Sciascia, la contessa e il bersagliere nell'Italia del compromesso

« 1912 + 1 » : un processo per un delitto d'onore e i problemi della giustizia « 1912 + 1 » : un processo per un delitto d'onore e i problemi della giustizia Sciascia, la contessa e il bersagliere nell'Italia del compromesso Un uomo, una cantante e tre notti di tenera passione FIGLIA d'arte — del padre, il romanziere e drammaturgo Francois Billetdoux, si ricorderanno almeno due pièces degli Anni Sessanta: Cin cin e Si va da Torpe — la giovane Raphdèle Billetdoux ha. già alle spalle una carriera ragguardevole: ha esordito, appena adolescente, nel 71 con Jeune fille en colere; nel 76, ha vinto con Prends garde à la douceur des choses, il premio Interallié; adesso, dopo un'esperlema di regia cinematografica, col suo nuovo romanzo, Le " mie notti sono più belle dei vostri giorni. ottiene un nuovo successo di critica e di pubblico, un premio importante — i! «Renaudot- — e le prime, sollecite traduzioni. Forse — in un panorama di giovani romanzieri che di libro in libro si sforzano di variare i loro modi e di esplorare temi nuovi — le ha giovato una fedeltà alle scelte iniziali che, senza negarle maturazione e approfondimenti, le ha assegnato negli anni una precisa e riconoscibile fisionomia. Ma il fatto che questa fisionomia originale abbia preso corpo in un genere abusato e affollato qual è quello del romanzo sentimentale la dice lunga sulla personalità e sul talento della scrittrice. Raphaèle Billetdoux scrive storie d'amore, che sono sempre le stesse dall'inizio del mondo, ma si capisce subito che le scrive con tutto il non conformismo e con tutta la carica di entusiasmo che fa credere ai giovani di ogni tempo di essere loro gli inventori del logoro canovaccio: il suo non è un aggiornamento, aperto agli ultimi dettami postmoderni, del codice sentimentale, ma un adeguamento istintivo e coinvolgente. La romanziera non descrive un mondo, magari dall'interno, ma lo vive, lo pensa, lo gode e lo soffre nella stessa misura. Anzi, per la verità, non descrive affatto, ma accumula impressioni, immagini, sensazioni, intuizioni e lascia che la storia si dipani da sé, al ritmo di queste accensioni — accensioni di linguaggio anzitutto — che, quasi per caso, la illuminano. E' cosi anche ne Le mie notti sono più belle dei vostri giorni. Ci sono due perso¬ la dell'attualità. Entra in vigore il «testo definitivo del codice di procedura penale» che, beninteso, lascia le cose come stavano dal lontano 1889. Arriva in Italia la moda del tango al quale Marinetti dedica uno sprezzante manifesto. Si fa vivo, pentito, il rapitore della «Gioconda». E' facile intuire quale partito sappia trarre Sciascia da tanti messaggi apparentemente inerti, slegati. L'aggravante della premeditazione? «I delitti veramente premeditati — scrive Sciascia spezzando una lancia per la contessa — sono quelli che non si commettono-. Marinetti e gli altri? ••Oh le avanguardie! Più di 5000 (dicesi cinquemila) errori di stampa ci sono stati finora — dal 1922 —- nell'Ulisse di Joyce-, ma poiché il romanzo aveva fama di essere incomprensibile, nessuno se ne è accorto. In «1912+1» ritroviamo lo scrittore al meglio delle sue inchieste sulla «realtà romanzesca», fortificato dalle sue passeggiate tra stòria, letteratura e costume. Raccoglie e infila nell'apparente sbadatezza del collage fotografie, ritagli di giornale, appunti di lettura. Tratta sempre gli scrittori come contemporanei e come i più attendibili degli «informatori». Mette • allo scoperto i nervi tesi, infiammati, di una società che è quella, ma è anche la nostra. Prende dalla cronaca e restituisce alla cronaca (o