Gli aiuti dell'Occidente all'Etiopia ingrassano i miliziani di Menghistu

INTERNO/ESTERO INTERNO/ESTERO Gli aiuti dell'Occidente all'Etiopia ingrassano i miliiiani di Menghistu Tunisia alle urne Esito scontato Un miliardo e mezchiediamo neppur Durante un meeting tenutosi a Parigi 11 29 ottobre scorso (tema: 'Etiopia: la pietà pericolosa — Dall'aiuto alle vittime all'aiuto ai carnefici*), al quale hanno partecipato noti intellettuali e uomini politici francesi (tra cui il. segretario di Stato ai diritti umani Malhuret e l'ex premier Fabius), sono stati messi sotto accusa gli aiuti concessi dai governi occidentali al regime mllitar-comunlsta del colonnello Menghlstu: solo nell'85 sono ammontati a qualcosa come un miliardo e mezzo di dollari, destinati alle popolazioni colpite dalla terribile siccità e carestia del 1983-84. Alcune associazioni umanitarie hanno denunciato l'anno scorso precise circostan ze: una parte cospicua di aiuti è andata direttamente all'armata etiopica impegnata contro le guerriglie autonomiste in corso da molti anni nei territori colpiti dalla sic cita (Eritrea, Tigrai, Wollo); un'altra parte è ricomparsa, dopo essere stata stoccata Massaua, nel negozi delle citta, a prezzi alti. Al convegno parigino più di un intervenuto ha denuncia to il •charity business* e condannato i silenzi occidentali (specie della Cee) intorno alla politica agraria del regime fondata sulla collettivizzazione delle campagne; sul trasferimento forzato di intere popolazioni dagli altipiani del Nord alle aree paludose, umide e malariche del SudOvest; sulla villaggìzzazione, vale a dire riunione forzata dei nuclei di agricoltori e al levatori, tradizionalmente sparsi. Questa politica ha prodotto ben noti disastri, perfino nel le zone agricole precedentemente eccedentarie; morti a decine e decine di migliaia profughi In Somalia, Sudan Kenya (più di un milione). Al convegno di Parigi il «nuovo filosofo» André Giùcksman ha testualmente dichiarato: «420 miliardi di lire, 300 mila deportati. Ecco le ci' fre dell'aiuto fornito da Roma ai trasferimenti di popolazione*. 'Silenzio, si uccide*: si potrebbe dire riprendendo il titolo di un pamphlet che lo stesso Glucksman, insieme con il giornalista Thierry Wolton, ha dedicato al tema degli aiuti occidentali ai Pae si dittatoriali del Terzo Mondo. Oli aiuti italiani ad Addis Abeba, infatti, sono quelli più alti in tutta l'area della Cee ma niente viene chiesto in cambio. -Non abbiamo il diritto di interferire nelle scelte del governo etiopico*, ci ha dichiarato un giovane fun zionario della Farnesina. L'Italia dona progetti soccorso medico (per circa 150 miliardi di lire); infrastruttu re destinate ai • nuovi villaggi» (regione del Lago Tana) per 120 milioni di dollari; derrate alimentari. Alla fine di ottobre, siamo capitati in Etiopia con una delegazione che veniva ad inaugurare un centro ospe dallero prefabbricato (valore 2 miliardi di lire) donato villaggio di Quìjha, presso Makallé, capitale del Tigrai, grazie a una generosa sottoscrizione popolare indetta dai quotidiani L'Arena di Verona e II Giornale di Vicenza. Que sto centro (30 posti-letto, 6 ssutrfbtmszgrug zo di dollari nell'85 e il rispetto della sale di pronto intervento) sorge in un'area dove fino a un anno fa si levavano le tende di un enorme campo di raccolta di profughi - per fame. Si tratta di una zona brulla e assolata, interamente circondata da baraccamenti, accampamenti e postazioni militari. In questa zona è in atto da tempo la guerriglia del Fronte di liberazione del Tigrai (si temeva un attacco dimostrativo dei guerriglieri). Il dono italiano cadeva, emblematicamente, in un contesto tutt'altro che pacifico: soldati, milizia popolare, polizia politica, tutti con kalashnikov a tracolla, camion militari carichi di armati, cannoni; a poche centinaia di metri un aeroporto militare su cui si posavano »Antonov» sovietici, guidati da persona¬ 5 - I soccorsi italiani sono i più alti della Cee - Ma non vita di coloro cui questi doni sarebbero destinati le tedesco-orientale. Francamente non abbiamo capito perché i rappresentanti del nostro governo, inaugurando il centro, abbiano parlato di 'Comune volontà di pace dei due governi*: tanto evidente appariva il contrasto tra il generoso dono veneto e l'aspetto castrense dell'Intera zona. Con 1 soldati c'era una gran folla di bambini sorridenti, ma laceri e malnutriti, anziani dall'aria rassegnata; accanto a loro i funzionari del partito unico di Menghlstu (Wep), In tuta di foggia cinese color carta da zucchero, avevano l'aspetto di persone ben nutrite e piene d'autorità. Ci siamo chiesti, a questo punto, se l'ospedale sarebbe andato alle popolazioni locali, oppure ai rappresentanti, militari e civili, di un regime che è in¬ Eletti 125 deputati Burghiba senza rivali TUNISI — Per la settima volta in trent'anni di Indipendenza i tunisini si sono recati ieri alle urne per eleggere i 125 deputati dell'Assemblea nazionale. Dalla consultazione, svoltasi in un clima di apparente indifferenza, non si attendono sorprese. La campagna elettorale si è svolta in tono minóre ed anche la stampa, allineata su posizioni filogovernative, ha dato ben poco rilievo all'evento. Dei tre giornali in lingua francese usciti ieri, uno solo riportava gli orari dei seggi. L'esito è dunque scontato, sicura la riconferma del partito desturianO' del premier Burghiba. Quest'anno infatti molti movimenti di opposizione hanno deciso di non ripre sentarsi, ritenendo di non avere sufficienti garanzie di correttezza.

Persone citate: André, Burghiba, Durante, Fabius, Thierry Wolton, Wollo