Aziende agricole: 885 mila funzionano a «part-time

Aziende agricole: 885 mila funzionano a «part-time Proposta della Ugc per la loro tutela Aziende agricole: 885 mila funzionano a «part-time ROMA — I produttori agricoli part-time hanno nella Ugc (Unione Generale Coltivatori, la ex Federcoltivatori-Cisl) i sostenitori più accaniti. Infatti, nel Consiglio generale dell'associazione, che si è tenuto questa settimana a Roma, il presidente Sante Ricci ha proposto di aprire -spazi di tutela e organizzativi alla categoria dei produttori agricoli part-time-. Qualche dato può indicare l'importanza del problema. Nella sola Italia centrale vi sono 172.370 aziende part-time, mentre nelle regioni nordorientali ve ne sono 149.300 e in quelle nord-occidentali 117.750: al Sud 445.230. Il totale è di tutto rispetto: 884.650 imprese. In questa cifra sono comprese, 23.360 aziende ■senza terra», fra cui quelle zootecniche, che svolgo- no attività che soltanto da poco, in seguito all'approvazione di una apposita legge, sono considerate agricole. La classe di ampiezza più rappresentata è quella con una produzione lorda vendibile (pvl) compresa fra 2 e 5 milioni di lire. Inoltre il lavoro parttime in agricoltura può fornire una fonte di reddito e di occupazione, e da un punto di vista strettamente produttivo non è trascurabile, poiché incide per circa l'I 1,7% sulla pvl nazionale agricola. Quindi, ha detto Sante Ricci, non sempre il parttime significa marginalità, né una scelta obbligata. Per questo motivo l'Ugc ritiene importante individuarne i soggetti, valutandone i bisogni e quindi i tipi di tutela necessari.

Persone citate: Sante Ricci

Luoghi citati: Italia, Roma