Charles Aznavour, l'eterno

Charles Aznavour, l'eterno Charles Aznavour, l'eterno E' ancora seducente, pe mobilitati i potenti, né i presenzialisti, e neppure i nuovi ricchi golosi dì appuntamenti mondani (il •piccolo emigrato armeno* non canta per beneficienza, ma semmai per mantenere le sue numerose famiglie...). Per lui, che pure non si esibiva in Italia da diversi anni, i giornali e la televisione non hanno creato che una tiepida attesa. Molte poltrone (da 75.000 e 60.000 lire nel caso del Regio) sono rimaste vuote. Al suo recital c'è andata, piuttosto, la gente. Un pubblico caloroso, se non numeroso, ha applaudito l'altra perfetto nella parte del do sera «/'attore che canta*, lo chansonnier che per oltre un'ora e mezzo ha gridato e sussurato. ora disperato, ora ironico, ora confidenziale, le sue più famose canzoni. Da Devi sapere a Buon Anniversario, da Mamma a Istrione, da lo Ira di voi (e chi altri potrebbe cantare una canzone così?) a Bohème (questa sì, in francese), da Com'è triste Venezia a // mare da bere. Vestito di nero come d'abitudine, di poche parole (solo una rassicurante premessa per annunciare che avrebbe cantato in italiano), Aznavour ha riempito nnaiolo impenitente l'immenso palcoscenico di sé e delle sue incredibili, grandi mani. La vecchiaia (che su un uomo così piccolo fa più in fretta a lasciare i segni) sembra aggiungere un pizzico di credibilità in più al personaggio. A sessantadue anni Charles Aznavour è seducente come sanno essere soltanto certi uomini piccoli e brutti, perfetto nella parte del donnaiolo impenitente, convincente nel ruolo del marito esasperato da una moglie che si lascia andare, impeccabile nella costante strizzata d'occhio al pubblico, come a voler dire a me m'han rovinato le

Persone citate: Aznavour, Charles Aznavour

Luoghi citati: Bohème, Italia, Venezia