CORY SALVA PREVENENDO UN «GOLPE»

Ore cariche di pericoli nelle Filippine Ore cariche di pericoli nelle Filippine CORY SALVA PREVENENDO UN «GOLPE» H ministro della Difesa E MANILA — Dopo mesi di i atensióne e ricorrenti voci di imminenti colpi di Stato, Cory Aquino, presidente delle Filippine, ha estromesso ieri dal governo il ministro della Difesa Juan Ponce Enrile, che dopo averla aiutata ad assumere il potere nel febbraio scorso ha fatto di tutto per minare la sua autorità e sabotare la sua politica. L'allontanamento di Enrile è contemporaneo alla richiesta di dimissioni che la Aquino ha rivolto all'intero gabinetto, dopo una notte durante la quale forse mai come prima a Manila è parsa reale la possibilità di un «golpe». Il presidente, con il decisivo appoggio del capo di Stato maggiore delle Forze Armate, gen. Fidel Ramos — l'altro personaggio chiave nella sua ascesa al potere — si è visto costretto a disporre truppe davanti ai principali uffici governativi ed alle sedi delle emittenti radiotelevisive controllate dal governo dopo notizie su movimenti di contingenti delle Forze Armate. Secondo quanto si è appreso successivamente, truppe fedeli a Enrile e al deposto presidente Marcos avevano progettato di occupare la sede del Parlamento, di riconvocare la sciolta Assemblea nazionale e di dichiarare non valida la presidenza della signora Aquino. L'ex presidente dell'Assemblea nazionale, Nicanor Yniguez, avrebbe dovuto esser nominato facente funzioni di Capo dello Stato. Al termine ' di quella che deve essere stata la notte più lunga della sua presidenza — durante la quale a Manila è stato anche assassinato un esponente dei separatisti islamici con cui il governo ha avviato trattative — la Aquino ieri mattina ha convocato una riunione di gabinetto che si è protratta per otto ore, senza la partecipazione del ministro Enrile e del vicepresidente Salvador Laurei. Conclusa la riunione, la Aquino ha an nunciato alla televisione di aver accettato le dimissioni di Enrile sostituendolo con 11 suo vice, Rafael lieto, un uomo che nel 1972 si era rifiutato di sostenere la legge marziale instaurata da Marcos. La decisione di procedere ad un rimpasto governativo appare agli osservatori un'Iniziativa di notevole perspicacia! politica. Da una parte, il presidente estromette l'uomo che, da destra, più di ogni altro contribuiva alla instabilità! del governo con continue cri-| tiche alla sua politica, e dall'altra va incontro alle richle-] ste dei militari, incluso lo stesso Ramos, che da tempo insistevano per l'allontanamento] dal gabinetto di ministri considerati troppo spostati a sinistra. E' inverosimile pensare che la Aquino accetterà le di-! missioni di tutti i ministri, alcuni dei quali torneranno probabilmente a far parte del nuovo governo. Ma non si esclude che resteranno fuori — forse per presentarsi can didati alle prossime elezioni legislative di maggio — perso naggi come il potente segretario particolare Joker Arroyo, il ministro del Lavoro Augusto Sanchez, ed il ministro per gli Enti Locali Aquilino Plmentel, tutti oggetto di ri petute critiche da parte dei militari. Se le dimissioni di costoro verranno confermate, la Aquino avrà dimostrato di rrile costretto a dimettersi aver accolto in pieno le richie- ste presentate nella settimana scorsa dalle Forze Annate, tramite Ramos, il quale ha svolto un ruolo centrale di mediatore tra la presidenza ed i militari, inclusi quei settori più vicini ad Enrile. Sem bra infatti ormai accertato che il temuto colpo di Stato non è avvenuto solo perché Ramos si è impegnato a far accettare al presidente una serie di richieste, riguardanti tanto il rimpasto governativo quanto la sua politica di riconciliazione nazionale con i guerriglieri comunisti Dopo la sua assenza dalla riunione governativa di ieri. Enrile si è recato al palazzo presidenziale di Malacanang trattenendosi a colloquio con la Aquino. Ne è uscito sorridente poco più tardi. In una intervista telefonica rilasciata ad un giornale italiano ha dichiarato: «Non sono stato li cemiato, ho fatto cadere il governo allo scopo di ottenere un chiarimento», Enrile ha anche detto di aver raggiunto con la Aquino «alcuni accordi- e ha concluso: «Se verranno rispettati, sarò il primo a rallegrarmene. Altrimenti potrà succedere di tutto».

Luoghi citati: Filippine, Manila