Mussolini vale parecchio e Andreotti va già all'asta

Trieste: le polemiche impreziosiscono gli autografi all'incanto Trieste: le polemiche impreziosiscono gli autografi all'incanto Mussolini vale parecchio e Andreotti va già all'asta INTERNO/ESTERO Importanti documeper la vendita che s TRIESTE — Febbre in aumento per i documenti di interesse storico che saranno venduti all'asta a Trieste all'inizio di dicembre. Dopo quanto scritto nella nostra edizione di lunedi, le telefonate si sono intrecciate numerose fra Roma e Trieste. A livello governativo si è appreso non senza stupore dell'esistenza di quegli incartamenti e della loro offerta all'asta. Senza dare risposta ad interrogativi inquietanti hanno semplicemente rilevato: ^Succede. Comunque se c'è un'Italia che ha venduto, ci può essere anche un'Italia interessata, diciamo, a ricomperare, specialmente se si tratta di documenti di rilevanza storica, soprattutto per un certo periodo*. Questo il discorso che viene .fatto al ministero dei Beni Culturali il quale, in questa sfera di competenza, è subentrato al ministero dell'Interno che si occupava in altri tempi di tale materia. Esiste una «Legge sugli Archivi», regolata da un Decreto del 30 settembre 1963. 'n. 1409, che menziona all'articolo 36 mil notevole interesse storico di archivi o di singoli documenti di cui siano proprietari, possessori o àetento"ri, a qualsiasi titolo, i privati al quale va abbinato l'articolo .40 della medesima legge che prevede un Diritto di preiasione da parte dello Stato nell'acquisto di materiale considerato interessante. Potrebbe essere questo il caso della vendita che si farà •a Trieste, per cui è possibile che al momento dell'asta sia ^presente in sala un rappresentante del ministero, forse a livello di Sovrintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia, sotto la cui giuri sdizione si trova appunto il luogo di voi..", a. Diciamo che 11 governo potrebbe essere ..l'acquirente numero uno. • "Quali sono i pezzi che finrj; ra hanno attirato-maggior attenzione? •n-inoin* sii.M I Lo domandiamo alla signora Liana Carlon Fragiacomo, ■battitrice, dell'asta. .Le nostre vendite hanno sempre suscitato interesse, ma questa adirei — risponde — che le sta superando tutte, forse dopo ciò che avete scrìtto. Mi telefonano da ogni parte e credo che nel giorno dell'asta faremo fatica ad accogliere tutti. Mi pare che il telegramma di Mussolini al maggiore Skorzeni, l'ufficiale tedesco che lo liberò dal Gran Sasso, attiri parecchia gente, ma anche lo scambio di lettere tra Mussolini e Galbiati sembra aver messo l'asta sossopra. Comunque posso dire che a smuovere di più le acque è l'incartamento relativo al referendum monarchia-repub blica del 2 giugno 1946. Può ^darsi che, esaminando con at• tensione quei fogli, gli studiosi scoprano cose interessanti che a noi sfuggono-, concili de. Questa cartc.la forse «scotta.. Racchiude documenti relativi alla proclamazione dei risultati del referendum, due vernali ufficiali, una lettera ^sette inviti a membri del governo, più trentacinque fogli di pratiche varie. Al ministero dei Beni Cui turali un'occhiata a tale fascicolo pensano di dargliela, ma c'è chi si muove anche su altri «versanti.. «Ci riserviamo di vedere i fogli per dare loro una interpretazione — dice il conte Giulio Solci Scarpi, vicepresidente del Movimento Monarchico Italiano — poiché noto che a livello di studio le nostre ricerche continuano su 'quell'argomento-chiave della storia nazionale. Fra gli studi siceMpncispprupLnsgdneclriscl enti finiti sulle bancarelle di Roma sono stati raccolti si terrà a dicembre - Lo Stato potrebbe riacquisirli si viene completando quello che direi esemplare e "nuovo" eseguito dall'avvocato Franco Malnati, e ogni apporto ci pare meritevole di attenzione*. Chi abbia venduto il fascicolo relativo al referendum istituzionale e come esso sia poi finito all'asta di Trieste, passando per le bancarelle romane di Porta Portese, è un mistero che non verrà probabilmente chiarito mai. L'attenzione del ministero , e non soltanto sua, si appunta su questi documenti poiché gli altri — come la corrispondenza di Mussolini con esponenti del fascismo o quelli di epoche ancora più remote — costituiscono una storia già letta e assodata. Il referendum è invece storia appena acquisita, vissuta ieri, oggetto di dibattiti e, sotto certi aspetti, pure di accese contestazioni. Da ciò l'interesse maggiore. Anche le quotazioni di mer¬ Ventesima mostra cato dei singoli «pezzi» paiono ora lievitare, già in partenza, considerando le prenotazioni che si accumulano a Trieste. Vediamo alcuni prezzi base. Lettera dattiloscritta di Mussolini ad Arpinati, 200 mila lire; lettera di Galbiati, 200 mila; testo autografo del telegramma di Mussolini a Skorzeni. 700 mila; biglietto autografo di Giulio Andreotti, che nel 1946 domandava a De Gasperi spiegazioni sull'accettazione di un invito al Quirinale del luogotenente Umberto (con risposta di De Gasperi), 50 mila lire. La cartella che si riferisce al referendum istituzionale ha un prezzo base di mezzo milione e il dossier sull'attività di De Gasperi, con 120 fogli prevalentemente autografati, appunti, minute e carte del Consiglio dei ministri, 400 mila lire. «Il biglietto di Andreotti a De Gasperi*. riconosce la si gnora Carlon, -potrebbe sem brare trascurabile ma desta invece molta curiosità. Chissà, molti ci hanno domandato spiegazioni. Potrebbe esserci tra gli interessati all'acquisto lo stesso ministro Andreotti. Del resto, il prezzo è per il momento alquanto modesto, più che accessibile. Il pubblico esprime a volte strani gusti. E' un momento in cui paiono andare a ruba i copricapo, di ogni foggia; per esempio, le feluche militari e diplomatiche che vanno da un prezzo di 150 mila lire al mezzo milione, piacciono, si vendono*. Al «palazzo, c'è stata sorpresa, anche un po' di imbarazzo per documenti ufficiali finiti a Porta Portese, poi la considerazione che, esercitando il diritto di prelazione, è possibile ricomperare ciò che interessa. L'Italia si può scoprirla, in fondo, prelazione a parte, anche nei cataloghi d'asta. Renzo Rossotti