L'Iran ricomprò armi perdute in battaglia

L'Iran ricompro armi perdute in battaglia Questa è la tesi della rivista Jane's L'Iran ricompro armi perdute in battaglia LONDRA — Le forniture di armi inviate dagli Stati Uniti all'Iran «sono soltanto la punta di un iceberg*. Lo afferma la rivista britannica Jane's, specializzata in problemi militari, secondo cui gli iraniani hanno messo insieme negli ultimi due anni un arsenale considerevole con l'aiuto di molti Paesi, tra cui Argentina, Brasile, Austria, Belgio, Sirla, Cina, Brasile e Corea del Nord. A un certo momento, sempre secondo Jane's, Teheran avrebbe addirittura ricomprato dai suoi nemici di Baghdad armi che erano state catturate sul fronte, tra cui carri armati americani M48 e cannoni. Gli iracheni le avevano prese sul fronte nel 1984 ma non avevano munizioni e ricambi per usarle. Le offrirono quindi sul mercato nero. Mediatori arabi e svizzeri trattarono con Teheran, che nella primavera 1985 pagò 100 milioni di dollari, circa 150 miliardi di lire. Il periodico conferma che uno dei grandi fornitori è stato Israele. La legge americana vieta che le armi comprate negli Stati Uniti vengano rivendute senza autorizzazione a Paesi terzi. Ma Gerusalemme spedi in Iran sistemi missilistici, armi individuali e munizioni sin dallo scoppio della guerra del Golfo, nel 1980, incassando cosi 500 milioni di dollari, oltre 700 miliardi di lire. «Vi sono prove sul fatto che queste forniture continuano*, scrive Jane's. Dalla Corea del Sud gli iraniani hanno ottenuto missili aria-aria americani «Sidewinder». E secondo la pubblicazione britannica è probabile che «fi ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Velayati abbia convinto Argentina e Brasile a vendergli carri armati e altro materiale durante una recente visita in America Latina*. L'Unione sovietica rifornirebbe Teheran sia attraverso i canali ufficiali sia tramite mediatori.

Persone citate: Ali Akbar Velayati