Coldiretti apre supermarket di Gigi Padovani

Coldiretti apre supermarket Lobianco illustra la nuova strategia della sua associazione Coldiretti apre supermarket La grande confederazione agricola pensa di utilizzare i 3500 punti dei Consorzi agrari per vendere al pubbuco anche prodotti agricoli delle cooperative - Domani a Roma la «conferenza» sull'associazionismo ROMA — Ora che l'agricoltura ha dimostrato di poter essere un grande business, la Coldiretti lancia un campanello d'allarme al suoi soci e al mondo della cooperazione bianca per non restare esclusa dal nuovi scenari economici che stanno nascendo intorno al mondo verde. Con la Conferenza nazionale sull'associazionismo agrìcolo, che si apre domani a Roma, 11 presidente Lobianco chiama a raccolta tutte le forze economiche vicine alla Coldiretti per un progetto con parole d'ordine coraggiose. L'obiettivo è quello di superare divisioni interne fra cooperatori e produttori, sfidando l'industria sul suo stesso terreno, il mercato. Per farlo, Lobianco vuole creare una rete di vendita diretta dei prodotti utilizzando la Fcderconsorzi, stringere 1 legami con la grande distribuzione attraverso joint-venture e acquisendo pacchetti azionari. Il presidente Arcangelo Lobianco ci ha anticipato in questa intervista le linee della sua strategia, che tendono sempre più a trasformare la vecchia •bonomiana.. — Come mai la Coldiretti scopre l'associazionismo dopo aver rappresentato per tanti anni il tradizionale individualismo dell'azienda contadina? •Non si tratta di una scoperta. Noi abbiamo sempre promosso la cooperazione; non ci interessavamo del momento gestionale, ma soltanto di quello solidaristico. Negli ultimi anni lo scenario è cambiato, e il mercato determina la produzione agricola. Perciò ora vogliamo evitare di essere colonizzati dall'industria e dalla grande distribuzione'. — Volete diventare manager di voi stessi, insomma. C'è polemica fra voi e la cooperazione bianca? mNo, perché mai? In campo agricolo la parte preminente siamo noi, sono uomini nostri. Semmai c'è il rischio che ìe due culture siano divise, quella detta cooperazione e quella del sindacato professionale, più per ragioni di bottega che per questioni di fondo. Vogliamo evitare che il pluralismo diventi frazionismo e proponiamo una riflessione a tutti-. — Ciò implica un cambiamento della vostra organizzazione: non soltanto Impegnata nelle pratiche della pensione o a raccogliere consensi intorno alla de. •Non nego il passato della Coldiretti, né la nostra identità, ma dall'SO ad oggi, con la mia gestione, c'è stata una apertura al confronto, alla collaborazione con le altre organizzazioni professionali, un nuovo modo di intendere il collateralismo.. — Come vi sentite verso questa de di De Mita, che guarda più a De Benedetti e a Gardini che all'associazionismo? •La de deve avere il colloquio con i nuovi rampanti die gestiscono i fatti economici, ma non deve rinnegare il passato. D'altra parte noi oggi non rappresentiamo più i vecchi "cafoni", ma imprenditori agricoli con famiglie evolute. Il fatto nuovo è che non vogliamo più passare attraverso la mediazione politica per rappresentare le nostre esigenze'. — Quali sono le proposte concrete che presenterà alla Conferenza? •Non vogliamo contrapporci all'industria, ma occupare spazi in prima persona. Pensiamo ad accordi tra agricoltori e gruppi privati per trasformare e commercializzare i prodotti. La guerra è soprattutto sui punti di vendita.. — La Lega «rossa» ha già le sue catene di supermercati. E voi che farete? •Si potrebbero riconvertire i 3500 punti di vendita dei Consorzi Agrari, utilizzandoli meglio, non soltanto per fornire materie prime agli agricoltori, bensì anche per offrire "pacchetti di servizi", come assicurazioni e dati attraverso un sistema informativo. Ma c'è di più, i Consorzi potrebbere diventare quella rete rivolta al pubblico che ci manca, vendendo anche i prodotti delle nostre cooperative. E non escludo accordi anche con altre aree, come la Lega'. — E al governo che cosa chiederete? •Dobbiamo superare l'emergenza e tappare alcuni "buchi". Miriamo ad ottenere 200 miliardi l'anno per cinque anni dalla legge poliennale di spesa varata da Pandolfi, che ha stanziato 16 mila miliardi per l'agricoltura, in modo da risanare, razionalizzare e trasformare il settore. Pensiamo anche a ricapitalizzazioni, ricorrendo alle quote dei soci. •Infine c'è la questione della certificazione dei bilanci, per accedere ai contributi pubblici e la sicurezza che la cooperativa lavori oltre il cinquanta per cento con prodotti conferiti dal soci. Gigi Padovani

Persone citate: Arcangelo Lobianco, De Benedetti, De Mita, Gardini, Lobianco, Pandolfi

Luoghi citati: Roma