Bruciati sul set

Bruciati sul set Bruciati sul set Storie di ragazzi-prodigio fra cinema e tivù. Ragazzi che passano come stelle cadenti dopo successo e popolarità; che si confermano, raramente, «da grandi» come attori. E storie di ragazzi che finiscono sulle pagine «nere» dei giornali Frammenti di cronaca ripescati dalla memoria, ripensando all'attrazione esercitata da nomi come Shlrley Tempie, riccioli d'oro, bambina petulante e irrefrenabile di tanti film o come Jackie Coogan, indimenticabile con Charlie Chaplin nel «Monello». In Italia quel fascino è rinverdito da tanti nomi, a cominciare da Franco Interlenghi, che Interpretò ..Scinseper De Sica a tredici anni, . a venti fu uno dei «vitelloni, di Fellinl. Nome fra tanti degli anni della Dolce vita romana (la sua lunga storia con Antonella Lualdi riempi le pagine della stampa rosa), passò poi al teatro. Ma 11 veterano degli enfant prodige della tivù è Roberto Chevalier, oggi attore nella compagnia di Ileana Ghione e Renato De Carmine e doppiatore fra i migliori. Chevalier apparve per la prima volta con Armando Francioli e Cosetta Greco ne «Il romanzo di un maestro». Poi vennero «Le avventure del faro» con Fosco Giachetti, «La fiera delle vanità», «Pel di carota». Nell'età critica — i tredici anni — quando i prodigi svaniscono, Chevalier toccò invece il massimo di popolarità con il «David Coppe rfield». Ma la sua passione era il teatro e al teatro è tornato, recitando con la Maltagliati, Grassilll, Tofano e tanti altri. Una storia fatta di coerenza, «comune» per un attore serio e preparato anche nella vita (è sposato e ha figli). Sul video a sette anni debuttava anche Cinzia De Carolis, scelta dalla Proclemer e da Albertazzl per «Anna dei miracoli». Un successo immediato, bissato poi al cinema con «Il gatto a nove code» di Dario Argento, con tanta routine prima e dopo: dal «Marcovaldo» alla vampira della «Notte dei diavoli». Co- se in teatro, da.«Uomo e sot¬ tosuolo» ancora con Albertazzi e con «Un angelo calibro 9. con Foà e la Schiaffino. Poi nel '78 le nozze con il ragazzo della porta accanto, anche lui con un piede nel mondo del cinema. Ma non tutti i risvolti del piccolo o grande schermo sono rosa. Genitori che s'affannano a spingere i loro figli, baruffe per i provini, «ali bruciate» alla luce dei riflettori: i protagonisti, in questa corsa fatta di vanità e speranze, diventano quasi sempre vittime. A volte sconfinano nel «nero» della violenza. E il caso più simbolico resta quello di Giusva Fioravanti, " killer «dalla faccia pulita» 'errorismo di destra. Giuoi'a nel '68 era uno dei beniamini della tivù. Con Enrico Maria Salerno e Valeria Valeri, interpretò a dieci anni lo sceneggiato «La famiglia Benvenuti». Spontaneo, intelligente, bravissimo: cosi lo ricordano i compagni di lavoro di allora. Si portava i compiti da casa, li svolgeva a Cinecittà, dove si girava. Una famiglia perbene alle spalle (il padre era annunciatore). Poi il silenzio e il ritorno a 23 anni sulla scena insanguinata del terrorismo all'inizio degli Anni Ottanta. L'assassinio dell'agente Franco Serpico» Evangelisti a Roma, quello dei giudice Mario Amato, quello di due carabinieri a Padova. E in più il sospetto di aver preso parte alla strage di Bologna. «Ero un oggetto» dice oggi «durante gli anni In tivù». Gli restano tre ergastoli da scontare. Eppure la favola, bella o triste, continua. Basta pensare a «La Storia», il film di Comencini — lo stesso del «Pinocchio» —: il piccolo «Useppe» è interpretato da Andrea Spada. Attraverso il suo sguardo, e quelli della madre che l'ha avuto da un soldato tedesco, si dipana 11 raccónto intessuto da Elsa Morante: storia d'un amore assoluto e disperato, vissuto nella Roma degli anni di guerra. Storia d'un'epopea popolare che nel piccolo Spada getta una luce di speranza per tutti i bamblnl.dello SQbermo. s«noi4«a'c ! ; .-Gian Paolo Boetti

Luoghi citati: Bologna, Italia, Padova, Roma