Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Mi dissocio dalla Liga In merito alle recenti polemiche provocate da alcuni manifesti murali della Liga Veneta (Scuola coloniale, basta!; Lissa e Custoza: due vittorie del popolo veneto sugli invasori italiani), di evidente contenuto razzistico e di dichiarata falsità storica, il sottoscritto, eletto nel 1983 nelle liste della Liga Veneta, di cui è fondatore e di cui è stato segretario dalla fondazione al 1985, attualmente in causa presso il Tribunale di Padova per la legittimità della rappresentanza legale del movimento, si dissocia pubblicamente dalle affermazioni e dalle aberranti teorie esposte nei manfesti. Non mi posso riconoscere in accordo con simili figuri, di cui tra l'altro contesto la legittimità a chiamarsi «Liga Veneta», a causa del loro palese tradimento dei più veri ideali, che durante la mia guida politica il movimento aveva sempre propugnato. On. Achille Tramarìn, Verona Quel treno senza ristoro Treno 705 (Milano-Roma) — Sono le 13,55 del 12 novembre 1986. Vado nella carrozza ristoro per pranzare. Ma. non si vede in giro nemmeno un panino, neppure un formaggino, neanche un frutto. I contenitori sono completamente vuoti, puliti, lucidi. Dietro il banco, un inserviente sta pulendo per terra. Un inserviente della Compagnia internazionale dei vagoni letto e del turismo delle Ferrovie dello Stato mi risponde: «Chiuso perché non abbiamo più nulla». Neanche un panino? Neanche. Ma che bel servizio ristoro delle Ferrovie dello Stato! . Giorgio Gamerli, Parma In difesa di Lucio Puttin Era stato un nostro compagno di scuola negli anni intensi, spensierati ma anche impegnati del liceo, quando ancora non c'erano ventate di contestazione, agitazioni pseudoculturali, comizi assembleari: si studiava, si pensava alle scelte future, ci si accontentava di un divertimento fatto di cose semplici ma assaporate nel gusto autentico dell'amicizia, di ciò che è lecito e giusto avere. Ogni nostro album fotografico si arricchiva di immagini cariche di allegrìa, di gioia di vivere: ed oggi Lucio Puttin (39 anni) si è tolto la vita (è il bibliotecario accusato di aver sottratto documenti), proprio lui che trascinava tutti noi e che ora, ancor giovane e felice padre di famiglia, avrebbe potuto veramente guardare con serenità ai giorni futuri. Passo dopo passo, con autentica passione, si era costruito anche il suo posto nel mondo del lavoro: per diversi anni direttore della Biblioteca Civica di Treviso, era stato poi promosso dirigente del dipartimento culturale del Comune. Amava la sua professione, che gli si adattava a meraviglia, ed il notevole impegno e la profonda competenza gli avevano ottenuto ovunque grande stima. Noi non dubitiamo della sua integrità morale; che ci sia o no fondamento nelle accuse mossegli, questo sta alla magistratura accertarlo, ma in ogni caso il mezzo usato dal diffamatore (la denuncia anonima) è ignobile e disone sto, mentre la risposta scon fonante che ne è venuta ha il significato di una vibrata protesta, di un dolore incontenibile. Ci chiediamo ora: si saprà fare giustizia a chi è stato colpito in maniera cosi vile? Noi lo speriamo vivamente, per Lucio e per i suoi famigliari. Ada Sprami e altri 9, Treviso Il calcolo delle probabilità Leggendo l'articolo di A, Galante Garrone su «La Stampa» di mercoledì 12 novembre, ho avuto l'impressione che i più scettici sulle pos sibilità di fare vera giustizia siano proprio i magistrati. D'altra parte si sa che niente è certo nella conoscenza umana, tutto è soltanto più o meno probabile. An clie le cose che ci appaiono più sicure, a un esame appro fondito. ci risulteranno solo molto probabili. Si può sperare nella certezza delle leggi finché esse rimangono formulazioni teori che ma nell'applicarle agli infiniti casi pratici ricadiamo per forza nell'ambito delle probabilità. Quindi non sarebbe più saggio porsi un traguardo meno ambizioso della certezza del diritto per poi cercaitdi raggiungerlo? Uno Becchio. Torino Tappi buoni e «cattivi» Molto tempo fa avete pubblicato la lettera di un signore il quale protestava contro i produttori di vino a causa di tappi «cattivi» con pregiudizio alla qualità del vino. A difesa di quanti operano con correttezza in questo delicato campo, mi permetto precisare che: il tappo è un «oggetto» naturale di difficile valutazione; nessun fornito re di tappi assicura che gli stessi non abbiano a dare inconvenienti (in particolare l'odore di tappo, che è molto sgradevole, a scapito dell'apprezzamento del vino). Ne consegue che il «sapore di tappo» non è colpa del produttore di vino, bensì un fatto accidentale; d'altronde all'atto dell'acquisto i tappi sono visibili all'esterno e nessuno può indovinare se all'interno si annidano pericolose muffe. In generale i produttori seri hanno consuetudine di cambiare le bottiglie correttamente denunciate per difettose a salvaguardia del proprio buon nome. Se il lettore lamenta Invece che bottiglie difettose non gli sono mai state sostituite, la colpa è da ricercare in un singolo fornitore di vino, senza generalizzare . „, „ ,„ Massimo Martinelli La Morra (Cn) Scarlino non è Montedison Su «La Stampa» è apparso martedì 18 novembre