«Più difficile coltivare riso e mais» di Bruno Pusterla
«Più difficile coltivare riso e mais» Gli agricoltori piemontesi in difficoltà per i 4 diserbanti vietati «Più difficile coltivare riso e mais» La recente ordinanza del presidente della Giunta regionale che vieta in tutto il Piemonte l'impiego di quattro diserbanti (atrazina, simazina, bentazone e violinate) apre preoccupanti interrogativi per gli agricoltori. Soprattutto atrazina e violinate sono diserbanti d'importanza essenziale per mais e riso, due cereali diffusamente coltivati. Il drastico divieto — in parte attenuato dalla possibilità di identificare, in seguito, zone scevre di pericoli di inquinamento — è stato adottato in applicazione dell'ordinanza del ministero delta Sanità del 25 giugno scorso (peraltro relativa alla sola atrazina) e del decreto del presidente del Consiglio dell'S febbraio 1985 che stabilisce le caratteristiche delle acque potabili. Quest'ultimo provvedimento ha recepito una direttiva Cee che fissa limiti estremamente bassi (0.1 microgrammo/litro, cioè 1 ce in 10 milioni di litri d'acqua) per i residui di diserbanti consentiti nelle acque destinate al consumo umano. Limiti assolutamente sproporzionati rispetto ai valori stabiliti,per le derrate ali■•mentuh 'fmillk volte superiori!) e ■^ne:jQ££a£tu.ttaTv<m~fanno' wcu^ riferimento alla tossicità dei prodotti. Un qualsiasi antiparassitario deve così rispettare in misura molto più restrittiva le soglie di tolleranza prescritte per sostanze estremamente tossiche, come l'arsenico e i cianuri, che giungono ad essere ben 500 volte superiori. Altri Stati della Cee — come Francia, Germania e Gran Bretagna — non hanno ancora accettato tale normativa, riservandosi di effettuare ulteriori approfondimenti sulla situazione reale e sui metodi di analisi. La Regione Piemonte ha adottato criteri ancora più restrittivi rispetto alla normativa Cee e alla stessa più recente ordinanza del ministero della Sanità, che subordina la limitazione dell'uso della sola atrazina all'identificazione di -zone inquinate,, obiettivamente accertate. D'altra parte, il provvedimento regionale comporta il grave rischio che la denunciata presenza di diserbanti oltre i limiti previsti debba obbligare alla chiusura di centinaia di pozzi e di acquedotti, con conseguenze facilmente immaginabili se si pensa all'importanza dell'acqua per ogni "paese e cittࣣ^ Per gli agricoltori la situazione è critica, perché non hanno la possibilità di sostituire automaticamente i diserbanti -incriminati,,, entrati ormai nella pratica da quasi ventanni ed apprezzati per la loro selettività ed economicità: non possono, infatti, rischiare il ricorso ad altri formulati che. in genere, devono essere sempre aggiunti a quelli tradizionali o che non sono completamente selettivi o che richiedono altre tecniche di applicazione che le aziende non sono in grado di recepire in una soia annata agricola. Come purtroppo avviene spesso, il settore agricolo non viene mai interpellato quando si emanano norme frettolosamente allestite sotto spinte emozionali o con l'obiettivo di evitare provvedimenti della magistratura: norme che. alla verifica con la realtà delle cose, devono essere poi modificate o attenuate nella loro portata, con la conseguenza di accrescere la sfiducia dell'opinione pubblica verso la pubblica amministrazione. Neppure il Servizio sperimentazione e lotta fitosanitaria, che dispone di tecnici specializzati in maJerpologia e d,iser.t)o. a quanto ci ri sulta era a conoscenza delle decisioni di cosi grave portata assunte dal presidente della Giunta piemontese. Anche gli agricoltori, comunque, dovranno fare la loro parte, riducendo in modo sostanziale l'impiego dei prodotti chimici, ritornando via via anche ad altre tecniche colturali che l'esasperala « monocoltura,, e la rarefazione sempre più spinta della mano d'opera ha fatto dimenticare (le lavorazioni, le rotazioni, le concimazioni organiche, ecc.). La presenza, infatti, di sostanza organica e di un'attiva microflora gioca un ruolo importante nella degradazione dei fitofarmaci nel terreno. Ma l'applicazione su larga scala di questi nuovi indirizzi richiede anni di ricerche, di sperimentazioni, di dimostrazioni e. quindi, un maggior impegno degli organismi addetti alla ricerca ed all'assistenza, nonché, in certi casi, una programmazione diversa e. per certi settori produttivi, una diversa politica agricola comunitaria e nazionale. Bruno Pusterla Direttore Federazione Regionale degli Aencoi^ora AàUìiSHlflittS
Luoghi citati: Francia, Germania, Gran Bretagna, Piemonte
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