Malta bifronte cerca una tregua di Paolo Patrono

Malta bifronte cerca una tregua L'isola è spaccata alPinterno, dubbiosa se corteggiare Europa o Libia: l'accordo con Roma non evita l'impasse Malta bifronte cerca una tregua L'opposizione de accusa il governo di sfruttare l'intesa Craxi-Bonnici per manovre elettorali (si vota in primavera) - Forte disoccupazione, economia stagnante, scarsi investimenti stranieri - TI premier difende l'amicizia con Tripoli ma sempre più tiepidamente DAL NOSTRO INVIATO LA VALLETTA — Craxl è ripartito da Malta giovedì notte promettendo la sollecita ratifica parlamentare dell'accordo di cooperazlone economica e finanziaria appena firmato con il premier laborista Mifsud Bonnici. E subito l'opposizione conservatrice, il partito nazionalista affiliato all'Internazionale democristiana, ha denunciato l'intesa come -un cospicuo aiuto che sarà sfruttato per puntellare il disastroso bilancio del governo. Il protocollo era scaduto da tre anni, Mifsud Bonnici si è deciso a firmarlo adesso per trarne un vantaggio elettorale». Non che l'opposizione sia contraria all'accordo con l'Italia, anzi: i nazionalisti proclamano la necessita che Malta torni a volgersi risolutamente verso l'Europa, chieda l'adesione alla Cee, recida tutti i legami con la Libia. Ma quest'accordo che farà piovere nei prossimi quattro anni ne^e casse maltesi 180 miliardi a vario titolo, firmato da un presidente del Consiglio socialista e da un premier laborista all'antivigilia delle elezioni (che si terranno entro la primavera) autorizza, secondo l'opposizione maltese, almeno qualche perplessità. Resta naturalmente da vedere se i tempi di ratifica del Parlamento italiano saranno cosi rapidi come Craxi si augura. Flaminio Piccoli, che è anche capo dell'Internazionale de, preannuncla tempesta, sollecita Palazzo Chigi a esigere «garanzie» da Malta contro «fa pesante azione discriminatoria e vessatoria nei confronti dell'opposizione democristiana', insiste perché -gli aiuti economici non vadano a discapito della libertà e della democrazia-. Piccoli non rispecchia certo gli umori di tutta la de, ma le polemiche, che contagiano marginalmente anche gli schieramenti partitici italiani, infuocano già il clima politico in questa piccola isola, spaccata in due campi da accese rivalità fra clan familiari e gruppi d'interesse. A Malta, dunque, il Parlamento eletto nell'81 scadrà a metà febbraio e il governo la- borista indirà le elezioni tra marzo e maggio. I politici già battono in lungo e in largo i centri che sono sorti negli ultimi anni disseminandosi a grappolo attorno al nucleo originale della Valletta, arroccata entro i bastioni. La campagna elettorale si preannuncia molto tesa: nella sede del partito nazionalista, a La Pietà, i seguaci del dott. Fenech Adami, capo dell'opposizione, proclamano che non accetteranno una ripetizione del «trucco» clell'81, quando i laboristi, con il 49 per cento dei voti, •usurparono* la loro vittoria soffiando la maggioranza in Parlamento grazie alla manipolazione delle circoscrizioni elettorali. •Il governo laborista ritenta il colpo — accusano fin d'ora gli esponenti dell'opposizione —: l'abbiamo visto dalla composizione della commissione elettorale che fissa i confini dei collegi. Ma questa volta non ci faremo defraudare dal successo, siamo pronti a paralizzare la vita di Malta». Animi esasperati di chi è relegato all'opposizione dal '71, propositi bellicosi che denunciano «il dissesto completo dell'isola*. In concreto, i nazionalisti rimproverano al governo laborista l'aumento della disoccupazione (circa 10 mila persone su una popolazione attiva di 140 mila e un totale di 330 mila) contenuta artificiosamente a un tasso ufficiale dell'8,5 per cento soltanto dal gonfiamento delle assunzioni nel settore pubblico. Poi denunciano la stagnazione economica, mentre negli Anni Settanta l'isola aveva ancora un ritmo di crescita tra i più elevati al mondo. Criticano, quindi, il mancato decollo industriale, la crisi dei cantieri navali dove è in carnet solo la costruzione di sei mercantili russi, la stasi del turismo che costituisce sempre la maggior risorsa dell'isola. Sostengono ancora che l'inflazione è mantenuta al livello ufficiale dell'I per cento solo perché da quattro anni sono bloccati, realmente, i salari e, artificiosamente, i prezzi, che però risentono dell'inflazione importata dall'Italia e dall'Inghilterra, i principali fornitori. Lamentano, infine, la mancanza d'investimenti stranieri causati dall'ambiguità della politica governativa, a pendolo tra Est e Ovest. Altri due temi spiccano an¬ cora nel «manifesto» elettorale dei nazionalisti: la •guerra scolastica» e la politica estera della Malta laborista. La prima è stata bloccata con «l'armistizio» dello scorso luglio con il Vaticano, una soluzione che è solo temporanea, sottolineano ì nazionalisti, considerando