A Vienna rifioriscono le speranze di dialogo di Paolo Patrono

Dopo Reykjavik, una nuova occasione per le superpotenze Dopo Reykjavik, una nuova occasione per le superpotenze A Vienna rifioriscono le speranze di dialogo lì ministro degli Esteri Shevardnadze è arrivato ieri nella capitale za per la sicurezza e cooperazione in Europa - Mercoledì rinco VIENNA — *Non sono venuto qui solo per vedere Shultz. La mia missione principale è la Conferenza: Con queste parole, il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze ha voluto sminuire l'importanza del «vertice» di mercoledì a Vienna con il segretario di Stato americano. I riflettori sono puntati sui capi delle diplomazie delle due superpotenze, dai quali ci si aspetta un rilancio delle prospettive di accordo tra Urss e Usa dopo la deludente maratona di Reykjavik. Ma Shevardnadze, arrivato ieri a Vienna per presenziare martedì all'apertura del lavori della Conferenza sull'applicazione del patto di Helsinki sulla sicurezza e cooperazione in Europa, è apparso molto cauto con 1 giornalisti che erano ad attenderlo all'aeroporto della capitale austriaca. Evitando di pronunciarsi sull'ordine del giorno del colloqui con Shultz, Shevardnadze ha detto che a Reykjavik era stata -raggiunta la comprensione della necessità e possibilità di risparmiare all'Europa le armi nucleari* e ha, auspicato un miglioramento del clima politico in Europa. Shevardnadze ha assicurato che l'Unione Sovietica è disposta «a cooperare con i rappresentanti di tutti gli Stati europei, degli Stati Uniti e dei Canada» alla Conferenza tra 135 firmatari degli accordi di Helsinki: Quello di mercoledì tra Schultz e Schevardnadze sarà il primo colloquio ad alto livello fra Usa e Urss dopo il fallimento del vertice di Reykjavik. L'agenzia ufficiale sovietica «Tass-, nel dare l'annuncio della partenza di Shevardnadze per Vienna, ieri però non ha minimamente parlato dell'atteso incontro. La settimana scorsa, un portavoce del ministero degU Esteri sovietico aveva n (Segue a pag. 2-9* col.) Vienna. 11 ministro sovietico Shevardnadze austriaca dove si apre domntrò con il segretario di n primo ad arrivare a Vienna, ieri, è stato 11 ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze, in largo anticipo sull'apertura della Conferenza per la sicurezza e cooperazione In Europa (Csce), fissata per domani, che rappresenta il «forum» per riannodare il filo negoziale tra Usa e Urss tre settimane dopo Reykjavik. A Vienna, infatti, Shevardnadze incontrerà, mercoledì e giovedì, il segretario di Stato americano Shultz. Dopo le polemiche, le versioni divergenti, le interpretazioni distorte di quanto è avvenuto in Islanda, l'appuntamento è atteso come un'importante verifica sullo stato effettivo dei rapporti fra le due superpotenze e sulle reali prospettive dei negoziati sul disarmo, arenatisi a Reykjavik sullo scoglio dell'.Sdi». Il quadro in cui si colloca la ripresa di contatti tra le superpotenze offre molteplici occasioni per saggiare la buona volontà di Mosca e di Washington. Infatti, la conferenza Csce di Vienna, terzo appuntamento di verifica dell'Atto finale di Helsinki dopo Belgrado e Madrid, comprende tre «cesti» '(come si definiscono in linguaggio diplomatico), o capitoli in discussione: sicurezza, diritti omani la Conferen Stato Usa Shultz umani e rapporti economici e culturali tra Est e Ovest Nella capitale austriaca, davanti alla platea di 35 Paesi (tutti gli europei meno l'Albania, più gli Stati Uniti e il Canada), i veri termini negoziali non saranno più ristretti ai soli interpreti principali. Usa e Urss, come in Islanda. Tutti i ministri degli Esteri convenuti a Vienna (Andreotti giungerà nella capitale austriaca direttamente dalla Cina e incontrerà sia Shultz che Shevardnadze) avranno infatti mòdo di verificare personalmente i «nodi» delle trattative, gli spiragli, l'eventuale impasse. Sia chiaro, formalmente non sarà a Vienna che Usa e Urss fisseranno i passi da compiere per un eventuale accordo sui missili a media portata (IFN), per una drastica riduzione dei missili strategici o per avanzare sullo spinoso problema dello «scudo spaziale». Ma dalle indicazioni che i partecipanti coglieranno sul possibile seguito da dare al primo, premettente accordo raggiunto un mese fa a Stoccolma sulle «misure di fiducia» nel teatro europeo (Informazioni reciproche sulle manovre militari Paolo Patrono (Segue a pag. 2-7* col.)