Falk-Vitti tra Pirandello e Risi

Folk-Vitti tra Pirandello e Risi Successo di pubblico a Roma per «La strana coppia» al femminile di Simon Folk-Vitti tra Pirandello e Risi Diretto da Franca Valeri, lo spettacolo segue un registro di grottesca parodia - Discutìbile la traduzione di Lunari - Le due protagoniste non hanno voluto essere persone, ma due maschere di teatro e di cinema dal nostro inviato ROMA — E' molto probabile, anzi è certissimo che La strana coppia di Neil Simon, presentato l'altra sera in anteprima ad amici e critici, al Teatro Eliseo, per la regia di Franca Valeri e l'interpretazione di Rossella Falk e Monica Vitti, sarà un grosso successo di pubblico: basterebbero a garantirlo la popolarità di quel tre nomi in ditta e la curiosità del vedere finalmente in scena, dal vivo, una grande stella del cinema come la Vitti. Ciò non esime, mi sembra, 11 cronista teatrale da alcune osservazioni a margine. Sul testo, intanto. Riscritto di recente per due note attrici americane, La strana coppia resta pur sempre nella struttura e nella tematica la commedia che Lemmon e Mattimi! nel 1965 portarono al trionfo in proscenio e sullo schermo. Venfanni per un copione del genere sono lunghi quanto un secolo. Simon, che è persona molto schietta, ha raccontato più volte il suo lungo tirocinio di ghost-writer di scenette televisive per conto terzi. Il fatto è che dalle sue più celebri commedie sono nati a loro volta centinaia di sceneggiati televisivi per famiglia, dove si ride piuttosto grossamente di dissidi fra coniugi, scappatelle adulterine, solitudini tragico- miche del separati, ecc. ecc.: e codesto genere di melassa è divenuta nel frattempo imbevibile. Un'altra osservazione si deve fare sulla traduzione italiana, firmata da Luigi Lunari. Simon non è Sofocle, ed è più che comprensibile che nel tradurlo lo si debba adat¬ tare, cioè spesso e volentieri tradire. Ma c'è, anche in una riduzione drammaturgica, tradimento e tradimento. Io non posseggo il testo originale, ma dubito molto che Simon possa far dire a un personaggio spagnolo «corazon» e far rispondere a un altro «le nove e mezzo» : e di queste battute corrive ne affiorano parecchie lungo le due ore e mezzo d'allestimento. Vengo alla regia, che la signora Valeri, affidandosi al proprio Istinto d'attrice, ha deciso di sintonizzare su un registro di grottesca parodia (a proposito, quando la smetteranno attori e attrici d'improvvisarsi registi? Non potremmo tornare a una sana divisione del lavoro, a uno spartano specialismo?). Ora se c'è una tonalità stilistica che le commedie di Simon rifiutano, questa è proprio l'effettismo parodico. Il solo modo di rendere credibili le improbabili vicende della strana coppia è di assumerle come totalmente probabili e di riproporle in termini di ostentata naturalezza. Mike Nichols, il regista che ha «creato» Simon, non avrebbe mal scambiato un gioco a quiz, intorno al tavolo, tra quattro simpatiche tardone per una rissa da pollaio, né avrebbe mai fatto correre, precipitare a terra, saltellare, strepitare le succitate come se un normalissimo living room fosse una stia. Andiamo, nessuno starnazza cosi nella vita, e questa è una sentimental comedy, in cui la mimesi della quotidianità è tutto. Passo infine all'interpretazione, che non può, ovviamente, non essere strettamente connessa al disegno registico: ed è infatti un'Interpretazione del più schietto manierismo. Che la Falk e la Vitti siano due eccellenti attrici non è una scoperta: ci sono aule loro spalle due strepitose carriere a dimostrarlo. Stavolta avrebbero dovuto compiere lo sforzo di dimenticarsi di esserlo per proporsi, nei due ruoli di Olivia e Fiorenza, nella loro disarmata naturalità, persino nella sgradevolezza, nella volgarità spicciola, in cui, a tratti, l'esistenza d'ognuno di noi s'Intinge. E Invece no, non hanno voluto essere persone, ma tipologie: aspra, stizzosa, altera la Falk, tenera, indifesa, goffa la Vitti, perciò (soltanto in apparenza) più vicina allo spettatore, più sua simile. In realtà, erano due maschere di teatro e di cinema all'italiana, l'una alla Pirandello, l'altra alla Dino Risi. Molte risate durante lo spettacolo, applausi affettuosi, ma non la prevedibile ovazione, sul finire. Guido Davico Bonino Rossella Falk e Monica Vitti in una scena di «La strana coppia»

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