Quattro «ciacole» trasparenti come il cristallo di Piero Soria
Guardare Venezia attraverso le chiacchiere e il buon senso dei suoi abitanti Guardare Venezia attraverso le chiacchiere e il buon senso dei suoi abitanti Quattro «ciacole» trasparenti come il cristallo Cronache minute VENEZIA — Ciacole dal profumo d'incenso tra i banchi severi di una chiesa, antica di santi dorati, per una sposa bambina arrivata in gondola a San Maurizio. («/ g'ha fato avrir la gesa aposta: i deve eser propprio richi* — •/ sta nel palasso in Campo, ma non voi dir: son tanti i poareti che a Venesia i vive nei palassi...*). Ciacole dal profumo di caffè e di gelato dietro la vetrina di una calle o tra i tavolini di un bar alla Ca' d'oro. («7. g'ha visto il conte Marzolo? Sempre col can e da solo: con luti sti fioi e sta muger, si voi desmentegar el ciapa un vaporln per Rialto e scapa...*). Ciacole dal profumo di mare che arriva con 11 vento della Giudecca. ('Continua la guera de le ostarle: De Micheli» g'ha mesa il capei sui "Do forni" e Rigo su "La colom¬ delle calli, riflessioni ba": sta a veder che, a sto punto, anco "La Madona" voi diventar socialista!* Venezia è cosi: vive di pettegolezzi fitti come ricami e lucenti come cristallo. Sempre trasparenti,'interclassisti (nobili, borghesia e popolo accomunati nella stessa arte), mai maligni: tante cronachette di una gazzetta sussurrata di porta in porta che prende spunto da una luce accesa ad un secondo piano o da una luce che Invece ('Sta atento...*) non è stata accesa. E' un modo per rimanere veneziani, avvinghiati in una storia comune (*son tute cosse de famegia*) che, sola, è ormai in grado di dare certezze a chi si sente completamente espropriato. Della politica prima di tutto. 'Sindaci, assessori, portaborse, presidenti di Enti e di Comitati: tutta gente di terraferma. Che non sa niente di amare sul mondo po isole, di canali, di acqua alta: corrono sui loro motoscafi di rappresentanza dalle case di Mestre o di Dolo agli uffici in Laguna e non camminano mai per strada. Nessuno li ha mai visti e mai li vedrà. Essere di Marghera è come essere di Acireale o di Licata per voi di Torino o di Milano. Un altro mondo, e non basta una legislatura per integrarsi: ci vogliono generazioni.* E dalla politica scende il resto. «Pensano solo ai turisti: ad incassare, a stipare, a far scoppiare il contenitore. Sensi unici a Carnevale per incanalare flussi di carne umana che non ha bisogno di maschere per interpretarsi. Se non riesci a spezzare la corrente ti portano via dalla porta di casa, la tua casa, le tue scale, che diventano un<porto lontano, irraggiungibile. I figli all'asilo, a scuola, la moglie al lavoro: riusciranno litico - Il tempo ha mai a tornare?* Di questo si chiacchiera al caffè. (Gli unici caffè al mondo con 11 bancone In vetrina, affinché il vicolo non cessi la trasmigrazione di notizie). E la chiacchiera diventa verità, protesta, lagnanza, vita: clacola. La Fiat e Palazzo Grassi? Un'impresa . incredibile per Venezia: «Ci hanno insegnato il valore del tempo, a fare cose che la nostra testa concepisce solo se i giorni davanti sono mille. Efficienza, potenza, eccetera eccetera*...('Ma varda quel marmo: vien de già fora il nero de mar. Sarà che tuta quell'ossigeno a pression il g'ha lavora tropo forte. Ig'ha fato vialensa e il palasso protesta...*). Fatalismo? No: piuttosto saggezza antica, conoscenza quasi carnale di un mondo che s'inizia alla frontiera di Piazzale Roma. *Ne son venuti tanti qui: quando nelle un'altra dimensione vostre città rapivano bambini e capitani d'industria, la gente che conta si è trasferita, ha comperato grandi case, le ha restaurate e poi non ha mai fatto in tempo ad abitarle perché frattanto le cose erano cambiate. Costruire, risanare: tutto barca e remo. Ci vogliono lustri e chi non ha i nostri ritmi si perde per strada. Intanto però Venezia è stata venduta: come al mercato. (*Ha senti? Il fra telo de Cardini ha compri dopo gli Sciavani: 900 milioni. Poareto: adeso il g'ha da spender quassi do miliardi per sistemane un poco. Manco mal: voi dire che dormiri nel panfilo davanti casa per qualche amieto.J. Tutta colpa della politi ca dunque? «ivo, de queli che la fan. Approposito: anca stavolta Moravia non x'è vegnù. Chissà mai parche i g'ha coti in campo Manin?» Piero Soria
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