Conquistati da Ingrid di Milena Milani

Conquistati da Ingrid Conquistati da Ingrid La Bergman e sua figlia Isabella Rossellini: due generaz Arrivò leggera come una silfide, il volto senza trucco, i capelli cortissimi (che poi diventarono di moda, fu proprio lei a lanciare il taglio alla Giovanna d'Arco). Sorrideva a tutti e a nessuno; quel sorriso nasceva istintivo sulle sue labbra, potrei dire che correva come il vento. Battemmo tutti le mani in un applauso sincero, Ingrid Bergman arrossi schernendosi e lui Roberto Rossellini, il maschio vittorioso, il regista latino che l'aveva strappata alle platee americane, ci guardò sicuro del suo potere, come se quel tributo di ammirazione gli fosse dedicato. Ci sedemmo al lungo tavolo nella saletta degli artisti eravamo al «Bagutta», a Milano, 10 mi trovai di fronte a Ingrid, ebbi modo di osservarla bene, di parlarle. Brand anni lontani; l'amo-, re, anzi la passione tra l'attrice e il, regista avevano infiammato e anche diviso la gente di vari continenti C'era chi detestava quel loro esporsi in pubblico, quell'ostentazione di ordine anche sessuale; qualcuno invece (soprattutto in Italia) li capiva, li giustificava. Per l'ambiente artistico di Bagutta non c'erano problemi. Quel giorno, a colazione, Ingrid Bergman conquistò tutti noi Era vestita di grigio, un colore spento che non le donava, a me parve come una tortorella capitata tra le unghie di un falco. Rossellini, che già conoscevo perché veniva a volte alla Galleria del Naviglio di Carlo Cardazzo, a Milano (Cardazzo era il mio compagno, e anch'io, che vivevo con lui, ero considerata fuori della legalità), non la lasciava con gli occhi, e mentre la fissava la dominava. C'era, tra loro due, una corrente fortissima intrisa di sesso, e anche di peccato; io, perlomeno, l'avvertii, e ne subii il fascino. Ingrid mostrava a noi tutti soltanto il viso e le mani l'abito era accollato, ma la sua pelle nascosta era come illuminata, come vi fosse dell'elettricità, e sensazioni eccitanti, attraverso 'Ù sistema nervoso, giungessero a ogni cellula, trasmettendo a tutto 11 suo còrpo una tensione infinita. A volte, la bocca, so¬ zioni, il mondo è cambiato, la società è diventata permissiva, o meglio, non si stupisce più di niente. H nudo femminile è una merce come un'altra, ha indubbiamente un peso sulla bilancia. D nudo, inoltre, si è visto in tutte le salse, offerto su riviste patinate, nei libri al cinema, in teatro, in televisione: le donne, oggi si spogliano perché è un loro diritto, gestiscono insomma il corpo come il conto in banca. Ho incontrato Isabella Rossellini in più occasioni, molto superficialmente, però, e lei, del resto, non ha dimostrato di tenere in considerazione il fatto di esserci conosciute. E' una ragazza che dimentica, che vive in fretta e brutalmente le giornate. A differenza di sua madre che aveva un'anima che traspariva dal corpo, sotto gli abiti. Isabella, la sua anima, la nasconde chissà dove; la spinge in luoghi inaccessibili, non sotto la pelle giovane, non sotto le sue forme armoniose (è anche lei molto bella), ma in un prattutto il labbro inferiore, si contraeva involontariamente, come se invece di essere a tavola, la proprietaria di quel corpo si trovasse a letto, e il rapporto sessuale stesse per avvenire. A me fece tenerezza, mi. sentii accanto a lei, solidale con lei La sensualità di Ingrid era, oltre che fisica, anche intellettuale: il suo cervello decideva l'appagamento, o meglio si abbandonava al desiderio, perché in lei il sesso era anche un mezzo per esprimere l'amore, e in quel tempo Ingrid era molto innamorata. Nella Bergman non ci fu mai la necessità di mostrare il corpo nudo sullo schermo, per far breccia negli spettatori era pura ma anche impudica, donna completa, attrice, completa. Bastava un suo bacio per accendere la fantasia, lo sanno bene coloro che hanno visto il film Notorius. B caso di sua figlia. Isabella Rossellini è differente. Intanto c'è un salto di genera¬ ioni a confronto pozzo profondo dove non si arriva, e dove ristagna un sentore di morte. Il suo ultimo film, quel • Velluto blu» del regista David Lynch, rifiutato da Rondi alla Mostra di Venezia, ne è la prova. Isabella è Dorothy, un personaggio malsano, incline alle perversioni sessuali, il cui esibizionismo è totale, senza pentimento, il nudo in ogni posa, anche la più sconcia, non la intimorisce affatto. Qualcuno obietterà: «Ma allora è una grande attrice». No, non lo è, perché nel suo modo di recitare, di esporsi, c'è come una provocazione voluta sia da lei, sia dal regista di questa trama Improbabile e complicata, una specie di giallo erotico a uso e consumo dei voyeur. Ma. la libertà è sacra, quindi non posso impedtóéi.à Isabella dì spor \ gllarsi Posso però consigliarle di rivedersi tutti i film di sua madre, per capire quell'antica parola: anima, la cui radice significa «respirare». Milena Milani

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