Brontolone d'un fagotto solo Vivaldi ti ha dedicato attenzione

Sei concerti nell'esecuzione di Klaus Thunemann e dei Musici Sei concerti nell'esecuzione di Klaus Thunemann e dei Musici Brontolone d'un fagotto solo Vivaldi ti ha dedicato attenzione Concerti quanti per fagotto); certo, le «putte» veneziane dell'Ospedale della Pietà non temevano di deformarsi ed enfiarsi le gote per soffiare nell'ancia del fagotto (ma come diceva un testimone oculare, Charles de Brosses, «non v'è strumento, per quanto grande, che possa far loro paura*). Tuttavia, nemmeno le accuratissime ricerche di Talbot e altri specialisti hanno potuto documentare un qualche interesse particolare per il fagotto, o una presenza vlrtuosistica emergente, nel celebre istituto veneziano, culla o bisaccia della fertile strumentatila vivai diana. Anche a Dresda, altra mecca di ricerche vivaldlane, le ricche biblioteche che conservano qualcosa del repertorio musicale di quella corte non presentano nemmeno un Concerto per fagotto. Lasciata impregiudicata la questione delia commissione o dell'occasione, in merito al periodo compositivo si può pensare (tenendoci sempre alla bussola sicura di Talbot) al secondo decennio del Settecen. to, periodo di intensa e quasi febbrile attività nell'arco prr luttivo del .prete rosso». La qualità dei sei Concerti riuniti qui. senza toccare vertici di ge¬ continuo riferirsi degli Iron alla Ballata del Vecchio Marinaio di Coleridge, non è un puro vezzo. Sarebbe come se in Italia i Vanadium, o chi per loro, mettessero in musica I Sepolcri di Foscolo. Ci si riferisce insomma a cosa nota, perlomeno a livello' studentesco. I titoli di questo album confermano: Il paradiso può attendere. La solitudine del maratoneta, fino all'incredibile brano dedicato alla biografia (dalla nascita alla morte) di Alessandro il Grande. Si potrebbe dire che si suona come conviene e piace al proletariato di Suburbio, ma si dice come conviene e piace a un liceale anglosassone. E' questo che fa degli Iron Maiden un gruppo capace di superare i confini dei fans dell'Heavy Metal, in una preziosa posizione di testimone verso l'esterno del meglio di un genere tper-codificato. Ma la progressiva espansione del loro progetto finirà inevitabilmente per trasformarli, Per,ora è. da ,segnalare.;l'i7npegnQ\ umanitario sempre piii [ deciso (dopo i concerti contro la fame e contro la droga, il nuovo fronte è. la lotta contro i maltrattamenti all'infanzia). Ma si attende anche qualche beneficio strettamente musicale. Gianfranco Manfredi Iron Maiden: «Somewhere In Urne», Emi. TRIONFA Abbado a Vienna con Ballo in maschera, ma ancora e sempre nel segno di Ver- ' di ci sarà da dire e da scrivere molto anche su Riccardo Muti in questo scorcio di autunno-inverno 1986. L'inglese Emi, etichetta della quale il direttore italiano è punta di diamante, si sta preparando a sostenere massicciamente l'avvento dell'era Muti alla Scala, che sarà celebrato ufficialmente il 7 dicembre con l'inaugurazione (Nabucco nella regia di De Simone), con breve «entrée* sinfonica il 14 novembre (Sinfonia n. 4 di Beethoven, Arcana di Varese, Pini di Roma di Respighi). Usciranno in ^tempora- nea,. per quell'occasione, due Verdi: il 'Vecchio* Nabucco del 1978, con Matteo Manuguerra, Renata Scotto, Nicolai Ghiaurov, Vertano Luchetti, Elena Obraztsova, Robert Lloyd, digitalizzato e in Compact Disc; la nuovissima Forza del destino registrata a Milano in luglio — prima saggio di Iain Chambers nialità (miracoli come le «Quattro Stagioni» vengono una sola volta nella vita), è piuttosto alta e si giova di un ascolto attento, cioè ripetuto, e concentrato su alcuni particolari: nel Concerto in fa maggiore n. 485 del catalogo Ryom ad esempio, il materiale tematico è ordinario, ma straordinario è l'andamento, asimmetrico, rubato nel tempo. Il Concerto in la minore «Nabucco» e «Forza

Luoghi citati: Dresda, Italia, Milano, Roma, Varese, Vienna