Gli annidi piombo della Francia

Gli annidi piombo della Francia Sette anni di attentati con la firma «Action directe»: dall'agguato solitario alle stragi Gli annidi piombo della Francia L'atto di nascita di «Ad» risale al luglio '79, i capi storici sono Jean-Marc Rouillan e Nathalie Ménigon - Alle azioni dimostrative seguono i colpi coordinati con le Br e la Raf tedesca - L'amnistia (un errore della gauche) rilancia .'euroterrorismo e «l'attacco al cuore dello Stato» JADI/--T TT1» »»- 11 Jt -m m - PARIGI — E' l'alba del 15 settembre 1979: un'esplosione scuote 11 quartiere più sorvegliato e tranquillo di Pari- I gi. Una bomba scoppia di fronte al ministero del Lavoro, in rue de Grenelle, a due passi dal Parlamento, da altri ministeri, da decine di ambasciate (compresa quella d'Italia) e dalla residenza del primo ministro. Non ci sono feriti, anche i danni sono modesti. Sul muro, i terroristi lasciano per la prima volta una sigla — A.D. — e una stella a cinque punte che sembra la copia di quella delle Brigate rosse italiane. Il ' giorno dopo arriva anche il primo volantino: frasi-slogan contro lo «Stato borghese as- ' servito alle multinazionali-. Action directe compare cosi sulla scena francese. Senza suscitare troppo allarme. La gente, e la polizia, non danno peso al pétard della rue de Grenelle: il ricordo delle bombe dell'Fln e dell'Oas è altra cosa, ma la guerra d'Algeria è lontana. E la Francia , del '79, in Europa, sembra . un'isola felice. In Italia le Br hanno rapito e ucciso Aldo Moro un anno prima; in Germania la Raf colpisce ormai da sei anni e, nel '77, ha assassinato il presidente degli industriali Hans Martin Schleyer; la Spagna è sconvolta dagli attentati del separatisti baschi dell'Età. Action directe viene considerata un sottoprodotto importato, la «coda della cometa» terrori sta. Oggi, dopo l'uccisione di Georges Besse oltre a quelle di cinque agenti di polizia, di ■ un generale dell'Armée e di uno della Gendarmeria, dopo centinaia di bombe e di agguati (alcuni falliti, come quello contro il vicepresidente della Confindustria, Guy Brana), Action directe è diventata il nemico pubblico numero uno. Il governo discute sull'istituzione di 'taglie», vara leggi sui pentiti . indaga sui collegamenti internazionali. Riconosce ritardi, errori di valutazione, molti ne rimprovera alla «mollezza* dei cinque anni di potere socialista. Riapre dossier poi verosi, insegue uomini che - tutti conoscono ma che nes suno riesce a catturare. E che hanno ripreso a uccidere dopo la breve eclissi imposta dell'esplosione del terrorismo mediorientale in Francia. Ma chi sono questi terroristi di Action directe? Se il primo attentato è del settembre '79, l'atto di nascita del gruppo è del luglio dello stesso anno. In un appartamento della rue Titon, dietro piazza della Bastiglia, si riuniscono dieci giovani attorno a quelli che diventeranno i due capi storici. Una coppia: lui, Jean-Marc Rouillan, 27 anni, è un •Internazionalista» sfuggito per miracolo alla garrota In Spagna: lei, Nathalie Ménigon, 22 anni, è un'ex impiegata di banca espulsa dal sindacato per le sue idee estremiste. Gli altri sono gli ultimi «duri» di gruppuscoli ormai dispersi come 1 «Napap» (Nuclei armati per l'autonomia popolare), o 11 «Garl» (Gruppo d'azione rivoluzionaria internazionale). E' la nebulosa del terrorismo francese che si allea, fondendo le due tendenze di sempre: quella «interna» (au tonomo-operaista) e quella che guarda all'euroterrorismo. Della riunione di rue Titon esistono rapporti quasi ufficiali perché Action directe, prima della totale clandestinità di oggi, ha vissuto almeno due fasi sorprendenti nella sua storia. Una semi-clandestina, un'altra addirittura alla luce del sole: tra l'amnistia che Mitterrand concesse dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali del maggio '81 e il decreto del 18 agosto '82 che mise fuori legge 11 gruppo. Un anno di quasi-legalità con Jean-Marc Rouillan e Nathalie Ménigon che concedevano interviste, trattavano con gli ispettori di polizia, progettavano comitati di quartiere nel quali Invitavano politici della sinistra. Da parte del