Il vero Freud, senza censura

In anteprima l'epistolario integrale con Wilhelm Fliess, alle origini della psicoanalisi In anteprima l'epistolario integrale con Wilhelm Fliess, alle origini della psicoanalisi H vero Freud, senza censura LA storia della psicoanalisi, e dei suoi documenti, sempre più va assumendo la configurazione di un caso clinico, cioè dell'oggetto a cui si applica l'indagine psicoanalitica. Lo dimostrano il fortunoso ritrovamento del carteggio tra Jung e Sabina Spielrein, la recente scoperta del manoscritto freudiano noto con il titolo di «Preparazione a una metapsicologia», le vicende che hanno accompagnato la pubblicazione integrale delle lettere di Freud a Wilhelm Fliess: l'importante carteggio che ora l'editore lioringhicri presenta in una elegante traduzione ai lettori italiani. Storie complicate, dall'impianto poliziesco, in cui la verità tarda a farsi strada e in cui si susseguono occultamenti, aggiramenti, ritrovamenti improvvisi, colpi di scena che sembrano orchestrati da una sapiente regia. La storia della corrispondenza tra Freud e Fliess comincia negli Anni Trenta, quando la vedova di Fliess vendette le lettere che Freud aveva inviato al marito a un mercante d'arte di nome Stalli, il quale inizialmente intendeva rivenderle negli Stati Uniti. Le cedette invece alla principessa Marie Bonaparte, allieva di Freud, che le acquistò per 12.000 franchi. In quell'occasione Freud manifestò un vivo interesse a che «nulla di tutto ciò venisse a conoscenza dei cosiddetti posteri». La Bonaparte depositò in un primo tempo le lettere presso la Banca Rothschild di Vienna e, quando Hitler invase l'Austria, riuscì, favorita dal suo rango principesco, a ritirare il plico in presenza della Gestapo. I documenti vennero poi affidati alla Legazione di Danimarca a Parigi. Di qui finalmente vennero messi in solvo a Londra. Alla fine degli Anni Quaranta, la Bonaparte consegnò le lettere ad Anna Freud che, in collaborazione con la Bonaparte stessa e con Ernst Kris, ne pubblicò una scelta (in tutto 168 lettere), da cui erano stati omessi i passi relativi a notizie di natu¬ ra personale. Nel 1978 Jeffrey Masson riuscì a ottenere da Anna Freud l'autorizzazione a curare una nuova pubblicazione, non più lacunosa, dell'intero carteggio. L'edizione italiana, in libreria fra pochi giorni, consta pertanto di 287 lettere, anche per effetto di ulteriori ritrovamenti avvenuti in prevalenza nella Biblioteca Universitaria di Gerusalemme. Cosi come si presenta ora, il carteggio risulta di straordinario interesse. Fliess fu l'amico più caro di Freud per oltre 15 anni a partire dal 1887, cioè da quando Freud aveva 31 anni. In quel periodo Freud andava elaborando, tra dubbi, incertezze e ripensamenti, la sua teoria sessuale e di questa faticosa e complessa elaborazione intellettuale le lettere conservano non soltanto la testimonianza documentaria ma anche il tono emotivo, che svaria dall'entusiasmo più vivo alla depressione più profonda. Freud era giovane, ed era un pioniere. U sodalizio con Fliess, anch'egli medico e interessato a questioni di carattere generale, ebbe per lui un'importanza vitale: Fliess divenne il suo medico personale, il suo pubblico, il confidente, il sostegno sul piano intellettuale e su quello affettivo. E' evidente in Freud il bisogno di sentirsi compreso e approvato e tante di queste lettere vibrano di un sentimento appassionato, di una amorevolezza che, malgrado la scarsa differenza di età e la lontananza fisica (Fliess viveva a Berlino) potrebbe esser detta filiale. Come spesso accade in simili casi, la rottura fu rapida e definitiva. Sul piano personale, essa va probabilmente ricondotta alla maggiore sicurezza e autonomia che, soprattutto con II procèdere dell'autoanalisi, Freud era venuto acquistando. Sul piano scientifico, fu motivata dalia incompatibilità delle concezioni dei due studiosi. Fliess infatti, che era uomo intellettualmente brillante ma anche bizzarro, aveva elaborato non soltanto una teoria MILANO — Come sta il .giallo.? Non c'è male, grazie. Ma comunque invecchia benino. Questo è l'anno ad esempio (ma chi