All'interno della basilica palladiana Vicenza avrà un piccolo Beaubourg
Sede del centro culturale sarà l'antico «Palazzo della Ragione» Sede del centro culturale sarà l'antico «Palazzo della Ragione» All'interno della basilica palladiana Vicenza avrà un piccolo Beaubourg La proposta è scaturita da un incontro tra l'architetto Renzo Piano e Jean Maheu, responsabile del «Centre Georges Pompidou» - La caratteristica sarà quella della «poliedricità» VICENZA — E' ormai quasi certo: Vicenza avrà un suo piccolo Beaubourg o meglio, come preferisce definirlo l'architetto Renzo Piano, un centro culturale nel cuore della città, un «Palazzo della Ragione» che avrebbe sede proprio nell'antico Palazzo della Ragione di Vicenza: la basilica palladiana. Questo Straordinario monumento, costruite intorno a' 1460. fu, ètfcori'ctato. agli ifiizf'de'r '600, da una preziosa loggia opera di Andrea Palladio. La «basilica» ospita in questi giorni una mostra di Piano su «Venti anni di progetti e realizzazioni di architettura», organizzata dal comune di Vicenza, dalla Caoduro Lucernari e dalla Banca Popolare. Proprio nell'ambito di questa rassegna, l'ipotesi del centro culturale da istituire nella basilica palladiana è stata al centro di un incontro tra il presidente del «Centre National d'Art et de Culture Georges Pompidou», Jean Maheu, lo stesso Renzo Piano, che è autore, tra l'altro, del progetto dell'edificio del Beaubourg, in cui ha sede il Ce'htrO Pompidou,'e u'direttote;'deÌ'Museli 'tìvicf dj*W cenza, Fernando Rigon. Tema del dibattito, «I luoghi della cultura, l'esperienza del Centro Pompidou a Parigi e l'alternativa italiana». E' chiaro che rapportare le dimensioni di Parigi alla realtà vicentina non ha senso: le grandezze sono troppo «fuori scala» e per averne la misura basta pensare che nel Centro Pompidou lavorano 1200 persone, si organizzano 500 manifestazioni l'anno e si spende una ottantina di miliardi. Ciò non toglie che l'esperienza francese, secondo Maheu, possa fornire utili indicazioni all'iniziativa vicentina. E la caratteristica del Centro Pompidou che potrebbe essere «importatapiù proficuamente, è1 quella déltó'«pbliedricità»;11 mescolarsi di funzioni per cui chi va a cercare un libro nella biblioteca può finire per visitare anche una mostra e assistere a un dibattito. I quattro dipartimenti principali del Beaubourg — Museo d'Arte Moderna, Centro di Design, Biblioteca Pubblica e Centro di Ricerca Musicale — rispondevano, al momento in cui furono costituiti, ad un bisogno irrisolto a Parigi. Questo — ha rilevato Maheu • - fu il segreto del loro successo. La situazione si ripropone anche nel Veneto e a Vicenza in particolare, dove si avverte pressantemente il bisogno di un centro culturale della città. Nel «centro» della basilica palladiana forse in «scala» diversa da intentò avviene a Parigi, si I dovrebbe poter fare danza, teatro, piccole riunioni, esposizioni, musica. Un «centro piccolo ma variato», insomma, é stata la proposta di Piano, il quale ha già elaborato un preventivo dei costi: cinque miliardi di investimento iniziale e 350 milioni annui per la gestione; le varie manifestazioni sarebbero destinate ad autofinanziarsi. Si tratta, secondo Piano, di «usare intelligentemente gli spazi già esistenti» con qualche intervento sull'acustica, l'illuminazione e la climatizzazione. «Non sarebbe certamente un Beaubourg — ha precisato Piano — ma un ritorno al concetto di cuore della città, di antico Palazzo della Ragione con strumenti moderni che. assieme al vicino Palazzo Trissino, sede del municipio, concentrerebbe la gestione tecnico-amministrativa, culturale e commerciale della città». Una realtà come quella proposta, a parere di Rigon, potrebbe assolvere al compito della «promozione», che attualmente viene demandata troppo spesso ai musei, i quali sono già abbastanza oberati dal loro lavoro specifico, quello della conservazione di un patrimonio artistico che in Italia è tanto abbondante da risultare, parados salmente, proprio per la difficoltà, di conservarlo e di esporlo adeguatamente, «carente». Gigi Bevilacqua
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