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Giochi Giochi Ne parleremo un'altra volta, intanto scriveteci le varianti che conoscete voi. Ovviamente si può giocare a poker usando dadi qualsiasi, con le facce numerate a pallini. E i tre colori (indicati nella illustrazione: R-osso, N-ero, B-lu) a cosa servono? Ad aiutare la lettura. Non servono a fare «colore»? Provateci. Altra prova: nella seconda illustrazione, quella del dado coi pallini, ci sono due errori da matita rossa e uno da matita blu. Trovateli. Torniamo alla questione nominale sul «pokerissimo». Il gioco del poker con le carte si chiama poker anche in inglese e in francese. Il poker coi dadi si chiama poker-dice in inglese, poker d'as in francese (traduzione dall'Inglese con fraintendimento?). Le combinazioni n. 6 e n. 7 in inglese si chiamano four of a kind e five of a kind, in francese carré e quinte o pointu o quinton. (Sarà interessante sentire cosa ci dice chi sa altre lingue, di Paesi dove si giochino questi giochi: facciamo tutti insieme una bella tabella?). Allora, cosa volete? Introdurre in questa sventurata lingua italiana un nuovo mostro da sostituire al vecchio mostro del superlativo assoluto applicato a sostantivo? Pensino piuttosto i nostri notai a registrare «pokerissimo. nei lori atti, cioè nei vocabolari. In molti vocabolari «pokerissimo» non l'abbiamo trovato. Nel Devoto-Oli abbiamo trovato «pocherissimo» con una definizione che ci lascia perplessi: «Nel ramino, le combinazioni di carte tutte dello stesso numero». Chi ha fatto una volta una partita a ramino (gioco noiosissimo) intende la nostra perplessità. E poi che cosa avete contro l'applicazione del superlativo assoluto a un sostantivo? Ne riparleremo. I tarocchi trionfano La casa editrice Du Mont di Colonia pubblica un tascabile tutto illustrato, Tarot, di Ralph Tegtmeier (pagg. 181, nelle librerie italiane, lire 17.000). Ricostruisce storicamente le possibili interpretazioni dei valori simbolici di quelle 22 carte dei tarocchi (dal Bagatto = 1 al Mondo - 21, più il Matteo = 0) che si chiamano «trionfi» se si usano i tarocchi per giocare una partita, •arcani maggiori» se li si usa per divinazione o per altre pratiche superstiziose. I tarocchi, nati come strumento di gioco alle corti di Ferrara e di Mantova nei primi decenni del '400, furono stravolti a scopi divinatori a Parigi alla fine del '700. Negli ultimi decenni l'uso divinato¬ T~i RESCO di stampa su |~' una bella carta color avorio, legato in tutta tela con dorso vecchiotto oro e pastello, nei «Classici Latini» della Utet, collezione fondata da Augusto Rostagni, diretta da Italo Lana, ecco Poeti latini arcaici, volume primo, Livio Andronico, Nevio, Ennio, a cura di Antonio Traglia. Qui a pag. 414 troviamo il verso che tanti lettori ci avevano raccomandato di citare, il più famoso pokerissimo di settima della nostra tradizione letteraria: O Tite tute Tati Ubi tanta turanne tulisti. che Lana traduce: -Tu. o re Tito Tazio, hai per tuo conto sopportato cosi grandi travagli». E troviamo ben altre delizie, per esempio questo compatto pokerissimo di quinta: Salmacida spolia sine sudore et sanguine, che Traglia traduce con pokerissimo di sesta: «Salmacide spoglie senza sudore e senza sangue», raccontando In nota la storia della fonte Salmacide: chi avesse bevuto le sue acque avrebbe contratto il vizio dell'impudicizia. Impudicamente consigliamo la lettura di R. L. Palmer, La lingua latina, Einaudi 1977, a chi voglia allestire una collezione di coppie, doppie coppie, tris, full, poker e pokerissimi rintracciabili in proverbi, preghiere, formule giuridiche e in poeti e prosatori latini. Quanto a «pokerissimo» un lettore emunctae naris ci ha chiesto «di questo passo manderete cartoline con salutissimi?». Calma ragazzi (sinonimo di compagni, camerati). «Pokerissimo» è termine tecnico per chi gioca a poker con i dadi. Andate in qualsiasi tabaccheria e regalatevi i cinque dadi da poker. Se volete risparmiare guardate la nostra illustrazione. Nota bene: le confezioni di cinque dadi da poker non recano istruzioni; a volte, nemmeno il nome (Il Lessico universale italiano Trec¬ cani registra pokerdadi:?'.). Segno che le regole si ritengono diffuse. Vediamo un po' se ci mettiamo d'accordo (se no, scriveteci. E scriveteci un'altra cosa: da quando si gioca a poker coi dadi a casa vostra?). Si gioca in 2 o più persone. Si sceglie a sorte chi gioca per primo. Nelle partite successive gira il turno di giocare per primo, che dà forti vantaggi. Chi gioca tira i cinque dadi (primo colpo). Se è soddisfatto del risultato può passare la mano, se no può fare un secondo tiro (tenendo buono almeno uno dei dadi in tavolo); e poi se vuole può farne un terzo (ancora, tenendo buono almeno uno dei dadi restati in tavolo dopo il secondo tiro). Gli altri fanno lo stesso, ma non possono fare più tiri del primo. Le combinazioni vincenti sono, in ordine crescente: 1. coppia; 2. doppia coppia; 3. scala (minima: A prima del 9; massima: A dopo il K); 4. tris; 5. full; 6. poker; 7. pokerissimo. Varianti. Ogni Asso può valere anche come jolly. Gioca per primo chi ha vinto la mano precedente. Si fanno solo due tiri, e ciascuno li può far sempre. E il poker bugiardo? rio si è venuto diffondendo: molti ignorano che in certe terre sopravvive l'uso dei tarocchi come carte da gioco, e quando vengono a saperlo pensano sia una profanazione. Nel libretto della Du Mont sono molto utili le 22 tavole che riproducono uno per uno i 22 -trionfi» del mazzo quattrocentesco appartenuto ai Visconti e agli Sforza, con l'immagine corrispondente del Tarocco di Marsiglia (analogo a quello piemontese) e le elucubrazioni iconografiche in chiave esoterica dall'occultista inglese Rider Waite.

Luoghi citati: Ferrara, Mantova, Marsiglia, Parigi