Ivrea, 40 giorni per chiudere l'inchiesta sulla strage del Tir

Ivrea, 40 giorni per chiudere l'inchiesta sulla strage del Tir Ivrea, 40 giorni per chiudere l'inchiesta sulla strage del Tir IVREA — Il Sostituto procuratore della Repubblica di Ivrea, Manfredi Palumbo, si è concesso 40 giorni per chiudere l'inchiesta sulla tragedia dell'autostrada Torino-Aosta, dove, sabato scorso, sette persone sono morte nello scontro tra un furgone e un Tir. Entro quel termine poI trebbe rinviare a giudizio con rito sommario l'autista del càmion, Jacques Croset, 41 anni, in carcere con l'accusa di omicidio colposo pluriaggravato. In caso contrario Croset tornerà in libertà, in attesa del processo. In Procura escludono l'ipotesi, formulata in un primo tempo, del giudizio per direttissima: «Non riusciremmo a stare nei tempi tecnici*. Ma gli sviluppi a breve termine sono imprevedibili. Di certo, domani mattina, l'autista tornerà sul luogo della sciagura. Con lui. oltre al magistrato, ci sarà anche l'inge¬ gner Mario Zanino, cui verrà affidata la perizia d'ufficio. I quesiti non sono ancora noti, ma facilmente intuibili: le condizioni dei pneumatici erano accettabili? La velocità eccessiva? La tragedia è imputabile a un errore del guidatore o la sommaria manutenzione del mezzo è stata una concausa? Quanto hanno inciso le condizioni dèlia strada, sulla quale cadeva la pioggia? Abbastanza scontata la risposta ai primi due. Dicono gli inquirenti: «Che i pneumatici fossero lisci lo hanno visto tutti. Anche i rilievi effettuati finora sulla velocità ci fanno pensare che il Tir viaggiasse oltre gli SO chilometri. Ma toccherà all'ingegner Zanino dire l'ultima parola». I tempi potrebbero allungarsi se interverranno altre perizie. Il legale di Croset, Giorgio Oberto: «Non ho an¬ cora notizie dalla compagnia assicuratrice del mio cliente. Ma basandomi sull'esperienza un loro intervento mi sembra probabile». Senza dimenticare poi che anche i familiari potrebbero scegliere questa strada: la loro costituzione come parti civili è scontata. Una notizia positiva, che non serve certo ad'allevlare il loro dolore, ma costituisce una garanzia per il futuro: «La polizza di Croset copre un rischio illimitato, come si usa in Francia. Se il protagonista della disgrazia fosse stato un autista italiano i problemi sarebbero stati ben maggiori». Il camionista ha ricevuto domenica la visita della moglie. Assieme hanno ricordato le ore precedenti lo scontro: «Il camion era fermo da due settimane, per un guasto al motore. Venerdì sera mi ero coricato prestissimo, poi, alle 3 di notte, la partenza da Sallanches. Non ero stanco» ha ripetuto Croset. «Da due giorni non fa che piangere e disperarsi, continua a ripetere: perché non sono morto anch'io?» I precedenti dell'autista sono ottimi: per un po' aveva lavorato presso una grande compagnia, poi si era messo in proprio, acquistando con grossi sacrifici un camion nuovo di zecca. Mai un incidente, in vent'anni di guida sulle strade di tutta Europa. Sabato, l'urto tra il suo Tir e il Ducato, poi il rogo che ha bruciato e reso irriconoscibili cinque dei sette corpi. Sul luogo della tragedia, adagiato nel fosso che costeggia la carreggiata, è rimasto solo 11 cassone dell'autotreno: 11 vicino qualcuno, malgrado la polstrada cercasse di evitare le soste degli automobilisti di passaggio, ha deposto un mazzo di fiori. Giampiero Pavido

Persone citate: Giampiero Pavido, Giorgio Oberto, Jacques Croset, Manfredi Palumbo, Mario Zanino, Zanino

Luoghi citati: Europa, Francia, Ivrea