I «piccoli passi» di Solidarnosc

Che cosa cambia a Varsavia Che cosa cambia a Varsavia I «piccoli passi» di Solidqrnosc Una nuova censura del regime, mentre l'opposizione è divisa VARSAVIA — Le autorità polacche hanno impedito la pubblicazione di un articolo (innato dal portavoce dell'episcopato, padre Alojzy Orsznlik, nel quale si sostiene 11 «diritto naturale» dei laici a creare associazioni indipendenti. L'articolo, pubblicato su un bollettino interno dell'episcopato, doveva apparire questa settimana sul periodico cattolico di Cracovia «Tygodnik Powszechny» ma le autorità hanno posto il veto della censura. Negli ambienti episcopali si mostra prudenza circa una valutazione di.questo intervento della censura che fa seguito ad una serie di contatti fra le autorità ed esponenti della società indipendente, fra i quali personalità vicine alla Chiesa, per la creazione di un «consiglio consultivo» presso la presidenza della Be pubblica. Dopo l'intervento contro la pubblicazione dell'appello di Le eh Walesa e altri oppositori polacchi rivolto al Presidente degli Usa per la definitiva abrogazione delle sanzioni contro Varsavia, una nuova censura ha colpito, nei giorni scorsi, il più autorevole organo cattolico di Polonia: il Tygodnik Powszechny che si pubblica a Cracovia: nel suo ultimo numero, infatti, non è passato un articolo di padre Alojzy Orszulik (portavoce della Conferenza episcopale) in cui si sostiene che la partecipazione dei laici alla vita della società e agli sforzi per il suo miglioramento presuppone il rispetto di «un diritto naturale inalienabile': 'la libertà d'associazione». L'articolo di padre Orszulik, implicitamente, sembra affermare il rinnovato sostegno della Chiesa al disciolto sindacato Solidarnosc, le cui strutture «sotterranee» sono da poco più di un mese uscite dalla clandestinità, rivendicando il diritto ad un'esistenza pubblica e legale. Da qui, la recente formazione del .Consiglio provvisorio di Soltdarnosc» e l'uscita .di clandestinità di numerosi dirigenti «illegali». Intanto, nell'opposizione è in corso una vivace discussione sul futuro di Solidarnosc e sull'impostazione di una nuova linea politica. Il governo militar-comunlsta ha preso iniziative che hanno costretto l'opposizione a un ripensamento della propria strategia: si tratta dell'amnistia a favore dei prigionieri politici decisa nello scorso settembre e di una nuova legislazione che mitiga le sanzioni penali contro i responsabili di attività «non legali*. Il Sejm polacco, infatti, ha votato il 24 ottobre scorso una legge secondo cui i cittadini arrestati per aver preso parte ad organizzazioni illegali o a dimostrazioni non autorizzate o alla pubblicazione di letteratura clandestina potranno essere giudicati da collegi amministrativi, che hanno la facoltà di irrogare pene non superiori ai tre mesi di prigione. Tuttavia, questa nuova legge non significa che gli articoli più repressivi del •codice pe.-ile- polacco siano stati modificati. Le autorità, infatti, si riservano il diritto di decidere quali casi possano essere demandati al giudizio del collegi amministrativi (presso la milizia) e quali, invece, debbano essere sottoposti al giudizio dei tribunali ordinari. Si può supporre che la misura vada incontro alla volontà del governo di evitare processi politici che rischierebbero di attirare nuovamente sulla Polonia l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale. Di fronte a queste misure «distensive* (con ombre sostanziali: per esempio, il rifiuto governativo di intavolare un dialogo costruttivo con l'opposizione e l'amnistia parziale di cui hanno beneficiato gli assassini di padre Popieluszko), l'opposizione appare divisa: alle azioni illegali e di massa (o a gesti simbolici ed «esemplari») si antepongono iniziative più modeste, ma concrete e -legali-. Tra queste si segnala la fondazione, avvenuta giorni fa a Stettino, di una sezione polacca della Lega Internazionale dei diritti dell'uomo. L'iniziativa è stata presa da una ventina di personalità dell'opposizione e il suo dirigente è Jan Kostecki, che ebbe al suo attivo la fondazione di un «Comitato per la difesa della legalità», subito sciolto dalle autorità: il suo fine è la difesa di tutti coloro che vengano arrestati per «reati di coscienza*. La battaglia per la difesa del diritti umani riacquista, come avvenne già nei secondi Anni Settanta (quando venne fondato e si sviluppò il Kor di Kuron e Michnik), un'importanza primaria. Appunto Jacek Kuron, una delle personalità di maggior spicco dell'opposizione, in un suo articolo di cui è apparsa anche- ùha^* traduzione • in i francese {Le Monde, 2-3 novembre), ha individuato nell'opposizione tre precise tendenze: una •moderata» o 'legalista* che cerca la collaborazione con il potere; uria 'radicale* che considera tradimento qualsiasi forma di collaborazione ed è favorevole alla continuazione delle attività illegali e clandestine; una, infine, 'Centrista*, fautrice di una politica di 'piccoli passi*, consistente innanzitutto nella difesa dei diritti umani e nel mantenimento e ampliamento degli spazi d'azione ancora esistenti, come l'azione legale di comitati di fabbrica, le 'Università volanti*, la stampa ed editoria alternativa rispetto a quella ufficiale, che pure rivela in questi ultimi tempi inattese aperture, come la prossima pubblicazione legale dell'ultimo romanzo dello scrittore d'opposizione Tadeusz Konwicki. .Mondo nuovo e dintorni*. Kuron, assieme a Walesa e altri esponenti di primo piano dell'opposizione, è fautore di quest'ultima linea 'Centrista*, anche per le ben note considerazioni di carattere geopolltico. Tuttavia, le censure del potere contro la libera stampa cattolica (come quella che ha ora colpito l'articolo di padre Orszulik) non sembrano incoraggiare i rappresentanti moderati e centristi dell'opposizione. I ond™. Sfoggio di cappelli alla tradizionale festa della rimembranza: Diana principessa del Galles, la principessa Anna. Sarah duchessa di York, la regina-madre Elisabetta. A questo gruppo femminile della famiglia reale manca soltanto la regina Elisabetta

Persone citate: Elisabetta, Jacek Kuron, Kostecki, Kuron, Michnik, Tadeusz Konwicki, Walesa

Luoghi citati: Cracovia, Galles, Polonia, Stettino, Usa, Varsavia