Vienna, socialisti in bilico di Tito Sansa

Vienna, socialisti in bilica Domani l'Austria vota: s'affaccia l'ipotesi della coabitazione ps-dc Vienna, socialisti in bilica Al governo da 16 anni, nel Cancelliere Vranitzky hanno un uomo che attrae l'elettorato, ma i cristiano-sociali sono favoriti, malgrado un leader scialbo, Alois Mock - Diffidenza verso il liberal-nazionalista Haider DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — Il partito socialista austriaco al governo da sedici anni sembra non essere poi tanto sicuro di vincere le elezioni di domani per il rinnovo anticipato del Parlamento di Vienna. Lo si deduce dal fatto — e diversi giornali lo mettono in evidenza — che giovedì, a soli tre giorni dal voto, in due dicasteri retti da ministri socialisti sono state create nuove divisioni e nuove direzioni generali, e vi è stata di conseguenza un'ondata di promozioni di funzionari socialisti o simpatizzanti, quasi si fosse alla vigilia di un cambio della guardia alla Cancelleria, da cinque mesi guidata da Franz Vranitzky. Nessuno comunque si è scandalizzato, la politica del personale ha in Austria una tradizione che risale all'Impero absburgico e dal 1970 a oggi i socialisti non si sono scostati dalla norma. Gli elettori austriaci non si sono agitati anche perché sono convinti che nel prossimo quadriennio verranno governati da una -grande coali-< zione» tra i socialisti di Vranitzky e i cristiano popolari di Alois Mock, e la spartizione dei favori continuerà. Nessuno dei due grandi partiti — secondo i sondaggi demoscopici — ce la farà ad ottenere la maggioranza assoluta, come riuscì l'ultima volta nel 1979 a Bruno Kreitsky. Saranno perciò costretti alla coabitazione poiché sarà impossibile per i .rossi» e improbabile per i «neri» un governo di piccola coalizione con i cosiddetti liberali del giovanissimo nazionalista JOrg Haider. E allora, con la grande coalizione, si tornerà a quelle abitudini della Proporz (la versione austriaca della lottizzazione), in uso dal 1945 al 1966 quando cristiano popolari e socialisti governarono insieme. Che cosa sia la Proporz lo spiega l'ex cancelliere cristiano popolare Josef Klaus: ./ due partiti di governo si dividono lo Stato, una cosa a te, una a me. Ogni ministro "nero" ha un sottosegretario "rosso", e viceversa, e cosi via per tutti i posti, giù giù fino in fondo alla scala, fino al portinaio, l'uno a controllare l'altro. Nessuna meraviglia perciò clie gli austriaci per sistemarsi siano andati a iscriversi ai due grandi partiti. Sono sette milioni, settecentomila hanno il libretto rosso altrettanti il libretto nero*. Domani dunque non ci dovrebbe essere né un vinto né un vincitore. Potrebbero spuntarla per qualche frazione di punto tanto il socialista Vranitzky quanto il cristiano popolare Mock, di quel poco che basta per ottenere l'incarico di Cancelliere e Invitare il rivale ad accettare la carica di vice capo del governo. Si ripete oggi in Austria la situazione che si ebbe in Germania sette anni fa: da un lato un partito, il socialista, in costante declino (ha perso tutte le ultime elezioni regionali e comunali) che però ha alla sua testa, come era Helmut Schmidt in Germania, un uomo di prestigio: Franz Vranitzky; dall'altro lato un partito, il cristiano popolare, in continua ascesa, che appena sei mesi fa ha portato alla presidenza della Repubblica con il 54 per cento dei voti il suo discusso candidato, Kurt Waldheim, ma che è guidato, come in Germania Helmut Kohl, da un uomo scialbo quale è Alois Mock. Voteranno domani i cinque milioni e mezzo di elettori austriaci per il partito o per l'uomo a cui affidare la guida della grande coalizione? Nel primo caso vincerebbe Mock, 53 anni, incolore, cattivo oratore ma onesto, che rappresenta i valori tradizionali; nel secondo caso il telegenico Vranitzky, 49 anni, che piace alle donne, è un pragmatico specialista di problemi economici e finanziari. Proprio per questo i giovani socialisti lo avversano, considerandolo un gelido tecnocrate disposto a -vendere al diavolo la sua finta anima socialista (vuole privatizzare le industrie statali deficitarie) pur di salvare la sua poltrona*. La vittoria dell'uno o dell'altro dipenderà in parte dal risultati che otterranno i Verdi (in lieve ripresa dopo i recenti disastri ecologici in Svizzera) e soprattutto i liberali di Jorg Haider, l'astro nascente della politica austriaca. Ha 36 anni, l'aria strafottente del cabarettista, un'oratoria pungente e pirotecnica e argomenti come «pulizìa morale*, «valori della patria* che fanno presa sulle generazioni della guerra. «I suoi comizi sono affollati come non succedeva dal 1938 quando i viennesi si strinsero intorno a Hitler*, ricordano i suoi avversari, 1 quali paragonano la sua capacità di trascinatore di folle proprio £ quella del FUhrer. JOrg Haider, eletto in settembre alla testa del partito liberale (al posto del moderato Norbert Steger) viene definito un «nazionalista austriaco*, un eufemismo che non sta tanto a definire chi è xenofobo e antisemita quanto chi ha nostalgie di una grande patria tedesca. «Sarebbe ingiusto chiamarlo neonazista — dice un giornalista — anche se ha salutato il ritorno del criminale di guerra Walter Reder dal carcere di Gaeta*. Qualche sospetto co munque ci deve essere se proprio ieri l'ex segretario del partito liberale, Grabner-Ma yer, si è dimesso in segno di protesta contro Haider che è «troppo nazionalista e non ha più nulla di liberale*. Tanto i socialisti quanto ì cristiano popolari (ma soprattutto questi ultimi) temono di perdere voti per colpa di Haider. Per questo in Austria non si parla più del caso Waldheim e le ultimissime rivelazioni sui presunti trascorsi nazisti del Presidente della Repubblica vengono passate sotto silenzio. I due grandi partiti temono che, come in giugno quando risvegliarono l'antisemitismo e la xenofobia, facendo vincere Waldheim, ora questi argomenti possano portare voti a Haider. Tito Sansa

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