Irangote, prove bruciate

Irangote, prove bruciate Irangote, prove bruciate Reagan pronto a nominare il nuovo responsabile del Consiglio di sicurezza: sarebbe David Abshire, ambasciatore presso la Nato - Si stringe il cerchio intorno a Donald Regan: il Presidente sta prendendo le distanze DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — La settimana dell'Irangate, prologo a qiiella che il Washington Post già chiama «la presidenza decimata* di Reagan, si è chiusa ieri con un ennesimo colpo di scena: la scoperta che anche l'ammiraglio Poindexter, l'ex direttore del Consiglio di sicurezza nazionale che ha tuttora accesso alla Casa Bianca, ha incenerito alcuni nastri registrati e altri documenti sullo scandalo. Come il colonnello dei marines North — il suo subordinato che coordinò le consegne di armi all'Iran e lo storno dei pagamenti ai Contras nicaraguensi — Poindexter, ha scrìtto il New York Times, «ha distrutto dossier riservati, second.0 alcuni funzionari del governo*. Anche per questo il Presidente nominerebbe già domani il nuovo direttore del Consiglio di sicurezza nazionale: secondo il Washington Post sarebbe l'ambasciatore alla Nato David Abshire, 60 anni, fondatore del Centro di studi strategici di Georgetown. Di fronte alla reazione indignata del Congresso alla notizia, il presidente Reagan ha diramato una duplice direttiva: ha ordinato che tutti i nastri di registrazione e i documenti della Casa Bianca suWIrangate vengano messi a disposizione degli inquirenti del ministero della Giustizia, e ha dato «carta bianca* — così lia detto il,portavoce Howard — alla commissione dei tre saggi incaricati della riforma del Consiglio di sicurezza nazionale. L'avvocato della presidenza. Wallison, ha inoltre disposto che tutti i funzionari della Casa Bianca siano interrogati dal procuratore della Repubblica Trott, lo stesso che sta indagando sui legami tra la mafia e i sindacati. Perfino il presidente, ha fatto capire l'avvocato, è disposto a testimoniare. Per ora, tuttavia, Wallison non ha autorizzato l'ufficio della presidenza a collaborare con gli inquirenti del Senato e della Camera. Le rivelazioni del New York 7imes su Poindexter e la direttiva reaganlana hanno rafforzato l'Impressione che il cerchio si stia stringendo Intorno a quello che è ritenuto l'uomo-chiave dell'Irangate, il capo dello staff presidenziale Donald Regan. L'ex finanziere di 67 anni, «re di Wall Street» fino alla sua nomina a ministro del Tesoro, sei anni fa, è da un blennio l'alter ego del Presidente. DI fatto ha svolto e svolge nell'Amministrazione il ruolo del premier, e ha accentrato in sé tutte le prerogative della Casa Bianca. Nonostante le sue vigorose proteste di innocenza, il Congresso e i mass-media americani sono convinti che abbia sovrinteso alle forniture militari a Teheran e ai finanziamenti ai Contras in Nicaragua. In un articolo dal titolo «Suggerite un rimpasto di governo*, 11 Washington Post ne ha Ieri auspicato le dimissioni, sostenendo che «Regan è diventato il simbolo della paralisi*. «La rivolta contro Regan*, ci ha dichiarato un consulente della Casa Bianca che si occupa dell'Irangate, «non è dovuta solo al suo ruolo nello scandalo. E' anche un frutto della sua dispotica gestione della Casa Bianca. Baker era un mediatore, un abile politico formatosi sui banchi del Parlamento e nelle campagne elettorali, che lasciava ampio spazio ai suoi colleghi. Regan è un boss della finanza, abituato alla prevaricazione, che voleva intervenire in tutto e che non avrebbe mai permesso a Poindexter di operare autonomamente. Ama ripetere che se ordina a un subordinato di saltare, questi non deve chiedergli perché, ma quante volte e fino a che altezza*. Finora, Regan è stato protetto dall'amicizia del Presidente, che si compiace delle comuni origini irlandesi — pensa che siano lontanissimi cugini — e ama la sua facondia nelle barzellette e la sua capacità di ottenere risultati. Ma la stessa First Lady Nancy, che si dice lo trovi rozzo e invadente, gli attribuisce in gran parte la colpa del fallimento di Reykjavik, e, prima ancora, delle polemiche sulla visita presidenziale al cimitero di guerra di Bittburg, in Germania, dove sono sepolte alcune «SS «He is a bull in a China shop*: è un toro in un negozio di porcellane, si sarebbe lamentata col marito. «Se Nancy fa cosi* — ha concluso 11 consulente — «i giorni di Regan sono ormai contati*, Soltanto se il capo dello staff si addossasse ogni responsabilità il Presidente uscirebbe dallo scandalo senza danni eccessivi. Due segnali che la posizione di Regan si viene indebolendo il Presidente li ha lanciati delegando al segretario di stato snultz l'intera politica estera americana e con la probabile scelta dell'ambasciatore Abshire quale successore di Poindexter. Shultz e Regan erano amici intimi, ma i loro rapporti si sono guastati da quando quest'ultimo è alla Casa Bianca. Lo scorso martedì, allorché il Presidente gli conferì 1 pieni poteri sugli affari internazionali, il segretario di Stato ottenne ribadisse la delega davanti al capo di Gabinetto. La nomina di Abshire non è ancora certa — si tratta di un'indiscrezione di alcuni funzionari — ma si sa che è stato Shultz a perorarla contro il candidato di Regan, l'ex ambasciatrice all'Onu signora Kirkpatrick. Abshire è un ex ufficiale delle forze armate, che combattè in Corea, e un apprezzato storico militare. Ennio Carette

Luoghi citati: Corea, Germania, Iran, Nancy, New York, Nicaragua, Reykjavik, Teheran, Washington