«Caso Moro» (e di coscienza)

«Caso Moro»' (e di coscienza) PRIME FILM: una polemica «Caso Moro»' (e di coscienza) IL CASO MORO di Giuseppe Ferrara con Gian Maria Volontè e Mattia Sbragia, Bruno Zanin, Margarita Lozano, Fiero Vida, Enrica Modngno, Enrica Rosso. Fotografia di Camillo Bazzoni, Scen. di Ferrara, Katz, Balduccl. Produzione italiana a colori. Drammatlcopolitico. Cinema Ambrosio e Charlie Chaplin 1 di Torino. Cinema Ariston e Reale di Roma. Cinema Asti-», Odeon Sala 6, Diana di Milano. Adesso che il film giunge in tutte le grandi città italiane, sarà più facile per lo spettatore e lettore di giornali farsi un'idea non preconcetta di questo Caso Moro. Anche se, come abbiamo avvertito nel resoconto dopo la prima milanese, si tratta della tipica circostanza in cui le ragioni della politica e della polemica prevalgono sulle motivazioni più strettamente critiche. Il sequestro e l'uccisione del presidente della de da parte delle Bierre rappresenta un momento di rottura nella storia italiana recente che non s'è ancora ricomposto politicamente ed ha lasciato, nel seguito giudiziario, zone d'ombra non chiarite sulle indagini. Per forza un film su Moro è un film a tesi, non solo per le tradizioni del cinema politico, ma per la congiura degli avvenimenti. Non si potrebbe fare diversamente, ognuno a suo modo. La tesi abbracciata da Ferrara è già apparsa in libri e articoli: l'on. Moro non fu salvato anche per le intromissioni di servizi segreti, P2 e americani e per le tergiversazioni di suoi compagni di partito, conveniva a troppi !'eliminazione dell'artefice del compromesso storico. Ferrara ama un cinema di polemica, forse discutibile ma sempre diretto: la sua cifra stilistica è il racconto popolare, mp'•ari il feuilleton o il fotoromanzo. I difetti di scherniti io, 11 calcolo puntiglioso della verisimiglianza e somiglianza fisica dei personaggi hanno, per contrasto, il pregio dell'efficacia e dell'immediato patos. Nel film-tesi, nel film-denuncia Volontè si ritaglia un eccezionale ritratto-interpretazione dello statista ucciso: scettico, professorale, calcolatore, deluso, meditativo, distante.

Luoghi citati: Ferrara, Milano, Roma, Torino