L'Urss si scopre malata di gioventù di Emanuele Novazio

L'Urss si scopre malata di gioventù Per la prima volta su un quotidiano storie di ragazzi che hanno tentato il suicidio L'Urss si scopre malata di gioventù Delusioni amorose, liti familiari, sconfitte scolastiche - «Spesso si viene considerati un pezzo di terracotta» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Oleg N., sedici anni, si è tagliato le vene perché la ragazza che amava non lo amava; le scriveva lettere in versi, la notte passeggiava sotto le sue finestre, una volta ha picchiato un rivale, più fortunato di lui Finché il direttore della scuola ha discusso il caso al consiglio d'istituto, e lui -si è deciso-. Olga D.. diciannove anni, ha inghiottito centocinquanta compresse di sonnifero «Elenium» perché il padre l'aveva chiamata -sciliukha-, puttana, una sera che aveva fatto tardi, era tornata dopo le dieci Succedeva spesso, ogni volta erano discussioni accese, -uno scandalo enorme- ; ma dopo l'insulto lei -ha perso il controllo-. Igor M„ vent'annl, ha cercato d'impiccarsi perché le cose all'università non funzionavano e si sentiva un fallito. Arrivava da Gomel, Bie¬ lorussia; aveva passato gli esami di ammissione all'università. Ma al terzo anno -ha cominciato a restare indietro-. I professori lo avevano già bocciato una volta; e gli ripetevano che non aveva talento, che aveva scelto la strada sbagliata. Che il suo futuro era incerto. Oleg, Olga e Igor, adesso, sono tutti e tre all'«ospedale speciale»: dove accolgono i giovani che, come loro, vogliono uccidersi ma non riescono a morire (quattro su sei, e tutti tra i sedici e i ventun anni, secondo dati ufficiali; due su sei non possono essere salvati). Accade per la prima volta, in tempi recenti almeno: un lungo reportage sul disagio della gioventù sovietica attraverso le testimonianze di chi quel disagio non ha retto, o pensava di non poter più sopportare. E' Moskovskt komsomolez, il quotidiano dei giovani comunisti della capitale, a tentare questa prima incursione; a spingersi, per la prima volta, al di là di una soglia finora considerata inviolabile, perché circondata di pudori ideologici e cautele morali; a riflettere su un malanno che certo aggredisce migliaia di giovani, nell'Urss come all'Ovest, e che ne minaccia forse altrettanti. E' un capitolo inedito di storia sociale, in un Paese percorso da antichi, tenaci pudori; ancora sorretto, nei comportamenti d'ogni giorno, da rigidi precetti; e dove l'anima puritana dell'antica Russia contadina ha trovato un involucro lucente nelT «austerità» della morale socialista. Ma consente anche, ed è un'altra sorpresa, di interrogarsi con franchezza sulle responsabilità «esterne»; quelle generate dalle istituzioni che dei giovani si occupano fin dall'Infanzia, e che il discorso ufficiale consueto circonda, in genere, di adulazione e ammirato fervore: la fami¬ glia, la scuola, la società nel suo insieme («a prima vista sembra facile individuare i colpevoli-). Uno squarcio, una radiografia quasi — approssimativa come ogni diagnosi di giornale, certo — di una gioventù per nulla omogenea, per nulla tenuta nel mazzo dai precetti ufficiali; percorsa, al contrario, da inquietudini e timori diffusi, da dubbi e incertezze. E, sullo sfondo, quella di una società in frettolosa ebollizione, dove comportamenti e valori si aggrovigliano e si contraddicono. Il giudizio d'insieme è netto, e certo inconsueto per VUrss: -Dopo aver fatto crescere un uomo e dopo avere scoperto che non è così come lo vogliamo vedere, cerchiamo di rifarlo senza riconoscere il suo diritto di essere diverso-, scrivono gli autori dell'inchiesta. Ma è, anche, severo: -Molto spesso un ragazzo maggioren¬ ne scopre di essere considerato un pezzo di terracotta da cui bisognerà creare un membro degno della società, secondo il nostro punto di vista: le tensioni psicologiche, in questa situazione, sono incredibilmente alte-. E velato di pessimismo, di preoccupata indignazione: -La costante pressione degli adulti fa nascere la protesta permanente, e questa reazione può assumere forme diverse-. Cioè, fa intendere il giornale, ribellioni che sfociano nella protesta contro se stessi, come i casi di Oleg. Olga e Igor dimostrano; ma, forse, anche nell'abbandono di ogni regola sociale. Il giornale, con una postilla in chiusura, esprime una leggera dissociazione d'insieme sulle valutazioni dell'articolo. Ma ha deciso di avviare un dibattito: perché, scrive, il tema è -troppo importante-. Non soltanto per i suoi giovani lettori. Emanuele Novazio

Persone citate: Mosca ? Oleg, Olga D.

Luoghi citati: Russia, Urss