«Irangate» bis a Gerusalemme di Giorgio Romano
«Irangate» bis «Irangate» bis NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — n vicepremier e ministro degli Esteri, Shimon Peres. ha dichiarato ieri sera alla televisione di lingua araba che è assurdo sostenere che la vendita d'armi all'Iran allontani la pace perché la transazione è stata condotta «per tutt'altrl motivi» e su richiesta degli Stati Uniti. Ha aggiunto che la Giordania invia armi, missili e gas dal porto di Aqaba all'Iraq, Paese nemico di Israele e che appoggia l'Olp; ma non per questo è nemica dello Stato ebraico o mette in pericolo il processo di pace. Le affermazioni di Peres sono state accolte con sorpresa in Israele; molti l'hanno messe in relazione a una notizia d'agenzia, non riportata da nessun quotidiano o da altra fonte, secondo cui Teheran propose nell'81 a Israele di bombardare il porto di Aqaba per impedire la spedizione di armi chimiche a Baghdad. La notizia dell'agenzia è da tutti ritenuta inattendibile. Ma a Gerusalemme, ora, la preoccupazione maggiore è di minimizzare le conseguenze che lo scandalo potrà avere nelle relazioni con gli Stati Uniti; tanto più che Washington sembra decisa ad andare sino In fondo e il ministero della Giustizia intende interrogare alti funzionari israeliani, tra cui David Kimche, fino a un mese fa segretario generale del ministero degli Esteri, e Amir Amir, già consigliere del capo del governo per la lotta contro il terrorismo. Un alto funzionario del dicastero degli Esteri, che vuol mantenere l'incognita ha dichiarato: -Abbiamo l'impressione di essere stati beffati: i funzionari della Casa Bianca ci hanno terMto nascosto che il ricavo della vendita delle armi all'Iran sarebbe dovuto andare ai ribelli del Nicaragua- . Esiste quindi anche un «Irangate» in Israele. Molti ministri, capeggiati da Ariel Sharon, non hanno taciuto le loro critiche soprattutto per il modo con cui sono state condotte le trattative e per il sospetto che nuove rivelazioni minaccino di allargare lo scandalo: secondo una fonte anonima Gerusalemme avrebbe autorizzato vendite d'armi all'Iran nella speranza che questo potesse aiutare a ottenere la liberazione di soldati israeliani dati per dispersi o prigionieri. Ma anche le critiche si moltiplicano: il presidente della commissione parlamentare degli Esteri e della Difesa, Abba Eban, ha sostenuto che la fornitura di armi è stata decisa in maniera non conforme con la procedura parlamentare e ha denunciato il fatto che sia stata presa nel massimo segreto da tre membri del gabinetto. 'L'Iran dell'ayatollah Khomeini è il maggior nemico d'Israele e, per guanto mi riguarda, non gli avrei venduto nemmeno una macchina da scrivere scassata-, ha concluso Eban il quale ha detto che il premier dovrà spiegare tutta la vicenda la settimana prossima davanti alla commissione della Difesa e degli Esteri alla Keneseth. Giorgio Romano
Persone citate: Abba Eban, Amir Amir, Ariel Sharon, David Kimche, Eban, Khomeini, Peres, Shimon Peres
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