L'Austria verso una coalizione tra socialisti e democristiani di Tito Sansa
Nelle elezioni di ieri, flessione dei due grandi partiti Nelle elezioni di ieri, flessione dei due grandi partiti L'Austria verso una coalizione tra socialisti e democristiani Spo e Ovp perdono rispettivamente 10 e 5sti di Haider, che raddoppiano i voti - Pe VIENNA — Tutti vincitori e nello stesso tempo tutti perdenti nelle elezioni politiche di ieri in Austria. I socialisti, al governo da 16 anni, hanno perso il 4,32% dei voti e 10 seggi in Parlamento sono riusciti a rimanere ancora una volta il partito di maggioranza relativa; i cristiano popolari (democristiani) sulla cresta dell'onda dopo la recente elezione di Kurt Waldheim, alla presidenza della Repubblica, hanno perduto pure loro, 1*1,83% dei voti e 5 seggi e non gU è riuscito il sorpasso, ma quasi certamente dopo tre lustri all'opposizione rientreranno in una coalizione di governo; i liberali nazionalisti del giovane Joerg Haider hanno più che raddoppiato i propri voti, raggiungendo il 9,72% e ottenuto 18 seggi, ma hanno mancato l'obiettivo di rimanere nel governo nel quale ancor oggi sono alleati dei socialisti; i verdi infine sono entrati per la prima volta come quarta forza (con il 4,63% dei voti e 9 seggi) nel Parlamento viennese,. ma sono rimasti molto al di sotto dei traguardi che si erano fissati dopo Cernobil e Basilea. Quello di ieri è stato un voto di protesta: contro i grandi partiti, i socialisti al governo e i cristiano popolari all'opposizione, i quali alla vigilia delle elezioni avevano lasciato intendere che per tirare la Repubblica fuori dall'attuale situazione di crisi miravano alla ricostituzione di quella grande coalizione che aveva governato dalla fine della guerra fino al 1966. La protesta si è espressa con un'affluenza imprevista verso il partito guidato da appena due mesi da Haider, che di liberale ha soltanto il nome. Si tratta di un partito che, dopo lunghe lotte intestine tra un'ala moderata e un gruppo di estrema destra, ha visto in settembre a Innsbruck un autentico putsch contro il segretario del partito che parlava liberale. „., Haider —'secondo i primi commenti — è il vero vincitore di ieri. Anche se il raddoppio dei suoi voti sembra non portargli alcun vantaggio immediato. Anzi, il suo partito verrà quasi certamente estromesso dalla guida del Paese proprio a causa della sua persona. Benché abbia appena 36 anni, Haider, viene infatti considerato una specie di nazista, lo si definisce un «nazionalista pan-germanista-. Un computer che ha analizzato i suoi discorsi ha trova'o in essi diverse analogie di dialettica e di contenuto con quelli tenuti dal giovane Adolf Hitler prima di diventar? capo delle camicie brune. A Vienna, dove già.' in giugno si registrò la reazione negativa dei Paesi occidentali alia elezione dell'ex nazista Kurt Waldheim alla presidenza della Repubblica, la strabiliante vittoria dei libe- I-nazionali, viene guardata con molta preoccupazione. «Ancora una volta — ha detto ieri sera alla televisione un giornalista — all'estero diranno che noi austriaci ab¬ 5 seggi - Successo dei liberali nazionaliPer la prima volta i Verdi in Parlamento biamo nostalgie naziste.. Certo è che per il giovane arringato re di folle hanno votato soprattutto gli elettori anziani delle regioni più conservatrici, il Tirolo e la Carinzia, dove l'avversione di Haider per il bilinguismo e la sua intolleranza per le minoranze etniche hanno riscosso simpatie. Secondo la logica, i cosiddetti liberali dovrebbero rimanere esclusi dal governo. Al dimissionarlo cancelliere Franz Vranltzky, il cui partito ha mantenuto con soli 4 seggi la maggioranza relativa in Parlamento, il Presidente della Repubblica dovrebbe dare nuovamente l'incarico. E Vranitzky, come prean¬ nunciato, cercherà di formare una grande coalizione con i cristiano-popolari per concordare un programma di governo. Secondo le previsioni dovrebbe riuscirvi. Ma non è neppure da escludere che i cristiano-popolari di Alois Mock pongano condizioni inaccettabili. In questo caso un'alleanza delle destre sarebbe inevitabile, i socialisti verrebbero condannati sui banchi dell'opposizione. La .grande svolta» a destra, avviata in primavera con l'elezione di Waldheim, proseguita con il putsch dei liberali, verrebbe portata a termine, nonostante il mancato sorpasso di ieri. Tito Sansa
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