Le mostre d'arte

Le mostre d'arte Le mostre d'arte Incontro con l'artista che espone a Roma i suoi «décollages» Rotella: strappo i muri delle città Torino Remigio Cantagallina: «Barca di Argonauti», acquaforte Venezia scienza di aver scoperto un nuovo linguaggio espressivo che andava al di là della pittura». — I suoi «décollages» astratti del '54, specialmente quelli a piccoli frammenti di manifesti incollati al rovescio sulla tela per mettere in risalto la materia gessosa, e che hanno sorprendenti affinità con i quadri di Burri del periodo, sono stati letti in chiave materica e informale. •E' giusto leggerli anche In questo senso. Per un certo periodo, ho Incollato 1 manifesti al contrario, proprio per far scomparire le Immagini e le lettere e soffermarmi sulla materia, sull'Incrostazione, che è poi quella del muri di Roma. Dal '60 Iniziai a lasciare emergere sempre più le immagini, spiazzandole, specialmente quelle delle stelle del cinema, da Marilyn a Presley (la serie di "Cinecittà"), mentre prima lavoravo di più sugli strappi, le lacerazioni, che indubbiamente erano più violenti». — L'ambiente urbano delle grandi. citta, cosi mutato, anzi degradato dagli Anni Cinquanta, e cosi denso, sovrapposto di segnali, di traffico disordinato, di immagini multiple incrociate, è oggi ancora stimolante ai fini del suo lavoro? «Il mio studio continua ad essere la strada. Perché sulla pelle del suoi muri le immagini mutano sempre, e anche la tecnologia del cartelloni. VI è un continuo rinnovarsi di questa cultura, o arte della strada: basti pensare all'Interesse della nuova generazione di artisti, come i graffitteti americani. Il mio lavoro continua a seguire questo nuovo realismo ambientale urbano: ad esemplo con le recentissime "sovrapltture" come le ha definite Restany, consistenti nel dipingere direttamente sopra i manifesti appena usciti dalla tipografia, esaltando alcune immagini o lettere, e cancellandone altre. Oppure, riferendomi alla nuova tecnologia elettronica, traggo direttamente dall'Immagine televisiva lo spunto di nuovi quadri, dipinti con tecniche rapidissime». Mirella Bandini Firenze Fra Bartolomeo — Al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, un centinaio di disegni di un pittore che fu cofondatore, con Leonardo. Raffaello e Michelangelo, dello stile' «classico» rinascimentale, la cui bottega, nei primi anni del 500. fu la più importante di Firenze. Consueto, utilissimo catalogo Olscki, curato da Chris Fischer. Fino a febbraio. MILANO — Mimmo Rotella, una delle più note personalità degli Anni Sessanta per i suoi décollages o «manifesti strappati* dai muri della città e riportati su tela, ripresenta le migliori opere degli anni 1954-1964 allo Studio Marconi. La mostra è accompagnata da un ampio catalogo edito da Electa, con testi di Sam Hunter, Pierre Restany e Tommaso Trini. Nel dopoguerra italiano, Rotella è stato uno dei primi artisti a individuare una nuova dimensione estetica, collegata all'ambiente sociale e fisico degli oggetti e della cultura popolare, al superamento della pittura Informale, e che prendeva spunto dal nuovo vorticoso ambiente urbano e pubblicitario, I suoi manifesti lacerati, esposti per la prima volta a Roma nel 1954, hanno anticipato le tematiche europee neodada e pop, rivolte alla nuova espressività dell'immagine e dell'oggetto di massa. L'interesse alla scena urbana si articolerà infatti soltanto agli inizi degli Anni Sessanta, in vari filoni che caratterizzano la «giovane scuola di Roma* comprendente, con Rotella, noti artisti quali Kounellis, Schifano, Fioroni, Festa, Maselli, Mauri. Questa cultura di analisi del contesto quotidiano urbano, prevalentemente «segnaletico*, era contemporaneamente diffusa nel campo letterario e artistico europeo, come nell'écoìe du regard e i romanzi di Robbe-Grillet, e nel cinema di Resnais e di Antonioni. Nel I960 Rotella ha fatto parte del gruppo francese Nouveau Réalisme teorizzato da Pierre Restany, con Klein, Àrman, Tinguely, Cesar, Raysse. Dal 1963 usa la tecnica del riporto fotografico su tela emulsionata delle immagini