Ecco le nuove pensioni di Emilio Pucci

Ecco le nuove pensioni Oggi il governo approva il progetto di riforma Ecco le nuove pensioni Il limite dell'età portato a 60 anni per tutti - Escluso dalle nuove norme chi ha già 15 anni di contributi - L'assistenza a carico dello Stato • Giudizio negativo del pri • Riserve dei sindacati ROMA — E' pronto l'ennesimo progetto di riforma delle pensioni. Il Consiglio dei ministri lo approverà oggi pomeriggio, dopo otto anni di dure battaglie e di veti paralizzanti. L'età per smettere di lavorare è per ora fissata a 60 anni, uomini o donne non importa. Ma nel nuovo testo si lascia aperta la possibilità di elevare questo «tetto» a 65 anni. Comunque la riforma, se passerà, riguarderà solo gli- italiani che ancora non hanno 15 anni di contributi previdenziali versati. Per gli altri continuerà a valere il regime attualmente in vigore. Il ministro del Lavoro, Gianni De Micheli», ha illustrato ieri ai leaders sindacali l'edizione riveduta e corretta del disegno di legge (83 articoli suddivisi in quattro capitoli) che sarà oggi discusso dal governo. In pratica, la nuova formulazione integra il testo predisposto dalla speciale commissione parlamentare per le pensioni con diversi emendamenti elaborati da De Mlchelis. Anche questo progetto rischia però di naufragare. I sindacati hanno dato via libera con pesanti riserve, ma il fatto più grave è il «no» deciso del repubblicani, ribadito ieri sera. Un veto che rischia di rimettere tutto di nuovo in discussione, facendo di questa annunciata riforma una sorta di tela di Penolope. Gerolamo Pellicano, coordinatore economico dei gruppi parlamentari repubblicani, ha detto chiaro e tondo che le valutazioni del suo partito sul nuovo testo «sono negative». Il pri in sostanza non ritiene che questo progetto possa avviare un serio processo di risanamento del pauroso disavanzo dell'attuale sistema previdenziale (oltre 60 mila miliardi) e sollecita perciò misure più incisive. De Michelis non sembra eccessivamente preoccupato. Anzi, ritiene che è stata imboccata la strada giusta per l'approvazione definitiva di una riforma tra le «più importanti degli ultimi dieci anni». A giudizio del ministro, le riserve dei sindacati (soprattutto nelle parti riguardanti il mancato aggancio della pensione alla dinamica salariale e il minimo contributivo per il diritto alla pensione) possono essere superate. Anche con i repubblicani ci si può intendere. Addirittura il ministro arriva a prevedere l'operatività della riforma entro la prossima estate. Ma ecco, in dettaglio, i passaggi principali del progetto; Età pensionabile. E' stata ritirata la proposta di fissare fin da ora a 65 anni l'età per il diritto all'indennità di vecchiaia. Il tetto viene fissato a 60 anni, un limite comune a uomini e donne da raggiungersi progressivamente, li passaggio da 60 a 65 anni (previsto per il 1999 o il 2000) è però lasciato ad un'apposita delega che il governo potrà utilizzare entro 36 mesi dall'approvazione della riforma. Inoltre, sarà introdotta una nuova norma (apprezzata dai sindacati) che consentirà a chi abbia 35 anni di contributi e 55 anni di età, di lavorare fino a 65 anni col sistema del part-time. Retribuzione. Resta confermata la disposizione vigente che prevede per il calcolo della pensione la media degli ultimi cinque anni di paga. Cumulo. Tutti i redditi da lavoro autonomo e professionale vengono esclusi dal divieto di cumulo retribuzione-pensione. Il cumulo viene comunque ammesso fino ad un importo pari a due volte il trattamento minimo (circa 800 mila lire). Scala mobile. La percentuale del 75 per cento delle variazioni periodiche sarà riferita non solo al costo della vita, ma anche alla dinamica salariale. Assistenza. Sarà elevato da 12 mila a 100 mila lire mensili il contributo dello Stato versato all'Inps per ogni pensione. Inoltre lo Stato si accollerà le spese per la cassa integrazione straordinaria, le pensioni sociali, i fondi agricoli e per i rimpatriati dalla Libia. Gestioni autonome. Il governo avrà una delega per stabilire entro un certo periodo quali categorie manterranno l'autonomia e quali no. Attualmente godono di gestioni autonome magistrati, dirigenti di azienda, medici, forze dell'ordine, giornalisti e piloti. Previdenza integrativa. Viene favorita la costituzione «su base volontaria» di trattamenti integrativi gestiti da appositi organi o dalle società assicurative. La pensione integrativa non potrà essere erogata prima di quella obbligatoria. E' prevista anche una detrazione fiscale per i contributi versati. Emilio Pucci

Persone citate: De Michelis, Gerolamo Pellicano, Gianni De Micheli

Luoghi citati: Libia, Roma