Una cinevoglia di Medioevo

Una cinevoglia di Medioevo Domani sera viene presentato a Parigi il film di Treves «La coda del diavolo» Una cinevoglia di Medioevo E' una vera ondata - Tavernier comincia a febbraio «D quarto comandamento», Zulawsky prepara «Gilles et Jeanne» - Suzanne Schumian, collaboratrice di Truffaut, debutta nella regia con «Le moine et la sorcière» e Delvaux progetta una «Oeuvre au noir» ROMA — .Nel Medioevo c'è tutto: avventura, turbamento religioso, consapevolezza del disordine circostante, incombere d'un momento di grande passaggio. Tutte le inquietudini più contemporanee., dice 11 regista Giorgio Treves. La coda del diavolo, il f uo film italo-francese ambientato nelle Fiandre «alta fine di quel Quattrocento che in Francia aveva ancora caratteri medievali; viene presentato domani sera in una lussuosa anteprima a Parigi, ed è soltanto una delle opere che definiscono un piccolo fenomeno: la nuova ondata francese cinemedievale, la voglia di Medioevo. Bertrand Tavernier comincia a febbraio a girare la storia medievale d'un castellano che torna dalle sue insanguinate spedizioni guerriere: 11 protagonista è Bernard-Pierre Donnadieu, il titolo potrebbe essere Le quatrième commandement (Il quarto comandamento) perché la vicenda racconta un conflitto tra padre e figlia. Andrzey Zulawsky, lo sfrenato regista franco-polacco, prepara Gilles et Jeanne, tratto dal romanzo di Michel Tournler sul rapporti tra Giovanna d'Arco e il terribile Gilles de Rais, compagno d'armi della Pulzella, Grande di Francia, detto Impropriamente «Barbablù», che dal 1432 al 1440 uccise o fece uccidere centinaia di bambini e ragazzi di cui aveva abusato sessualmente, e che mori santo dopo il prò- cesso e una clamorosa conversione. Ancora. Suzanne Schiffman, collaboratrice di sempre di Truffaut, ha scelto 11 xm secolo per 11 suo primo film Le moine et la sorcière (Il monaco e la strega). Storia ricavata da un testo latino del domenicano duecen¬ tesco Etienne de Bourbon, scritta dalla medievalista Pamela Berger docente alla Boston University: un monaco itinerante (Tchéky Karyo) percorre le campagne dando la caccia agli eretici, compresa la strega (Christine Boisson) di un villaggio che adora un cane come una divinità. Spostandosi più avanti nel tempo, André Delvaux prepara Oeuvre au noir (L'opera al nero), tratto dal romanzo di Marguerite Yourcenar che rievoca 11 XVI secolo segnato dall'Irrazionale: l'opera al nero rappresenta In alchimia la fase di dissoluzione della materia e, simbolicamente, il momento in cui u essere tenta di liberarsi del pregiudizi e si mette In cerca della liberta. Come mai, che succede? A suscitare la nuova ondata cinemedievale forse non è stato l'esempio né il successo In' ternazlonale de II nome della rosa che Jean-Jacques An naud ha tratto dal romanzo di Umberto Eco: da tempo 11 Medioevo è una moda culturale, un fantasma fascinoso che dalla storiografia e dalla letteratura è arrivato attraverso la fantasy al fumetto e al cinema spettacolare (Excalibur, Legend), che arriva ora al cinema d'autore, Una moda che non va disprezzata, che presenta fenomeni interessanti, dice lo storico medlevle francese Jacques Le Goff. Lui la spiega cosi: ci stiamo allontanando dall'Antichità che, nel ridursi dello studio scolastico del latino, diventa per noi quasi una preistoria; 11 Medioevo prende il posto dell'Antichità come «nostro passato» «e noi ritroviamo nel Medioevo l'esotismo dei tempi antichi e insieme la genesi di molti aspetti della vita contemporanea'. E' l'Idea che, consapevolmente oppure no, ha guidato anche Giorgio Treves per La coda del diavolo. Treves ha 41 anni, è nato a New York dove i suol genitori torinesi erano emigrati nel 1940 per sottrarsi alle persecuzioni fasciste contro gli ebrei; ha studiato a Torino, ha deciso sin dall'infanzia di fare il cinema; a Roma é stato assistente o aiuto regista di Rosi, De Sica, Visconti; ha diretto cortometraggi famosi, premiati, «nominati» per l'Oscar, ha realizzato Inchieste e adattamenti teatrali per la Tv, lavori per 11 cinema Industriale; con Paolo Zaccaria ha formato la società di produzione «Cinema e Cinema», che ha prodotto anche questo suo primo lungometraggio. Ne La coda del diavolo, tratto da un romanzo di Vincenzo Cerami, l'ha specialmente affascinato, dice, «il momento storico in cui certi valori avevano perduto forza trainante, e un'altra epoca cominciava. 17 passaggio tra vecchio e nuovo mondo-, n luogo unico del suo film 6 un vecchio lazzaretto isolato nella campagna, che ospita gli ultimi lebbrosi e 1 primi malati di sifilide: .La lebbra è quasi un simbolo del Medioevo agonizzante: andava sparendo come il mondo contadino, il mondo religioso. La sifilide è quasi un simbolo di nuovi modi di vivere, del formarsi delle nuove classi sociali mercantili e borghesi. I lebbrosi erano portatori di emarginazione ma anche di sacralità, erano quelli che soffrivano per conto degli altri. I sifilitici, malati della malattia d'amore, erano considerati soltanto portatori del peccato e del marchio del diavolo da quelle gerarchie della' Chiesa cattolica che ti perseguitarono, uccisero e misero al bando con lo stesso orrore, la stessa superstizione scatenatisi oggi intorno all'Aids». Treves ha raccontato nel suo film soprattutto la storia d'amore tra il tormentato medico del lazzaretto e una meravigliosa ragazza malata di sifilide, ma la scelta del Medioevo resta essenziale e In cer'*o modo allusiva al nostro presente: .Siamo alla fine dell'Anno Mille. Anche noi al passaggio tra un passato di regole e confine, e un futuro deregolato, illimitato nello spazio: Lietta Tornar/turai

Luoghi citati: Francia, New York, Parigi, Roma, Torino