dice '97, invece) del centenario di Conan Doyle. Sherlock Holmes e dai che ci dai allora, con articoli e bilanci critici, souvetnrs ed effemeridi, elzeviri e tagli: tutto o quasi nel poliziesco vien giù da questa tardovittoriana e anglocattolica costola di Adamo: il detective del XX Secolo (Poirot, Maigret, Marlowe, Smiley); la logica filosofica della -induzione ipotetica ovvero abduzione. (Popper); il .progetto, del capitalismo ottimista ovvero socialdemocrazia attuata; la dimenticata ginnastica .svedese, delle cellule grigie ovvero intelligenza comune. -Uno studio in rosso», primo capolavoro (1886-87) di Conan Doyle e prima apparizione di Holmes tra le nebbie col suo -sciocco. Watson, per l'occasione cento-nana è stato smontato da un gruppetto di inglesi e ripresentato all'acume dei lettori come un -dossier, fatto di lettere, rapporti, brani di diario, appunti sbiaditi. Non mancano, al puzzle-kit, nemmeno i reperti, cadaveri esclusi: ecco un fazzolettino ricamato, ecco una fede matrimoniale, foto, telegrammi e, udite, due pasticche di stricnina. Da noi è acquistabile presso Mondadori (90 pagg., 60.000 lire) e dai librai, in questi giorni. _ / normali -gialli, senza compleanno, intanto, sempre più commemorano se stessi: si -storicizzano., come si diceva. Minime difatti le novità. E invece un gran daffare postmoderno di citazioni e rifacimenti, riesumazioni e rivalutazioni senza categoria di merito o qualità. Ecco il gentilissimo libretto di una gentile signora americana che fu amica di Agatlia Christie, nientemeno, descrivere le avventure lentissime e minuziose, ricamate a mano, di un Mr. Henry Gamadge neviorche- se del 1907 e investigatore dilettante. L'ambiente è di tranquilli salotti, di case fineottocento foderate da libri e stampe: come nella fantascienza o nei films su «Compton House- in una di queste un titolo appare e si cancella, e c'è una vecchia e quieta signora, e un balconcino die cede, dello spiritismo, dialoghi da tazze di té. L'autrice è Elizabeth Daly, nata a N.Y. nel 1878 e la pubblica -La Tartaruga Nera. ('•L'altra uscita», pagg. 156, lire 12.000) specializzata In polizieschi al femminile. Il curioso di codesta Daly è anche di essersi messa a scrivere plizieschi (otto) solo a sessant'anni oramai passati. Che età psicologica e letteraria han dunque codeste storie? Da che arterie nascono e quali vanno a battere: ammesso che in ciascuno, le arterie, siano tutte della stessa età e non invece di diversi spessori storici? Che età ha perciò, e ali 'incontrario, la -nuova, avventura investgativa di Nero Wolfe, «Delitto in mi minore» inventato e falsificata con l'autorizzazione degli eredi di Rex Stout (morto nell'ottobre '75) da Robert Goldsborough? Nella storia, che è piaciuta moltissimo al lettori del giallo settimanale Mondadori di Gianfranco Orsi e Lia Volpatti, non manca niente del -vecchio.: a raccontare le rimuginazioni del grasso Wolfe è sempre il vodeausiano Archie Gootlirìn nella palazzina della 35° West; e ci sono come rifili Éfi n unni fi i ir Emi rwiirnìiii titiniii^Érifii che stabiliva una connessione tra il naso e l'apparato genitale, ma anche un'interpretazione dei fenomeni vitali fondata sul principio della periodicità, che avrebbe dovuto spiegare anche le manifestazioni psicopatologiche. Il conflitto tra questa visione biologico-fatalistica e il principio di causalità psichica entro cui Freud aveva inquadrato la sua mitologia pansessuale era insanabile, e insanabile divenne il contrasto tra le due personalità. La nuova edizione — ed è un fondamentale motivo d'interesse — reintegra i passi e le lettere di contenuto più strettamente personale, in precedenza omessi per motivi di discrezione ma anche, si direbbe, per il timore che in qualche modo venisse intaccata l'immagine «pubblica» di Freud. Ci è reso ora possibile entrare nell'intimità di un giovane medico ebreo viennese da poco sposato, pieno di speranze, di arditi progetti e di preoccupazioni. Si parla di tutto: di gravidanze (sei figli), di bambini che si ammalano, di difficoltà economiche («il denaro è per me come un gas esilarante»), della penuria di