Fascino di 600 bambole di Giampiero Paviolo

Fascino di 600 bambole A Torre Pellice sta per naufragare il sogno di un museo Fascino di 600 bambole 3 La raccolta di esemplari dal 1850 in poi è frutto della ricerca e della passione della famiglia Odin - Ora è ammassata in una soffitta: mancano i fondi per concludere la ristrutturazione di un edificio da esposizione TORRE PELLICE — Un «piccolo mondo antico» è stipato in soffitta e in armadi stracolmi, ma nessuno sale a Torre Pellice per ammirarne la suggestiva bellezza. E' un mondo fatto di 600 bambole, tutte nate dal 1850 in poi: dovrebbero diventare il primo museo italiano, invece rischiano di restar nascoste in spazi angusti, dimenticate dal pubblico degli appassionati, o addirittura di essere vendute in blocco. Guido e Samy Odin, padre e figlio, le hanno riunite in sei anni, rovistando bauli, frequentando aste, mercanteggiando con rigattieri e antiquari. Hanno anche cercato di ••metterle a loro agio». comprando mobili, arredi, perfino case a misura di bambola. Poi hanno coltivalo, pazienti, l'ambizioso progetto di dare vita e anima a un museo: hanno acquistato un edificio di 300 metri in piazza San Martino — tre piani più mansarda — e avviato la ristrutturazione. Ora i lavori sono quasi fermi: «Ho speso ogni risparmio, speravo nell'aiuto della Regione o del Comune, l'iniziativa lo meritava. Invece niente-, commenta Guido Odin, fotografo e costumista. La materia prima del museo è tutta accatastata in casa Odin, in attesa di novità che tardano a venire. Nel frattempo, padre e figlio con- tinuano un certosino lavoro di restauro: vestiti da rattoppare, spesso da ricostruire a regola d'arte, usando stoffe e disegni dell'epoca; e cataloghi da consultare, affari da non perdere, viaggi all'estero per «catturare» quel poco che il mercato ancora riesce ad offrire. Già, perché in Francia. Germania, Inghilterra, per non dire degli Stati Uniti, i collezionisti sono decine di migliaia, e i musei non si contano. Da noi invece, meno di duemila appassionati, e quanto a musei esiste soltan to quello aziendale della Furga. La bambola, con la sua storia antica quasi quanto quella dell'uomo, secondo Samy Odin uscirà vittoriosa anche dall'aspro confronto con le nuove tecnologie del mondo moderno: -Il desiderio di rappresentare noi stessi è troppo forte-. Ma il periodo d'oro risale alla seconda metà del secolo scorso: nacquero a quell'epoca le bambole mannequinnes. che nobildonne e dame se le scambiavano per segnalare gli ultimi dettami della moda. Era il momento magico delle -bisquit-. Soltanto in seguito bebé e poupons furono a misura, o meglio a «specchio», dei bambini. E in Germania furono create le -caracteres-, bambole che avevano sostituito l'eterno ingenuo sorriso con espressioni pensose, perfino con un ambiguo sottinteso sensuale. In Italia il grande impulso al settore parte da Torino, negli Anni Venti. Elena Scavini Konig lancia la produzione Lenci, destinata ad enorme fortuna che continua oggi. Cosi la bambola entra in tutte le case come compagna di giochi delle bambine. E gli Odin ricordano: 'Per costruire una bambola possono bastare pochi stracci, quindi anche le bambine più povere sono quasi sempre riuscite ad avere una pupa». Anche se alcuni bambolotti aspettano ancora un vestito, adesso la collezione Odin è quasi pronta. Quanto vale? -Difficile fare una stima, dipende da chi vende. Un antiquario alza il prezzo, al mercato delle pulci spendi meno. Cè ne sono da 30 mila e da un milione. Imitazioni? No, per ora non se ne parla: piuttosto riproduzioni, ma dichiarate dalla casa al momento della messa in commercio-. Gli Odin non nascondono l'amarezza di questi mesi: «Siamo in difficoltà. Ma anche ben decisi a portare a termine un'avventura iniziata quasi per gioco, poi sempre più importante. Vista l'indifferenza degli enti pubblici, che hanno formulato soltanto proposte inaccettabili, siamo decisi a rivolgerci ai privati-. Replica il sindaco, Marco Armand Hugon: -Ci si trova di fronte a un'iniziativa lodevole, ma pur sempre privata. L'ente pubblico non può intervenire con massicci contributi: sarebbe un pericoloso precedente-. Giampiero Paviolo II piccolo mondo antico di Torre Pellice rischia di restare per sempre chiuso in soffitta