«Non esiste pericolo per gli abitanti dopo la fuga radioattiva di Saluggia»
«Nero esiste pericola per gii abitanti dapa la fuga radioattiva di Salmggia «Nero esiste pericola per gii abitanti dapa la fuga radioattiva di Salmggia Lo afferma l'Enea-D VERCELLI — L'Enea-Disp di Roma, il massimo organismo di controllo sulla sicurezza nucleare in Italia, ha consegnato al parlamentare vercellese Ennio Balordi, vicepresidente della Commissione Industria del Senato, una relazione dettagliata sulla fuga di pulviscolo radioattivo del 23 ottobre nello stabilimento della «Sorin Biomedicc» di Saluggia. L'incidente è stato ricostruito dagli esperti nella Disp e la parte più importante della relazione è quella che esclude ogni tipo di pericolo estemo. Anche per quanto riguarda i dipendenti contaminati (in tutto, una trentina), la Direzione sicurezza nucleare e protezione sanitaria dell'Enea assicura che le dosi di cobalto essorbite «sono ampiamente nella norma prevista per i lavoratori professionalmente esposti». Ecco comunque la ricostruzione ufficiale dell'incidente. Il 23 ottobre, alle 10, nel re¬ isp di Roma che dopo i c parto radiofarmaci della «Sorin Biomedica», un'azienda all'avanguardia in Europa nel settore della bioingegneria, si stava svolgendo una normale operazione di trasferimento di una «sorgente» di cobalto 60 in un nuovo portaisotopo. Il trasporto era stato commissionato dalla ditta «Gammatom» di Guanzate (Como): dal portaisotopo, il cobalto doveva poi essere inserito in un'apparecchiatura per la gammagrafia industriale. Secondo gli accertamenti della Disp di Roma, l'operatore che era incaricato di fare quel trasferimento, in un'apposita cella schermata, utilizzando i telemanipolatori, non è riuscito a estrarre il cobalto dal portaisotopo e allora avrebbe utilizzato un attrezzo forse non adatto recuperato nella cella. La sorgente radioattiva è poi stata sistemata nell'apparecchiatura schermata della «Gamma- CHE TEMPO FARA' ontrolli ha consegnato la mat». Evidentemente, durante l'inserimento del cobalto c'è stata la fuga di radioattività. Cosi, quando i quattro operatori (due della Sorin e due della ditta comasca) hanno aperto la porta della cella, gli apparecchi di monitoraggio hanno segnalato il pericolo. L'intero reparto, secondo la relazione dell'Enea-Disp, è stato subito sgombrato. Intanto, la cella schermata veniva sigillata con silicone mentre si avviava la decontaminazione del reparto radiofarmaci. Boiardi aveva chiesto alla Disp quali erano stati gli interventi compiuti sui lavoratori esposti alle radiazioni. Questa la risposta: «Sono stati fatti prelievi di muco nasale su 17 dipendenti; quindi ulteriori analisi radiotossicologiche sono state compiute al Centro specializzato di Ispra mentre è subito intervenuto il medico autorizzato della Sorin per som¬ relazione conclusiva ministrare preparati mucolitlci». Osserva la Disp nella lettera a Boiardi: «Tracce di contaminazione sono state riscontrate in un punto del pavimento della Sorin, ma non sul banco dei cibi nè sul pavimento della zona comune con l'Enea». La Disp spiega che sono stati fatti sull'aria, sull'acqua, sulla terra e sull'erba dai tecnici della Fisica sanitaria della Sorin Biomedica e, quindi, dagli esperti delle Unità sanitarie locali di Chivasso e di Ivrea. Infine, dalla stessa Disp. In nessuna di queste analisi sono stati riscontrati dati anomali. Anche il Consiglio comunale di Saluggia, riunitosi in seduta «aperta», ha preso atto, dichiarandosi soddisfatto, delle informazioni fornite alla «commissione nucleare» dalla Sorin che escludono ogni tipo di allarme per la popolazione. Enrico De Maria
Persone citate: Boiardi, Enrico De Maria
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