C'è un purè che vale un Perù di Giampaolo Dossena

8 8 Tutto libri Continuala «caccia all'antipode»» : i nuovi esempi trovati dai nostri lettori C'è un purè che vale un Perù Pubblichiamo la soluzione del gioco «L'interpretazione del segni», a cura di Carnevali - Disegnatori Riuniti. Il libro sognato è «Il nome della rosa» di Umberto Eco. AI celeberrimo bestseller conducono la struttura dell'Edificio arroccato sul monte, il pugnale in primo piano (simbolo dei sette delitti perpetrati nel corso del romanzo), nonché 1 fumi sullo sfondo (attribuibili a roghi di eretici, incendi di abbazie, nonché alla pipa dell'Autore). Ma questi sono labili indizi. La chiave dell'enigma è, ovviamente, nella pergamena (gualcita e rovinata come si conviene a una pergamena importante): inserendo nel reticolo con le lettere lo schema sottostante (vagamente labirintico) si ottiene (prodigio!) di leggere all'interno dello schema le parole conclusive del romanzo: >Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus», e all'esterno: «Eco, Il nome della rosa». FRA i giochi di parole italiani, il meccanismo più sottile e complesso è quello che sta racchiuso in ananas e in banana. Scoperto nel 1878, battezzato con il nome di -antipode» nel 1901, ha vivacchiato nel ghetto dell'enigmistica fino a quest'anno, quando è entrato nella Storia della Letteratura Italiana grazie a Giorgio Manganelli. Festeggiando la fausta occasione, il 21 giugno scorso invitavamo i nostri lettori a una «caccia all'antlpodo», che ha dato risultati soddisfacenti (vedi riquadro). Chi non ci avesse seguito allora vede nell'illustrazione che ri-produciamo (in basso) quanto basta sapere per seguirci oggi. Qualche enigmista professionista dira che nel seguito del discorso semplifichiamo troppo le cose: appunto si, sissignore noi buttiamo via le distinzioni che pullulano nel ghetto dell'enigmistica «classica». Rasoi a iosa! Rasoio di Occam: «Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatesi». Allora, nei carnieri dei nostri cacciatori d'antipodi, i più lunghi antipodi diretti in verbo singulo che si conoscano sono Massinissa e pissipissi, 10 lettere. Di 9 lettere si conoscono cavallava, deterrete, gavazzava, ritassati... Di 8: beccacce, congegno, derapare, latinità, monotono, mottetto, natività, pacifica, possesso, tenetene... Al di sotto delle 8 lettere ce n'è una infinita. Gli antipodi diretti in verbis coniunctis possono arrivare a 24 lettere: «la tua casetta, l'attesa cauta», ma sono interessanti anche quelli di poco minori: «donna, l'amor è vero malanno» (22 lettere) oppure «baciala, la balalài- lanti: «carbone? no, brace!» (14 lettere), «i lati d'Italia» (12). Un regno a parte è quello delle parole che possono essere viste sia come antipodi diretti, sia come antipodi inversi. Ci sono tre caste. La casta più umile è quella delle parole che restano le stesse, sia che le si consideri antipodi diretti, sia che le si consideri antipodi inversi. Questi paria hanno tutti (sembra) 4 lettere, e si fabbricano a macchina: boba, bebé, Bibi (fratello di Bibò, personaggi del «Corriere dei ca! » (18 lettere, trovato da Raffaello Massacesl). E il «rasoi a iosa» che abbiamo scritto prima: ve ne eravate accorti? Gli antipodi inversi in verbo singulo non sembra superino le 8 lettere: ricucire. Di 7 lettere abbiamo diffida, nemmeno, rossore, tassata e vari toponimi: Lozzolo (VC), Mezzema (SP), Nazzano (KM). Di 6 lettere vai la pena di ricordare (accanto all'ananas) Ararat, epopea, garage, madama, recere, ritiro e Séveso (MI). Al di sotto delle 6 lettere ce n'è, ma mica