Di tasca nostra rinasce (morta) di Ugo Buzzolan

Di tasca nostra rinasce (morta) La «scomoda» rubrica dovrebbe tornare il venerdì alle 13,15 dopo il Tg2 Di tasca nostra rinasce (morta) Collocazione estremamente infelice -1 problemi dell'informazione cinematografica e dei libri Si susseguono le riunioni del nuovo consiglio d'amministrazione Rai per decisioni di importanza capitale che la prorogano di tre anni ha rimandato e accumulato. Oltre alle decisioni di importanza capitale, ce ne sono però altre da prende,re. non meno urgenti, che riguardano la programmazione quotidiana, SJ poireb-, be stendere un'elenco. Perora mi limito all'assenza di tre rubriche cui una tv pubblica non può e non deve rinunciare. Di tasca nostra, per cominciare. Un programma che ha avuto sempre vita difficile. Perchè? E' chiaro. Un programma che, se ben fatto e non imbavagliato, denuncia truffe, sofisticazioni e abusi ai danni del consumatore rischia di colpire grossi Interessi: per cui la vecchia paura della Rai è che possa trasformarsi in una rubrica •contro l'industria, il commercio, la produttività». Scherziamo? Di tasca nostra non ha mai fatto la caccia alle streghe, ha dato sempre e soltanto la caccia agli imbroglioni, non agli onesti. Il fatto è che gli imbroglioni sono tanti e che gli ac¬ certamenti e le prove (specie ai tempi di Tito Cortese) disturbavano troppa gente. Adesso la rubrica è sparita. C'è un progetto di trasferirla dalla sera al giorno e di metterla a rimorchio del Tg 2 delle 13, 11 venerdì. Un modo come un altro, temo, per affossarla.-. Manca anche un rotocalco di informazione cinematografica (e teatrale). Da tempo su Italia 1 funziona Ciak: una trasmissione vivace, attraente, dichiaratamente promozionale, ma non priva a volte di efficaci punte polemiche (vedi l'altra sera la presentazione del film Salvador di Oliver Stone). La Rai, che nelle sue file annovera fior di cinefili, tace. Da questa settimana la Tfl francese lancia un programma sul cinema che è di intenti critici e volutamente non promozionali. La nostra tv pubblica non se la sente di fare altrettanto? La materia non manca, e direi che anche la Rai ha un continuo debito di riconoscenza verso il cinema. I libri. 81, c'è TuttilibH nascosto a meta del pomeriggio, il giovedì, e c'è una fulminante rubrìchetta di quattro minuti su Raidue al mercoledì. Ma sarebbe indispensabile un programma piazzato di sera — che fosse come quello che aveva un tempo Raidue, Finito di stampare, inopinatamente soppresso — un programma che si articolasse in servizi sulle novità librarie e tenesse un discorso, serio e ragionato (e che può esse-1' re animato e divertènte). Tra l'altro sarebbe indispensabile per correggere distorte Impressioni che sta riportando il pubblico: alcuni libri — solo alcuni, di moda, e coccolati dalle case editrici — vengono reclamizzati con toni enfatici e fuorviantl nel corso di contenitori e di altre trasmissioni; è un girotondo incessante, con alcuni — solo alcuni — autori in passerella, intervistati e incensati da presentatori che se hanno il congiuntivo difficile hanno In compenso 11 superlativo facile, ed è tutto uno sforzo congiunto dell'autore e del presentatore per qualificare il libro un capolavoro da comprare d'urgenza. Questa è falsa informazione culturale, è semplicemente spot. Ugo Buzzolan

Persone citate: Oliver Stone, Tito Cortese

Luoghi citati: Italia