Una risata omerica per la Falcucci
Una risata omerica per la Falcucci Una risata omerica per la Falcucci Riserverei al ministro Falcucci una risata omerica. (Le future generazioni che non studieranno il greco antico, saranno escluse da questo tipo di risata). Il ministro Falcucci è ottima conservatrice delle ipoteche sulla storia antica. I nostri posteri ignoreranno la storia di Roma, compresi i romani. Tutti osserveranno il Colosseo dicendosi: che stanno a fare qui codesti ruderi? Nessuno conoscerà l'esistenza di Cicerone, di Giulio Cesare che narrò le sue gesta, la conquista della Gallia. Ignoreranno lo storico Tacito, lo storico Tito Livio; ignoreranno Plauto, Tibullo. Properzio. Ovidio, Virgilio. Catone. Seneca. Scipione. Orazio. Plinio. Luigi Braccio. Torino Le circolari del ministro Falcucci ormai da tempo sono paragonabili alle «grida» di manzoniana memoria. Anche nei «Promessi Sposi», infatti, i governanti spagnoli cercano di camuffare il loro pressappochismo e la loro incapacità dietro inestricabili labirinti sintattici dal tono roboante. L'ultima «grida» della Falcucci riguarda l'abolizione di Storia greca e romana dai programmi del biennio della Scuola Media Superiore. Mi sto per laureare in Lettere classiche e vorrei chiedere al signor ministro che senso possa avere questa mia laurea, in una scuola da cui stanno per essere eliminate progressivamente tutte le discipline che io mi sono preparato ad insegnare: Latino, Greco e Storie antiche. Ed anche ammesso che un giorno io arrivi miracolosamente a conquistare una cattedra di «Storia della scoperta dell'acqua calda e sue applicazioni pratiche dalle origini ai giorni nostri, con particolare riferimento alla evoluzione politico-economica della società occidentale» (una delle materie sostitutive che certamente proporrà la Falcucci), mi chiedo ancora: come mi dovrò comportare quando mi scapperà qualche parola su Cesare e Pompeo, ed i miei studenti penseranno si tratti di una nuova coppia di cabarettisti, come Rie e Gian, Gigi e Andrea, Cochi e Renato e via dicendo? Claudio Arcidiaco, Reggio Calabria Benedico il giorno in cui. quattro anni fa. a 39 anni. andando in pensione, ho lasciato l'insegnamento di lettere al ginnasio, fortemente demotivata di fronte alle minacce sempre più incombenti sugli spazi riservati all'insegnamento dell'area umanistica, per non parlare del progressivo impoverimento della cultura scolastica, sacrificata sull'altare di provvedimenti demagogici, di riforme pseudo-moderne e pressappochistiche e di un sempre più marcato appiattimento professionale. Perfettamente inserito in quest'ottica il progetto ministeriale di sostanziale liquidazione della Storia Antica va ben oltre le più folli richieste studentesche degli Anni 70 (tipo «vogliamo la storia senza nomi e senza date»), perché un lungo e importante periodo della storia dell'uomo viene falciato di netto, con conseguenze devastanti anche per le discipline collaterali. Capisco perciò lo stato d'animo dei colleghi rimasti sulla breccia a combattere per quella che sembra l'ultima spiaggia della serietà e della cultura. Luciana Mameli Didu. Cagliari
Luoghi citati: Cagliari, Reggio Calabria, Roma, Torino
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