tanti. (Ci si può chiedere il perché; abbiamo in serbo una risposta per un'altra volta. Se ci chiedete come mai su 4 toponimi ben 3 siano sdruccioli, non abbiamo in serbo nessuna risposta). Gli antipodi inversi in verbis coniunctis sembra non arrivino al di sopra delle 22 lettere: «tatto nelle belle nottate». Al di sotto, poche cose e poco bril¬ piccoli», incarnazione italiana di Hans e Fritz Katzenjammer di Rudolph Dirtcs, nati il 12 dicembre 1897), Bolo (personaggio di Sergio Stoino), bubù. Andate avanti voi con le altre consonanti in ordine alfabetico. Per la D, più. che Dada ci è caro 11 dodo. Sapete cos'è? Si trova nello Zingarelli. SI trova nel paese delle meraviglie e dietro lo specchio. Il padre di Alice, Carroll, si chiamava Dogson: balbettava e presentandosi diceva «Do-do-dodgson». Viene poi la casta mezzana, o, per evitare equi- voci, la casta intermedia. Qui troviamo le parole che restano se stesse come antipodi diretti: coro, deve, risi, rivi, saga, vili, ma diventano un'altra parola se li si considera antipodi inversi: il coro diventa roco e vede siri e viri e gasa i Livi. Interlinguisticamente cara e bisi (che va col risi di cui sopra, nella cucina veneziana) restano cara e bisi come antlpodo diretto ma come antlpodo inverso fanno raca e sibi. La casta più nobile è quella delle parole che diventano una seconda parola se trattate come antipodi diretti, una terza parola se trattate come antipodi inversi. Questi brahmani sono rarissimi. Abbiamo un esempio di 4 lettere: il purè di patate può valere un Perù, oppure trasformarsi In una rupe sullo stomaco. (Il Perù ci ha sempre dato grandi soddisfazioni; saprete la storia di quel tale che ebbe molte avventure in giro per il mondo, nel Perù però peri). Un esempio di 7 lettere lo vedremo un'altra volta; lo ha trovato Stefano Bartezzaghi. Potremmo raggruppare le tre caste sotto il nome di «antipodi triangolari». Triangoli che hanno ai vertici «1», «1», «1» nella prima casta; «1», «1», «2» nella seconda casta; «1», «2», «3» nella terza casta. Da non confondere con questi «antipodi triangolari» sono quelli che potremmo definire «Incrociati», e parli il disegno (sotto il titolo). In una parola come stipite vediamo due satelliti, S ed E. che ruotano contemporaneamente attorno al pianeta TIPIT. Ruotano entrambi in senso orario (o, se preferite, ruotano entrambi in senso antiorario): il satellite di testa va in coda mentre quello di coda va in testa. In verbo singulo abbiamo ammaccammo, ammazzammo, ammettemmo (10 lettere); braccare, evelleva, graffare, grattare, staccato, stappato, trattare... (8 lettere), e apocope, esegesi, stipite (7 lettere). In verbis dislectls abbiamo numero-oremus e feluca-aculeo. In verbis coniunctis, «sogni d'Ingoi». Questo meccanismo tanto ci piace che teniamo buono anche, in verbis coniunctis. «desideri dire di si?», ove, asimmetricamente, il satellite di testa è biletterale, «de», mentre è monoletterale il satellite di coda, «1». Altra delizia, gli antipodi sillabici. In verbo singulo, inverso, co-ca-co-la; In verbis dislectls, diretto, pego-la/pe-la-go; sillabico incrociato a-de-noi-de-o. E non finisce qui. In attesa della prossima volta, i più esperti possono continuare la caccia. I novellini consumeranno quaderni e matite per controllare tutti gli esempi paragonandoli uno per uno ai disegni che ornano questa pagina. Giampaolo Dossena

Persone citate: Eco, Fritz Katzenjammer, Giorgio Manganelli, Livi, Raffaello Massacesl, Rudolph Dirtcs, Sergio Stoino, Stefano Bartezzaghi, Umberto Eco

Luoghi citati: Italia, Lozzolo, Nazzano, Perù