urbane: trasferitosi a Fondazione De Foniaris — Alla Promotrice, esposizione di circa 200 opere donate a suo tempo alla Galleria Civica d'Arte Moderna, purtroppo tuttora inagibile, dalla Fondazione Guido ed Ettore Fornaris, fra cui lavori di Balla, De Chirico, Morandi. Casorati, De Plsls, Sironi, fino a Burri, Carolrama, Ruggeri e Pennone. Da oggi. Dubuffet e Art Brut — Presso la Collezione Peggy Guggenheim, una mostra dell'artista francese scomparso lo scorso anno, comprendente 70 opere di varie fasi, a partire da quella iniziale negli Anni Quaranta, insieme a una quarantina di esempi di quelle espressioni figurative, in genere di psicopatici, che, in polemica con quella che definì «Asfissiante cultura», egli chiamò Art Brut. Catalogo Mondadori. Da oggi. «Cachee», Mimmo Rotella: collage. 1962 «Cachee», Parigi, in quegli anni fu uno dei protagonisti della Mec Art (o art mécanlquej. Nei lavori più recenti usa la tecnica della pittura, riportando sulla tela le immagini dei décollages degli Anni 50. Rotella si è anche occupato di fotomontaggi, assemblaggi, poesia fonetica. In occasione della mostra, abbiamo rivolto all'artista alcune domande. — Nella Roma degli inizi Anni Cinquanta, In pieno periodo Informale, la sua ricerca artistica era molto isolata. Vuole motivarci le ragioni prime del suo lavoro? «Nel 1952, appena ritornato a Roma dagli Stati Uniti dove ero stato un anno come artist in residence all'Università di Kansas City, mi sono subito reso conto che era inutile continuare a dipingere. Nel '53, anno In cui componevo del poemi fonetici, sono rimasto colpito dalla forza e dal colorì del manifesti lacerati sul muri romani, e dalle varie tematiche politiche, cinematografiche e pubblicitarie; Intuitivamente Iniziai a "scollarli" dai muri e a lavorare su di essi nel mio studio. Tra i primi amici che sostennero questa ricerca, i poeti Emilio Villa e Leonardo SlnlsgalU ' mi dettero la presa di co¬ Roma Il trionfo dell'acqua — Al Museo della Civiltà Romana, manufatti e repèrti che esaltano acque e acquedotti dell'antichità. Alla Calcografia Nazionale, dipinti, incisioni e bozzetti, spesso di artisti famosi come Francesco Di Giorgio, Bernini. Callot, Vanvitelli. che ne documentano le diverse utilizzazioni: dalle fontane alle naumachie, ai giochi d'acqua. Fino a gennaio. Bologna Vincenzo Accame — Con il titolo «Dieci anni di poesia visuale», uno dei più conosciuti esponenti di tale genere artistico, ligure di nascita e milanese d'eiezione, la cui poetica è incentrata, come egli stesso ha detto, «su quel segno indistinto che, ad un certo momento, emerge dal pensiero e non è ancora né grafismo, né parola». Al Nucleo Arte, dal 6 novembre. Gali arate Raimondo Sirotti — Alla Civica Galleria, antologica di un pittore genovese che incominciò durante l'Informale ed è rimasto legato a questo linguaggio, fedele anche, come sottolinea Gianfranco Bruno nel catalogo, a un nucleo di profonda intensità poetica e al tratti salienti di una llgusticità, caratterizzata da una segreta Intimità di tono. Fino al 5 dicembre. Mestre Sara Campesan — A cura delln Fondazione Bevilacqua La Masa. nella Sala Espositiva Comunale d'Arte, antologica, dai primi Anni Cinquanta ad oggi, di un'artista che ha dimostrato grande coerenza e rigore, privilegiando forme astratte e geometriche e, via via, sempre più, sperimentazioni metodologiche. Fino al 30 novembre. Modena Franco Vaccari — Una serie di opere recenti, intitolate «Palestre notturne» e basate sul propri sogni, di un artista modenese che già In passato e con esiti assai Interessanti, frequentemente, ha fatto ricerche sull'Inconscio come sorgente di energia Immaginativa. Alla Galleria Fonte d'Abisso, fino al 4 dicembre. Milano Lele Luzzati — Nella minuscola galleria Nuages, bozzetti originali per «B. Flauto magico» e una ventina di acquefortt e teatrini di uno del più famosi scenografi, riguardanti scene per 11 «Barbiere di Siviglia», «Il turco in Italia», «Pulcinella» di Stravinsky, nonché per il «Ballo in maschera», recentemente fischiato dal pubblico di Vienna. Pino al 22 novembre.