pazienti (una cliente danarosa è detta «una possibile gallina dalle uova d'oro»), di casi clinici, di timori per la salute (vi è una strenua lotta con Fliess che intima a Freud di smettere di fumare), dell'ambiente accademico ostile, delle manovre per diventare professore, di viaggi, di letture... E' la poesia, e la prosa, del quotidiano, la comune umanità che alimenta l'universale piacere del pettegolezzo. Mancano le lettere di Fliess. Alla vedova, che gliene chiedeva la restituzione, Freud rispose di averle distrutte. Ma a Marie Bonaparte, nel 1937, scriveva: «... ignoro se le ho distrutte o se le ho nascoste ingegnosamente». Non si sa mai, un giorno potrebbero saltar fuori da qualche parte. Il romanzo poliziesco avrà una nuova puntata? Augusto Romano Pubblichiamo, per concessione dell'editore Boringhieri, alcune lettere da •Sigmund Freud: lettere a Wilhelm Fliess, 1887-1904., edizione Integrale a cura di J. M. Masson (pagine 560, lire 65.000) che sarà in libreria fra qualche giorno. Solo amici nella disgrazia? 24 luglio 1895 Daimonie. perché non scrivi? Come stai? Non ti importa più niente di quello che sto facendo io. Che cosa fanno il naso, la mestruazione, le doglie, le nevrosi, la tua cara consorte e il piccolo in gestazione? Quest'anno sono proprio ammalato e devo venire da te. Che cosa succederebbe se capitasse a tutti e due di restare sani per un anno intero? Siamo soltanto amici nella disgrazia? O non vogliamo condividere anche le esperienze di tempi più tranquilli? Dove passerai il mese di agosto? Noi viviamo molto contenti in -Cleto». I più cordiali saluti. tuo Sigm. Il mio «vecchio» sta male 15 luglio 1896 Mio caro Wilhelm, ho appena ricevuto la tua lettera e mi rallegro molto per tutto ciò che udirò da te. Peccato che non sia sicuro di quando. La situazione è questa: il mio vecchio (Jacob Freud, il padre, n.d.r.) ha un blocco alla vescica e al retto, si alimenta sempre di meno, e allo stesso tempo è di spirito vivacissimo ed euforico. Penso davvero che questi siano i suoi ultimi momenti, ma non conosco la sua scadenza e non ho il coraggio di allontanarmi, men che meno per due giorni e per un piacere che vorrei assaporare in tutta calma. Incontrarti a Berlino, sentire per qualche ora da te delle tue nuove magie e poi magari dovermene all'improvviso correre via durante il giorno o la notte per l'arrivo di una notizia che per giunta potrebbe essere soltanto un falso allarme, sono cose che vorrei evitare, e a questo timore sacrifico il desiderio ardente di vivere ancora una volta intensamente, con la testa e con il cuore, di essere uno zòon politikòn (animale politico, n.d.r.) e oltre a ciò il bisogno di vederti [...]. Devi ancora chiarirmi il mio stato: mi sento bene e sono istupidito. Il lavoro per Nothnagel mi dà la nausea e me la darà ancora in futuro: è ancora incompiuto, e in questo stato rimarrà ancora per un bel pezzo. Per il resto, nulla di nuovo, con il bisogno pressante dell'arrivo di una corrente fecondante da un'altra parte, di un innesto dall'esterno die mi renda capace di dare frutti. Ma sono anche effettivamente sovraffaticato, vale a dire incapace di produrre sul piano intellettuale e perciò, per dirla francamente, sono contento di non poterti vedere a luglio. Del resto la situazione del mio vecchio non mi deprime. Gli concedo il ben meritato riposo, come lui stesso desidera. E' stato un uomo interessante, intimamente felice: in questo momento non sta soffrendo molto e si sta spegnendo con decoro e dignità. Non gli auguro di prolungare la sua degenza, anche per mia sorella, quella che non è sposata che lo sta assistendo e ne soffre alquanto. Lo scorso fine settimana sono stato ad Aussc e ne ho tratto grande ristoro. Martha sta bene ed è serena; le birbe sono uno splendore; anche Annina, che ha avuto un momento di stasi, fiorisce ormai sulla scia di. una spinta di sommazione (cinque denti). Oli è divertente: orecchiando qua e là ha imparato a leggere e a scrivere, e medita 'tutto il giorno su problemi di ortografia. Un pascolo alpino nelle nostre vicinanze si chiama il -Bàrnmoos. [Torbiera degli orsi]. Sul primo