un arti colo dal titolo «Accordo Mon tedison - sindacati - Provin eia, Scarlino: soluzione per i fanghi rossi». Desideriamo precisare l'estraneità della Montedison a tale vicenda in quanto la società Sibit, proprietaria dello stabilimento di Scarlino, è stata ceduta dalla stessa Montedison al gruppo inglese Tioxide nell'ottobre 1984. Ufficio stampa Montedison Milano Quando il figlio è un genio Sono un abbonato de «La Stampa», accanito lettore di Tuttolibri e Tuttodove. Leggendo gli articoli di Padovani, riguardanti la scuola e le attività dei bambini, ho avuto conferma che quello che sto facendo per mio figlio è giusto ed è il minimo che un genitore possa e debba fare. Come saprà è faticoso allevare i figli nel modo e nel senso più adeguato alle esigenze di apprendimento che ha il bambino naturalmente. Ho una figlia nata il 20 luglio 1971, a quattro anni leggeva, ora frequenta 11II liceo scientifico con ottimi voti, l'altro figlio Marco, nato il 27 aprile 1984, seguendo il meto do Montessori e Doman ho visto che si diverte molto fino al punto che ora legge, conta, distingue tutti i colori, conosce tutte le figure geometriche, distingue sul planisfero tutti gli Stati del mondo, conosce tutte le regioni d'Italia L'unico «problema» per me e mia moglie è che non riusciamo più a stargli dietro e soddisfare le sue richieste ed esigenze di apprendimento, sia come tempo sia economicamente per la quantità di materiale didattico che necessita. Per fortuna sono un tipo con esperienza artigianale e parecchio materiale glielo costruisco io. Vittorio Carbonaro, Torino Lo Stato severo con i più deboli Sono un ufficiale dell'Esercito con uno stipendio, oggi, di circa L. 1.600.000. Nel 1980, trovandomi con la famiglia senza casa e non riuscendo ad affittarne una se non a cifre astronomiche, ho deciso di acquistarne una. Preciso che si tratta della prima casa ad uso abitazione e non per investimento. Tratto l'acquisto con una immobiliare la quale mi propone come pagamento una convenzione con il Credito Italiano sotto forma di apertura di credito di mutuo ipo tecario decennale con rate trimestrali di L. 1.500.000 circa con tasso indicizzato. I rappresentanti dell'immobiliare e della banca mi assicurano che posso detrarre dalla dichiarazione dei redditi gli interessi passivi. Dal 1981, come cittadino onesto, comincio a fare la denuncia dei redditi, detraggo gli interessi passivi e vado in credito nei confronti del governo di L. 393.000. Nel 1985 non ricevendo alcun rimborso, mi reco agli uffici tributari di Torino dove mi fanno fare domanda di rimborso e dove scopro che il mio 740 viene riesumato dagli archivi Forse perché ho osato disturbarli, anziché il rimborso mi arriva una cartella di pagamento di L. 170.000. Dal 740 del 1982 vado in credito di L 243.000 ed invece, in questi giorni, ricevo una cartella di pagamento di L. 391.000. Cosi sarà per gli anni f utu ri. Mi è stato detto che la banca mi ha fatto un'apertu ra di credito e non un mutuo ipotecario: ma che differenza c'è. visto che la banca ha l'ipoteca sulla casa e che quei soldi, passati direttamente dalla banca ai venditori, non mi sono certamente serviti per comperare un panfilo per spassarmela al mare? Aldo Ama, Torino Castiglione celebrato gli , Leggo su La Stampa del 12 novembre l'articolo di Lietta Tornabuoni sulla scrittrice cinese Han Suyin dove la stessa si dichiara scandalizzata che Milano non celebri Giuseppe Castiglione, pittore milanese alla corte cinese nel 1700. Mi preme in proposito far sapere alla signora Han Suyin e al lettori che esiste già da due anni un Comitato promotore per le celebrazioni del III centenario della nascita di Giuseppe Castiglione, di cui sono presidente. Per il 1988 stiamo organizzando un convegno e una mostra dei suoi quadri a Palazzo Reale, a Milano, in collaborazione con il Comune di Milano. Giulia Marsotto, Milano Non ammaestrate animali Milady Orfei, la giovane e bella figlia di Paolo, fondatore del circo più famoso d'Italia, ha dichiarato che farà un suo circo il quale sarà sicuramente senza animali perché nel circo soffrono e non vuole che per fare divertire debbano essere maltrattati elefanti, cavalli, tigri e leoni. La Danimarca, allineandosi ai civili Paesi del Nord-Europa che hanno già proibito l'uso degli animali negli spettacoli circensi, ha emanato una legge che vieta l'asibizione delle bestie nei circhi perché «contro natura e lesiva della loro dignità». Durante il lungo e faticoso ammaestramento non vengono risparmiate violenze per costringere all'obbedienza animali nati selvaggi. Con doloroso stupore abbiamo visto in tv, nella pubblicità di una bottiglia, esibire un ghepardo tenuto alla catena da una donna, in quella di una casa costruttrice di elettrodomestici e di una marca di automobili, utilizzare elefanti ridotti ad animali da circo. Non chiediamo che la pubblicità di queste ditte diventi intelligente ed ecologica come quella dell'Amaro Montenegro e della PolenghiLombardo, ma incatenare e schiavizzare animali che la natura ha destinato all'immensità delle savane è inaudito e dimostra incomprensione e disprezzo per la campagna contro circhi e zoo che si svolge in tutta Europa. Paolo Antonio Negri, Milano