alla Storia?). Con scintillante malizia, inai disgiunta dall'accoratezza, dinanzi all'inesaurìbile metafora del vivere. Lorenzo Mondo .. Leonardo Sciascia: «19124-1», Adclphi, 97 pagine, 12000 lire. . capitano Carlo Ferruccio Óggioni, uccide a Sanremo l'attendente del marito, il bersagliere Quintilio Polimanti. Cosa spinse a sparare la bellissima e presto esangue creatura dannunziana? La difesa dell'onore insidiato o la rottura di un legame tanto più compromettente perché la donna porta In seno. 11 figlio della colpa? E' quest'ultima l'opinione dei più, facilmente verificabile nel processo dove le incredibili distrazioni e mistificazioni. Il balletto assurdo delle perizie, vengono a comporre l'immagine di una giustizia stravolta e offesa fino alia caricatura. E* l'opinione di Sciascia che, da buon cultore di gialli, avanza anche una sua attraente ipotesi sulla dinamica del delitto. Il processo, che sommuove tra l'altro vecchi, morbosi tabù (più di mille lettere anonime arrivano in tribunale), non può finire che con l'assoluzione. Anche in quel microcosmo prevale il culto della doppia verità, la celebrazione delle apparenze sancita nell'emblematico Patto. E nessuna ombra deve sfiorare l'esercito che sta riscattando l'onore d'Italia sulla sabbie libiche. Nessun sorriso umiliare quel marito che non vede, non parla e non sente e pirandellianamente sparisce (come 11 fu Mattia Pascal), che il lettore immagina perduto in assurde, protratte manovre fino a che la sgradevole parentesi non venga cancellata. Prima e durante il pasticciaccio altri fatti emergono dalla girando¬ ne che sincontrano, si attraggono, si respingono e bruciano la loro vita in tre giorni di passione forsennata tra Parigi e Cabourg: l'uomo, segnato da.una tragedia famigliare e inaridito da troppi amori occasionali, esorcizza la sua noia con studi «sulla lingua e sugli inganni della lingua»; la donna, una cantante piena di talento, vive per la sua musica e si sta caparbiamente costruendo il successo. L'avventura che vivono è di quelle assolute, travolgenti, fatali, e dall'inizio alla fine tutto — la casualità dell'incontro, le schermaglie, gli abbaioni deliranti, le fughe e l'ultima, macabra cerimonia sacrificale — è alla misura dell'eccezionalità del loro destino. Ma. prima che nei fatti, la tenerezza, il desiderio, la passione, la gelosia, la furia dissolutrice e tutte le altre sfumature della gamma dei sentimenti, che — sempre sul versante parossistico — si alternano nel romanzo, si condensano nelle parole. E non tanto nel senso che la scrittrice sa passare con duttilità da un estremo all'altro e che le bastano pochi, incisivi tocchi per trasmettere ogi nuova, spesso impercettibile, mutazione del quadro; ma proprio nel senso che è la narrazione a farsi carico della tensione sentimentale e a riversarla sul paesaggio, sugli oggetti, sui gesti piU anodini. Sembra niente, ma se non ci dimenticheremo presto del folle amore del linguista e della cantante, sarà per un certo «squarcio di cielo, profondo e velenoso» che gettava «gli esseri, gli uccelli, le macchine» nella follia, per un abito Manco che «avrebbe potuto procurare ad altri un attimo di dolore violento», per «il ricordo di un caffè bevuto» che «incantava gli elementi dell'aria» e per tutte le altre folgorazioni che la scrittrice ha saputo mantenere nell'esigua zona franca che sta al di là dell'inutile pezzo di bravura e al di qua del velleitario, compiaciuto poema in prosa. . Giovanni Bogiiolo Raphaèle Billetdoux, «Le mie notti sono più belle dei vostri giorni», trad. di .Elena Bona, De Agostini; ISO pagine, 16.000 lire.

Luoghi citati: Cabourg, Italia, Parigi, Sanremo