cartello lo vede scritto in questo modo, mentre su un secondo è scritto -Bernmoos., e questo lo colpisce. Da un'altra parte un cartello indica -Beerenmoos. [Torbiera delle bacche]. Ciò si condensa per lui nel risultato die egli proclama ad alta voce: *B. si può scrivere come si vuole, con la a. e l Umlaut, con la e semplice e. con la e doppia; ma si tratta sempre della stessa cosa-. Con i saluti più. cari per I.F. e R.W. ti pregherei molto di cercare (in futuro o nel tuo ricordo) un caso di convulsioni infantili che tu possa ricondurre ad abuso sessuale, in specie con lictus (o dito) nell'ano. Dovrebbero ben darsi degli indizi o motivi di sospettarlo, nei casi in cui ciò si sia verificato. Questo episodio verrebbe poi coperto dalla nota categoria funzionale della letteratura scientifica: irritazione da vermi, dispepsia ecc. L'ultima novità infatti consiste nel fatto che io posso ricondurre con certezza l'attacco di un paziente che sembrava semplicemente epilettico a un bel lavoretto con la lingua da parte della bambinaia. Età: due anni. Se li si sostituisce con l'età del lattante si otterrà un'apparente psicosi epilettica nella riproduzione [della scena]. Ripongo molta fiducia in questa nuova scoperta come in quella di ieri sulla predeterminazione, dovuta all'età, della psicosi. In L. P„ che è stata il caso controverso tra B. e rne, le convulsioni si erano presentate una volta prima dell'età di un anno; le due sorelle minori sono sanissiìne, come se il padre, die conosco essere un tipo ripugnante, si fosse persuaso dell'effetto nocivo provocato dalle sue tenerezze. Affettuosamente. tuo Sigm. tuo Slgm. Freud in un'acquaforte di Max Pollack Un abuso sessuale 12 gennaio 1897 Caro Wtllielm, Sogni, desideri, sintomi... Vienna. 19 febbraio 1899 Caro Wilhelm, dunque succede anche a te, perciò non devo vergognarmi. Anche tu cominci una lettera il giorno 11, per continuarla poi soltanto il 16, e il 16 non puoi scrivere di null'altro che di un lavoro smisurato, esorbitante per le forze di un povero essere umano, che si impossessa di ogni ordine di pensieri e che a poco a poco assorbe tutte le altre capacità e facoltà ricettive, una specie di tessuto neoplastico che si infiltra in quello umano e alla fine lo sostituisce. Il mio caso è di poco migliore o peggiore. Per me lavoro e attività professionale coincidono, e io seno diventato tutto un carcinoma. Nelle sue ultime fasi di sviluppo la neoformazione beve vino molto volentieri. Oggi dovrei andare a teatro: è ridicolo; come se si potesse fare un innesto in un carcinoma! Non attecchirebbe. E cosi la durata della mia vita è quella del,, neoplasma. L'ultima idea generale cui sono pervenuto si sostiene, e sembra sia destinata a svilupparsi in modo imprevedibile. Non solo il sogno è un soddisfacimento di desiderio, ma lo è anche l'attacco isterico. Ciò è vero per i sintomi isterici, ma probabilmente si può applicare a qualsiasi prodotto della nevrosi, come mi era parso tempo fa studiando il delirio acuto. Realtà — soddisfacimento di de¬ siderio: la ne questi due op; la differenza t mi che si insù sufficiente pe. zione di un pi gno è staccate che ha il suo j. sere anche qui del pensiero : ove i pensieri ; sono fondersi siderio. Un sin ntzione, per es topunizione, l disfazione, ciò Abbiamo qu Sai, per esemj vòmito isterici zione è incint fare a meno d, suo ultimo am mila anche pe, emaciata, pera piacerà più a i del sintomo st coppia di desio Sai perché il sci, arrossisce t certa categorie a teatro? Egli t di che? DI uni rappresenta ce persona che in deflorazione, js faticoso. Quan> qualche donna cato del sintom urlo di sconfiti quella stupida gni. Se fosse a se mi sentirei i Il periodo della tramutò i suoi i /asciato le sue che ha prodotti le lezioni di lai corda l'aula; e stesso posto in sponde al respl dare. Egli ebbt gnante a propc non può rassey bocciato in boi ora supera l'eia capacito di scic durante la sua anni), suo frale sapone in foca i sessuale. E pcrt anni, a Interla strano atteggi per godere delle gine]. Da allori almeno ad ger evitato di ina egli cerca rete; • ingegnoso* e contraddizioni-