Sostituito il sindaco scelto per sorteggio di Remo Lugli

Sostituito il sindaco scelto per sorteggio A Nomi (366 voti contro 366) ora la de appoggia il pei Sostituito il sindaco scelto per sorteggio DAL NOSTRO INVIATO ROVERETO (Trento) — Un ipotetico concorso per le alchimie e gli equilibrismi politici avrebbe molte probabilità di essere vinto dalla comunità di Nomi. Nomi è un paese di 1200 abitanti, in provincia di Trento. Sulla destra dell'Adige, circondato da campagne nelle quali prevalgono i vigneti (vini di tutto rispetto: il Marzemlno, il Pinot grigio, i bianchi Muller Thurgau e Sylvaner), dista dal capoluogo 24 chilometri, mentre è ad appena sei chilometri da Rovereto, grosso centro industriale che offre a tutto il suo circondario. Nomi compreso, non pochi posti di lavoro nelle proprie Industrie. Le alchimie politiche hanno inizio nel maggio '85. Il 12 di quel mese il paese va a votare per le amministrative. Può votare due liste, quella della de e quella civica del giglio, il simbolo del Comune, di sinistra. Fino ad allora il Comune era stato retto da una giunta di sinistra. Oli scrutini delle schede danno questo sorprendente risultato da bilancino: 366 voti per la prima lista e 366 per la seconda. I consiglieri devono essere 15, quindi teoricamente sette e mezzo e sette e mezzo, ma non si può taglia¬ re in due un consigliere. Scatta la legge- regionale del TrèhtinS-AItó Adige' che contempla proprio la possibilità della parità assoluta. Si estrae a sorte quale delle due liste deve dare il proprio consigliere. Come fare a pari o dispari, come gettare in aria la monetina. Viene sorteggiata la lista del giglio, quindi un uomo della sinistra, uno del pei, va a far pendere un piatto della bilancia: sette consiglieri della de, otto del giglio. Quindi la giunta viene fatta dai consiglieri del giglio: sindaco un socialista, Giuliano Vinotti, due assessori effettivi di cui uno comunista e due indipendenti e due assessori supplenti entrambi indipendenti. Si va avanti cosi fino a sei mesi fa quando il gruppo degli otto del giglio subisce un terremoto: 1 due comunisti, Enzo Festi e Rinaldo Maffei, escono dalla formazione per fare gruppo a sé. Quella che era la maggioranza scende a sei unità, diventa quindi minoranza. Ingovernabilità. La vicenda appassiona il paese che, come dimostrano i voti, è nettamente diviso su due fronti. Racconta Walter Nicolodi, capogruppo de: 'Noi avevamo chiesto le dimissioni della giunta perché non operava in maniera democratica. Ad esempio: si discuteva in Consigliò' comunale il bilancio solo l'ultimo gi'jnio valido per l'approvazione, quando non ci sarebbe stata alcuna possibilità per variarlo. La giunta non voleva saperne di andarsene e allora in luglio noi della de abbiamo presentato le dimissioni da consiglieri, che però sono state respinte. Si ventilava la minaccia di un commissario. Di fronte a questo pericolo, abbiamo ritenuto utile trattare con i comunisti, i quali ci hanno dato la garanzia che, in cambio dei nostri voti, ci avrebbero coinvolti nelle scelte per il paese-. Cosi la de, per salvare il commissariamento del Comune, offre il proprio voto tecnico e l'altra sera, nell'ultimo Consiglio comunale, i sei consiglieri democristiani (uno era assente) e i due comunisti eleggono sindaco il comunista Rinaldo Maffei. Assessori effettivi sono Enzo Festi, pure comunista, e Luciano Battistotti indipendente; dei due assessori supplenti. Bruno Nicolodi e Silvano Baldo, quest'ultimo, già assessore effettivo, aveva chiesto di non essere votato. Si dimetterà? Non si sa: è un altro motivo di suspense in questa molto discussa vicenda. Remo Lugli

Luoghi citati: Nomi, Rovereto, Trento