Fisco, lo Stato maleducato di Luciano Gallino

Fisco, lo Stato maleducato Fisco, lo Stato maleducato (Segue dalla 1' pagina) guarirti da questo brutto vizio io Stato ti appioppo multe da milioni, anche se nel tuo codice fiscale hai scritto al posto giusto, nella tua calligrafia, un 1 che a me invece sembra un 7. Non solo si presume che il cittadino è, a priori, in vena di disonestà, ed alquanto imbecille. Quasi di sicuro ha il guadagno facile. Ricordo il sogghigno d'intesa con il quale un funzionario delle imposte, anni fa, accolse la dichiarazione che io, oltre allo stipendio universitario, guadagnavo qualcosa in più scrivendo articoli e libri. Avessi detto che commerciavo clan destinamente materiali pornografici, sarebbe stato lo stesso: al di fuori dello stipendio, tutto è lucro dubbia mente meritato. Un cittadino cosi etichettato non merita nemmeno di godere di una normale sicurezza, quel bene comune ch'è la prima ragione di vivere in uno Stato invece che in una tribù. Perciò io. Stato, ti avvolgo in un viluppo di norme impossibili da rispettare e da capire; sicché, in caso di ispezione, troverò sempre la maniera di dimostrare che sei nel torto, anche se avessi dichiarato fino all'ultimo centesimo e magari qualcosa di più. Né rinuncerò, ovviamente, a tenerti sulla corda per tutta la vita, campassi anche cent'anni, continuando a spedirti avvisi, accertamenti, cartelle, ingiunzioni, per questioni chE risalgono a dieci, venti, trent'anni prima. Anche se sono 10 ad avere torto. E, per finire, non ti permettere di chie dermi come mai, visto che paghi imposte tra le più alte del mondo industriale (anche 11 tedesco, mi piace dirlo, paga come te il 40%, ma in tasca gli rimane il doppio), io ti rifilo i servizi peggiori. Il contribuente paghi e taccia; i servizi sono faccenda mia. Le aliquote, la progressività, il fiscal drag — obiettivi espliciti della marcia di Torino — hanno forse effettivamente superato il livello della sopportabilità sociale. Ma anche intervenendo su di esse, non c'è da attendersi che i rapporti tra i cittadini ed il fisco migliorino di molto, se questo non smetterà di possedere e trasmettere per conto dello Stato, con la sua cecità impersonale di apparato burocratico, un'immagine del cittadino sostanzialmente offensiva. Le grandi aziende posseggono una direzione per l'immagine, quella che vogliono proiettare al pubblico; lo Stato dovrebbe crearsene una per avere lui, finalmente, un'immagine adeguata dei suoi cittadini. Luciano Gallino

Luoghi citati: Torino