Disarmo: Londra e Parigi per i consulti preventivi di Enrico Singer

Dlsa^nidrliOiìiira © Parigi per 3 consulti preventivi Thatcher e Mitterrand valutano il dopo-Reykjavik Dlsa^nidrliOiìiira © Parigi per 3 consulti preventivi PARIGI — Francia e Inghilterra, per una volta, sono d'accordo: il dialogo sul disarmo nucleare tra i due Supergrandi non deve «scoprire» l'Europa. Dal vertice franco-britannico di ieri (l'undicesimo dal 1976) questa preoccupazione è emersa chiaramente. E' una preoccupazione che il premier inglese. Margaret Thatcher. aveva già espresso al presidente Reagan, sabato scorso a Camp David, e che ha ripetuto ieri a Parigi. Trovando in Mitterrand un alleato più che convinto. Anzi, l'esigenza di garantire la sicurezza nel Continente ha fatto passare in secondo piano le recentissime tensioni tra le due capitali sull'altro grande problema del momento: la lotta al terrorismo. Il caso-Siria, che ha visto Londra e Parigi su sponde opposte (l'Inghilterra ha rotto le relazioni diplomatiche con Damasco, la Francia considera Assad un interlocutore «indispensabile*) è stato almeno ufficialmente archiviato. La signora Thatcher, arrivata mentre si svolgevano i solenni funerali del presidente della Renault, Georges Besse, assassinato dai terroristi di Action directe. non ha voluto riaprire le polemiche. E i colloqui — prima con Mitterrand, poi con Chirac — si sono centrati sul dopo-Reykjavik. Era inevitabile. Francia e Inghilterra sono gli unici Paesi d'Europa a possedere un loro deterrente atomico autonomo, sempre in bilico nel «pacchetto» di una trattativa globale ed esposto alle sorti di eventuali accordi tra Mosca e Washington. La Thatcher ha portato a Parigi informazioni rassicuranti: ci sarebbe molta confusione nelle interpretazioni di quanto Reagan e Gorbaciov si sono detti nella capitale islandese. In realtà, per il presidente americano l'opzione zero (cioè lo smantellamento degli arsenali) è un obiettivo che richiede accordi graduali, garanzie su un riequilibrio delle forze convenzionali (dove la supremazia sovietica nel teatro europeo è netta). E' il problema sul quale ha insistito Mitterrand nella conferenza stampa conclusiva del vertice. Anche con una punta di amara ironia. «Nei' negoziato non si possono isolare le armi atomiche di media gittata da quelle a corto raggio: gli europei non avrebbero il tempo di chiedersi quale tipo di missile li sta uccidendo*. E ha rinnovato l'appello per un ruolo attivo nel dialogo Usa-Urss: «La prossima volta, se si va cosi lontano nelle trattative, sarà necessaria una consultazione preventiva, e approfondita, tra I partner della Nato, da una parte e dall'altra dell'Atlantico*. Un tema che sarà certamente affrontato anche nel vertice franco-italiano della prossima settimana. Enrico Singer