Viaggio nella giungla delle Casse di Ugo Bertone

Viaggio nella giungla delle Casse Anche qualche presidente protesta contro la «lottizzazione» dei vertici Viaggio nella giungla delle Casse MILANO — «No, sono cose die non dovrebbero accadere*. Lapo Mazzei. presidente della Cassa di Firenze, fa parte della pattuglia del 52 riconfermati nella lunga notte delle nomine. Eppure, non nasconde una certa malinconia dopo il balletto delle ultime settimane («Cose dell'altro mondo — sussurra un suo collega veneto — gente trasferita o bocciata senza colpe, senza che ci fosse nell'aria nulla*), culminato nelle 106 nomine della notte tra giovedì e venerdì, quella piccola rivoluzione da -manuale* (della lottizzazione, s'intende) che ha modificato i vertici bancari delle casse. Ma che cos'è che non va, dottor Mazzei in questo sistema? Che si può fare? -Ma se lo immagina lei un consiglio d'amministrazione che non possa eleggere il suo presidente?*. E allora? -Allora prima o poi si affronteranno questi problemi. Posso limitarmi a sostenere che, al di là dell'immagine del Paese e della funzionalità del sistema, spesso si dimentica l'aspetto umano. Si metta nei panni di chi deve aspettare. Di una persona che un giorno c'è e l'altro no e non per sue responsabilità*. Ma lei era preoccupato? -No. La mia era una tranquillità assoluta. Ma mi conceda uno sfogo personale. Non mi piace che si usino le persone per equilibri estranei alle persone stesse*. Non è certo il tempo delle melanconie in casa dei nomi nuovi del mondo delle Casse. Compie il gran salto il profes¬ sor Luciano Segre di Venezia, uno dei più fidati collaboratori economici di Craxi, responsabile della politica creditizia nel comitato tecnico-economico-sociale di Palazzo Chigi. Dopo anni di assedio la roccaforte di Venezia, appannaggio della de, passa a Segre, già vicepresidente. Come festeggia il neo presidente? Una lunga giornata di riunioni, asserragliato in Palazzo Chigi. Anche lo scudo crociato, però, può mettere sul terreno nomi nuovi. Il più prestigioso è quello del professor Pellegrino Capaldo, 47 anni, che rileva il regno di Remo Cacciafesta (il fanfaniano di ferro) nella Cassa di Roma, 11 mila miliardi di mezzi amministrati, oltre 300 miliardi di redditività nel 1985 A suo nome parla il direttore generale Cesare Geronzi, a testimonianza di un affiatamento già perfetto (fino all'84 Capaldo è stato nel consiglio dell'istituto). 'Capaldo era il primo della terna proposta dalla Banca d'Italia. E' un tecnico vicino alla de, ma non è iscritto al partilo*. Un personaggio diverso da Cacciafesta? -Beh si. Noi lo conosciamo bene. Ha svolto consulenze per la Banca d'Italia e la Consob. Ha svolto studi sull'apertura ai privati delle banche pubbliche*. Facile pensare, quindi, che anche la Cassa di Roma punterà sul risparmio del pubblico... 'Siamo stati i primi — commenta Geronzi — a pensare a questo progetto. Ora lo metteremo in pratica*. Superato lo scoglio delle nomine, infatti, si tratta di pensare al futuro delle casse. E' un settore chiave, con i suoi 4016 sportelli complessivi e i suoi 73 mila addetti del sistema del credito. In tutto le 80 Casse e le otto banche del Monte raccolgono quasi un terzo del totale (a metà anno 127.732 miliardi pari al 29.03% del dato globale) e da esse dipende circa un quarto (64.840 miliardi, U 24,95%) degli impieghi. Ugo Bertone

Luoghi citati: Milano, Roma, Venezia