale, manifestazioni diarroiche croniche. . Alcuni esperti hanno fatto notare che sarebbe conveniente vaccinare con il Salk i genitori insieme con il bambino vaccinato col Spbin (fra poco il problema non sussisterà poiché i futuri genitori saranno stati tutti vaccinati da bambini, l'obbligo della vaccinazione risalendo ormai a venti anni fa). Usando invece per i bambini il Salk non occorrerebbe vaccinare 1 genitori. I vantaggi di un intervento chirurgico alternativo all'elet Il Salk è poi necessario per quei bambini nella cui famiglia vivono persone con deficienze immunitarie (probabilmente è il caso di quel padre e di quella madre di cui si è detto). Sono dunque ricomparse le fiale del vaccino Salk non più reperibili dai lontani Anni Sessanta. Stando all'ultima letteratura sull'argomento, esse sono opportune per le persone di oltre 18 anni d'età (è la circostanza di adulti che debbano recarsi in zone nelle quali la polio è endemica, come certi paesi tropicali), per i soggetti le cui capacità di reazione immunitarie sono scarse, e per le donne in gravidanza. A scanso di equivoci sia però ben chiaro che il vaccino Sabin riscuote sempre la massima fiducia e rimane il mezzo numero uno per la prevenzione della polio. Intanto in molti laboratori si sta lavorando per nuovi vaccini più facilmente producibili, più agevolmente somministrabili e più efficaci degli attuali, vivi o morti che siano. . Ulrico di Aichelburg trobisturi

Luoghi citati: Canada, Europa, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Stati Uniti, Svezia