Bonnici: colpo di spugna sui missili di Lampedusa di Paolo Patrono

Bonnici: colpo di spugna sui missili eli Lampedusa Il Premier maltese racconta rincontro italo-libico Bonnici: colpo di spugna sui missili eli Lampedusa «La mira era volutamente sbagliata, era un segnale politico» - Disgelo favorito dalle difficoltà di Reagan DAL NOSTRO INVIATO LA VALLETTA — Carmelo Mifsud Bonnici riceve un gruppo di giornalisti italiani ih una sala dell'.Auberge de Castine», sulla rocca dei Cavalieri di San Giovanni, che ospita gli uffici del governo di Malta. E' contento, orgoglioso dell'incontro a sorpresa organizzato giovedì sera tra Andreotti e il libico Mansour, e mostra fiero 11 regalo del presidente Craxi, un bronzetto di Garibaldi a cavallo. Poi, attacca a raccontare i retroscena di quello che inizialmente era parso un clamoroso •colpo di scena» e che invece si rivela adesso come l'abile mossa di una manovra diplomatica. « Quando pochi giorni fa abbiamo avuto la conferma della firma dell'accordo e della venuta a Malta di Craxi e Andreotti — dice Bonnici — abbiamo fatto sapere a Tripoli die questo era il momento propizio per organizzare l'incontro informale, confidenziale, con gli italiani. Gheddafi lia accolto il nostro suggerimento, ponendo solo la condizione che Andreotti fosse disposto a incontrare Mansour. Abbiamo informato Andreotti e lui ha detto di essere pronto. Mercoledì sono andato a Tripoli e ho avuto via libera da Gheddafi. Poi abbiamo dato l'ole a Andreotti a Strasburgo-. Bonnici ricostruisce cosi le mosse del sorprendente •minuetto maltese», del balletto aereo nel cielo di Malta, con Craxi davanti ad Andreotti, tallonato dal ministro libico, clie sfiorando i colleghi italiani all'aeroporto li ritrova poi entrando dalla porta di servizio dell'«Auberge de Castine». Da questa ricostruzione affiorano alcuni fatti precisi: l'attivismo del governo maltese come trait-d'union tra Tripoli e Roma, la volontà della Libia di fare 11 primo passo per ristabilire i con¬ tatti con l'Italia e infine la disponibilità della diplomazia andreottiana a stare al gioco. Perché è stato scelto questo momento? La presenza di Craxi e Andreotti a La Valletta è l'occasione più indicata, ma il ragionamento politico che sta dietro questa mossa è più sottile, non nasce certo dall'Improvvisazione. Spiega infatti il p.-emfar maltese: -Questo è ii momento più adatto per la ripresa del dialogo perché la credibilità del governo americano è gravemente compromessa, per due motivi. Primo: la campagna di disinformazione antilibica condotta dall'ambasciatore Walters in Europa. Secondo: il caso Iran. L'opinione pubblica internazionale è rimasta scossa da questi fatti e ora i governi europei sono in grado di chiedersi se c'erano davvero le ragioni per le azioni militari americane contro la Libia e per le sanzioni economiclie». Dalle parole di Bonnici, si delinea in filigrana lo scopo della mossa di Gheddafi, appoggiata dal governo maltese: infilare un cuneo tra gli Usa e i Paesi europei approfittando della caduta di credibilità di Reagan. Con quali risultati? Il primo ministro, che ieri mattina ha incontrato il libico Mansour prima del suo ritorno a Tripoli, non lo sa o comunque non vuole rivelarlo. Risponde soltanto: «Mansour mi è apparso soddisfatto, contento di questo primo passo». Continuando l'intervista, Mifsud Bonnici conferma appieno la sua fama di «avvocato difensore» di Gheddafi. Sulle accuse alla Libia, ricorda che Gheddafi ha sempre negato di fomentare o appoggiare il terrorismo in Europa. Sostiene anche che, pochi mesi fa, Tripoli aveva accettato di firmare un impegno dei Paesi rivieraschi del Mediterraneo contro atti di terrorismo negli Stati europei, non ratificato invece dai Paesi occi dentali. Lo stesso tono il premier adotta per rispondere sui malsdgnnnaacfacsspdumccdcsocrèd missili a Lampedusa. «Voi avete tutte le ragioni perché l'attacco è stato un episodio spiacevole, ha fatto un gran danno psicologico; ma bisogna anche capire lo stato d'animo dei libici. Anche se io non lo condivido, loro ragionano cosi: l'Italia ha dato aluto, con le sue basi navali, alla marina Usa. Quindi, secondo loro, avevano la giusti ficazione per quei missili. Ma attenzione, loro sostengono che la mira era volutamente sbagliata, che non era un gesto militare ma un segnale politico: la prova della loro determinazione a lanciare una rappresaglia contro i nemici della Libia». Bonnici ammette, alla fine, che la Libia ce l'ha ancora con l'Italia «per le riparazioni dei danni subiti durante l'occupazione fascista». Ma sostiene che Tripoli è disposta ora a normalizzare (non precisa con quale offerte) i suoi rapporti con Roma. «Questa è la posizione ribadita a me da Gheddafi e da me trasmessa ai vostri governanti». Un Gheddafi che «è in buona salute», specifica il premier, «fierissimo per aver resistito all'attacco americano. Circondato da uno spirito di équipe, con Jallud e gli altri ancora più forte di prima». Con voce chiara, il premier maltese conferma poi l'importanza che attribuisce al nuovo accordo con l'Italia, al non allineamento dell'isola, alla neutralità garantita non solo da Roma ma anche da Tripoli. In tono paradossale spiega: «L'Italia ci può proteggere da un eventuale attacco della Libia, come la Libia ci serve per proteggerci da un'eventuale minaccia dall'Italia». L'intervista si chiude ancora sulla Libia: «L'isolamento di Tripoli è pericoloso perché provoca un suo avvicinamento all'Urss. Paolo Patrono