«L'èra Kadar non è finita»
«L'èrm Kadar non è finita» Budapest smentisce il ritiro «L'èrm Kadar non è finita» BUDAPEST — Non ci saranno mutamenti al vertice del partito socialista ungherese. Le voci sulle dimissioni di Kadar, diffuse in Occidente, sono state smentite ieri in una conferenza stampa dal segretario del partito e capo del servizio propaganda, Janos Berecz. Berecz, con una battuta, ha assicurato che era stato proprio Kadar a presiedere i lavori del Comitato Centrale e ha illustrato gli argomenti chiave della riunione durata due giorni, anziché un giorno solo come previsto: la relazione sul vertice dei Paesi del «Comecon» a Mosca di novembre, e la situazione economica del Paese. Se da una parte sono stati ribaditi «i molti punti in comune* tra le politiche del partito socialista ungherese e del pcus. dall'altra è stato confermato il difficile momento che sta attraversando l'economia magiara. Nessuno mette in dubbio la validità del «modello» unghe- rese — ha detto Berecz — ma occorre il rafforzamento di una serie di misure per dare una nuova direzione alle tendenze negative manifestatesi in particolare negli ultimi due anni. Berecz non ha mancato di rivolgere forti critiche al sistema produttivo interno, auspicando una migliore organizzazione del lavoro, una maggiore autonomia e responsabilità delle aziende, oltre naturalmente ad un certo «equilibrio» tra produzione e consumi. Anche se il bilancio di produzione è positivo la bilancia internazionale dei pagamenti e il budget dello Stato — i dati ufficiali dei debiti dell'Ungheria verso l'estero saranno pubblicati tra un mese — sono in deficit crescente. E ciò dipende dai consumi eccessivi della popolazione e della imprese che dovranno essere limitati con un'efficace politica dei prezzi, dei salari e della tassazione.
Persone citate: Janos Berecz, Kadar
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