anche il fatto che dopo la riforma della scuola pubblica ia popolazione degli istituti privati è salita dal 17 al 27 per cento e che il governo di Mifsud Bonnici non ha affatto rinunciato alla sua pretesa di control¬ lare l'insegnamento. In politica estera, infine, l'opposizione considera Gheddafi «una grande iattura», 1 legami con la Libia -pericolosi politicamente, dal punto di vista militare» dopo il trattato d'amicizia di fine '84, e i ripetuti contatti con l'Est perlomeno -sospetti*. Nella sede del partito nazionalista sostengono: -Anche noi siamo per la neutralità dell'isola. Mg. che sia effettiva, non sbilanciata in funzione anti-occidentale. E poi dobbiamo tener ben presente die il 70 per cento dei nostri scambi avviene con l'Europa, con la quale dobbiamo ricercare una maggiore integrazione economica». La diagnosi della situazione che si compie all'-Auberge de Castille», sede del governo, è diametralmente opposta. Malgrado la stagnazione economica, Mifsud Bonnici ha mantenuto e migliorato la copertura sociale della popolazione ha varato un piano d'investimenti per i prossimi tre anni centrato sullo sviluppo turistico e la costruzio- ne di punti d'attracco per le imbarcazioni da diporto, il rilancio dell'industria manifatturiera e quella ad alta tecnologia, il potenziamento della rete stradale e degli impianti di desalinizzazione per risolvere il cronico problema della mancanza d'acqua. L'accordo rinnovato con l'Italia, poi, porterà non solo capitali freschi, ma anche imprese e lavoro per i maltesi. E quanto ai tanto discussi legami con la Libia, i portavoce del governo sciorinano questi risultati: una ventina di jolnt-ventures industriali e commerciali con Tripoli, una nutrita presenza turistica e l'acquisizione di due grandi alberghi, il petrolio fornito a prezzi ridotti, e 2 mila lavoratori maltesi che operano in Libia nell'industria petrolifera. Certo, ammettono sottovoce negli ambienti governativi. Malta forse sperava in un maggiore slancio da questa discussa cooperazione. E i risultati contenuti dell'.apertura» del premier Mintoff alla Libia, a fine '84, servono a spiegare la prudente correzione di rotta seguita adesso dal suo successore che sembra spostare gradualmente il pendolo verso l'Italia. Ma il discorso sui legami economici s'interseca subito con gli interessi politici focalizzati su quest'arcipelago roccioso, posto a 120 chilometri dalla Sicilia s a 300 dalle coste libiche. Defraudata del suo passato valore strategico dalla nuova tecnologia militare. Malta riesce comunque a tornare periodicamente sulla ribalta internazionale grazie allo sfruttamento del suo ruolo politico, all'asta ingaggiatasi sulla sua «neutralità» che ha ottenuto le venga garantita, con abilità tutta levantina, sia dall'Italia che dalla Libia. Pervasa dai pigri ritmi me¬ diterranei che stemperano i residui segni della lunga presenza britannica, Malta ha scoperto con Mintoff che può vivere anche solo -vendendo politica», bilanciandosi come sempre ha fatto nella sua storia fra Europa e Africa, sospesa tra l'influenza della vicina Italia (presente quotidianamente in tutte le case con la tv che amplia e perpetua la conoscenza della nostra lingua già insegnata nelle scuole) e le sirene dell'altrettanto prossima Libia gheddafiana. Anche l'arabo viene insegnato obbligatoriamente nelle scuole, il superamento di un esame è addirittura richiesto per l'ingresso all'università. La bandiera libica sventola orgogliosa in Saint George's square accanto a quella dell'Istituto italiano di cultura, emblematico simbolo di concorrenza sull'isola. L'ambasciatore di Tripoli non perde cerimonia per marcare il suo ruolo, appoggiato da un ramificato tessuto di infrastrutture commerciali; mentre la presenza italiana, al di là del quadro economico, si avvale anche della missione tecnico-militare di cooperazione, che oltre all'addestramento di personale maltese è impiegata in lavori d'ingegneria civile e di soccorso con un nucleo elicotteristico. Questo quadro, dalle forti tinte contrastate in politica interna e ricco invece di sfumature cangianti in politica estera, fa dunque da sfondo a una Malta che si appresta a rinnovare il Parlamento in un clima acceso, contrastante con l'immagine turistica delle carrozzelle, degli sgangherati autobus inglesi, delle sale da tè dei vecchi alberghi «imperiali» frequentate ancora da qualche anziana lady in british style. L'eredità di Mintoff pesa e condiziona ancora le mosse di Mifsud Bonnici e resta una scommessa indovinare dove si sposterà il «pendolo maltese», e ipotizzare se l'isola andrà alla deriva verso l'Africa o sarà risospinta verso l'Europa nei prossimi mesi da un successo dell'opposizione. Paolo Patrono t UN MISSILE INGLESE DALLA ROCCA Gibilterra. Durante le manovre di questi giorni un soldato inglese spara verso il mare un missile anticarro Milan (Tclefoto Api