Dopo 6 anni s'apre l'inchiesta sul detenuto ucciso nella cella di Claudio Giacchino

Dopo 6 anni s'apre l'inchiesta sui detenuto ucciso nella cella I giudici avevano «dimenticato» l'omicidio Viele del giugno '80 Dopo 6 anni s'apre l'inchiesta sui detenuto ucciso nella cella L'interrogatorio sollecitato da due ex terroristi -1 giudici: «Avevamo casi più urgenti» Il 19 giugno 1980, nel braccio di massima sicurezza delle Nuove, Pasquale Viele, detenuto per omicidio e rapina, fu strangolato mentre pranzava in cella con Giorgio Piantamore (rapitore di Tony Carello diventato brigatista in carcere), Pietro Bertolazzi (br del nucleo storico, uno dei sequestratori nella primavera '74 del magistrato genovese Mario Sossi), Giorgio Zoccola e Claudio Carbone (militanti dei Nap). Le indagini, all'apparenza semplicissime, non sono mai state fatte: i quattro reclusi che erano segregati con Viele non sono mai stati interrogati né gli è stato notificato ordine di cattura. Il sostituto procuratore Giuseppe Marabotto compi, il pomeriggio del delitto, il soprallugo nella cella della morte e si senti apostrofare da Bertolazzi: «Davvero qui è stato ammazzato uno? Vabbé, sono fatti suoi, dottore-. Marabotto inviò subito ai quattro detenuti comunicazione giudiziaria, poi il caso fu affidato al pool di magistrati specializzati in terrorismo. Da allora, lo smilzo «fascicolo Viele- fini nel dimenticatoio. Solo ora. dopo quasi sei anni e mezzo, è stato riaperto. Giovedì, alle Nuove, i sostituti procuratori Bernardi e Russo hanno sentito Piantamore: ieri. Zoccola. «Entrambi — ha dichiarato il difensore avv. Perla — sono stati ascoltati dietro loro richiesta. Zoccola ha scritto un memoriale per spiegare il movente dell'omicidio e come esso è stato perpetrato-. E' abbastanza singolare che il «risveglio- delle indagini sia dovuto proprio a chi, invece, avrebbe interesse che l'inchiesta continui a dormire. Soprattutto, se si conside- ra che Piantamore e compagni rischiano un'accusa da ergastolo. Il dott. Russo ha risposto: «Del caso Viele mi occupo solo da adesso. Il mese scorso andai nel carcere di Bellizzi Irpino, i reclusi ave¬ vano organizzato uno spettacolo ed un dibattito. Là, incontrai Piantamore, mi accennò per la prima volta al delitto del 1980. Non direi die il comportamento suo e, parzialmente, di Zoccola, sia poi così strano. Sia l'uno die l'altro hanno da tempo preso le distanze dalla lotta armata e iniziato un processo d'autocritica-. Entrambi hanno condanne definitive sino al prossimo secolo. Tagliati i ponti col passato, sono diventati prigionieri modello; addirittura, sono già usciti dal carcere in licenza premio per buona condotta e sono rientrati in cella regolarmente. Che le indagini abbiano dormito sei anni e mezzo non è, per gli inquirenti, sconcertante. Hanno spiegato: «Bertolazzi, Carbone, Piantamore e Zoccola debbono restare in galera sino al prossimo secolo: il primo dovrebbe uscire nel 2024. Non c'era quindi urgenza di giudicarli. S'è data la precedenza a quei giudizi per cui bisognava fare in fretta sennò gli imputati tornavano liberi per decorrenza della carcerazione preventiva. Non dimentichiamo die in questi sei anni a Torino sono stati celebrati oltre 70 processi di terrorismo: molti erano maxiprocedimenti, con cento e passa imputati». Però, il lungo sonno dell'inchiesta sull'omicidio Viele è dovuto forse soprattutto al fatto che la vittima era un informatore dei carabinieri. Nel rivendicare l'assassinio, le Br scrissero nel volantino: « Viele era una spia del generale Dalla Chiesa, con la sua delazione mandò in fumo un'evasione dal penitenziario di Pianosa e un'altra a Torino-. I giornali rivelarono: «Tre giorni prima di essere ucciso, Viele "soffiò" agli agenti di custodia che nel braccio di massima sicurezza delle Nuove era nascosto dell'esplosivo-. Ha detto il sostituto procuratore Bernardi: «Rivelazioni molto vicine alla verità-. Claudio Giacchino Pusquale Viele ucciso nel giugno '80. Giorgio Piantamore

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