governo di allora, un tentati¬ vo (fallito e molto criticato) di riassorbire l'esplosione terrorista. Da parte di Action directe, una tregua tattica spezzata con nuovi attentati. Il primo periodo, quello della seml-clandestinltà, è segnato da azioni «dimostrative». Dopo la bomba contro 11 ministero del Lavoro, attentati contro 1 ministeri dei Trasporti, della Sanità, contro l'EcoIe Militaire o 11 «Gign» (Gruppo d'intervento della Gendarmeria nazionale). Tutti senza vittime. Ma Jean-Marc Rouillan cerca già di allacciare contatti con le Br Italiane e la Raf tedesca per costruire una vera rete terrorista. Del resto, è lui 1' «internazionalista». Aveva cominciato il suo viaggio nel terrorismo In Spagna, affiancando 1 gruppi antl-franchisti. E in Spagna era stato anche arrestato e condannato a morte assieme con Salvador Puig Antich, che finirà alla garrota. Rouillan, dopo tre anni di carcere (dal '72 al '75), era stato, invece, rimesso In libertà ed era rientrato In Francia. Ma non aveva Interrotto 1 vecchi legami. Cosi, a cavallo del '79 e dell'80, con la neonata Action directe alle spalle, aveva ripreso i contatti con le grandi centrali del terrore. E* una di queste operazioni che, nel settembre deU'80, sembra decretare la fine del gruppo. Un libanese, Gabriel Chahlne, propone a Rouillan Il «colpo del secolo»: far saltare in aria la diga di Assuan, in Egitto, per conto dei palestinesi avversari di Sadat. Ricompensa: 100 milioni di dollari. «Cervello» dell'attentato: Carlos, la primula rossa del terrorismo mondiale. Ma è un'invenzione, una trappo¬ la della polizia francese preoccupata dalla crescita di Action directe. Al falso appuntamento con Carlos, Il 13 settembre nella rue Pergolese, Jean-Marc Rouillan si presenta accompagnato da Nathalie Ménigon. Ci sono decine di agenti: 1 due capi di A.D. sono catturati. Resteranno in prigione, nel super-carcere di Fleury Mérogis, meno di un anno. Nel maggio dell'81, 11 socialista Francois Mitterrand è eletto presidente della Repubblica: c'è la tradizionale amnistia per migliaia di dete- nuti. Si discute se estenderla anche a Rouillan e alla Ménigon: In fondo, ì reati che hanno collezionato non sono gravi (l'accusa formale è detenzione di armi) e l'Illusione di esorcizzare il terrorismo è forte. Per di più, attraverso i loro avvocati, 1 due capi di Action directe promettono la «resa» del gruppo. Comincia cosi il secondo periodo: la semi-libertà d'azione, le Interviste, le foto ai tavoli del bistrot parigini, i comitati di quartiere negli sterminati «Hlm., le case popolari della periferia. Sembra una tregua (e un successo per gli ottimisti): è invece la preparazione del «salto di qualità» di Action directe. Arrivano le nuove leve, reclutate anche tra gli Immigrati che popolano gli «Hlm», si infittiscono i contatti con Brigate rosse, Raf e Ccc (le Cellule comuniste combattenti belghe). Compaiono i «professionisti», scovati fuori Parigi (A.D. era rimasta a lungo un movimento ristretto alla capitale). Tra questi c'è anche il terzo leader del gruppo: Max Frérot, di Lione. Una specie di «Rambo- di Action directe, ex paracadutista del reggi mento di Fanteria di Marina di Bayonne (i marines francesi). Grande esperto di esplosi vi, di tecniche anti-guerriglia e di assalto, come testimonia no le note dei suol ex supe riori militari. Ed è Max Frérot (ancora oggi in clan destinità con Rouillan e la Ménigon) il principale so spetto per l'attentato del 10 luglio scorso contro gli uffici della polizia a Parigi, uno dei più micidiali (un morto e ven ti feriti). Una bomba di dieci chili di esplosivo depositata in pieno giorno, con tecnica da commandos, al quarto piano di un palazzo sorvegliato da decine di agenti. E' la terza fase di Action di¬ recte. Il segnale era arrivato già nell'aprile dell'82: il libanese Gabriel Chahlne, che aveva «venduto» Rouillan e la Ménigon, è assassinato. Il governo della gauche si pente del suo errore: 1118 agosto '82 il gruppo è dichiarato fuori legge, cominciano gli arresti. Ma i capi sono al sicuro, In Belgio e In Olanda. I «soldati, hanno le loro coperture Insospettabili: quasi tutti gli attentati, tra l'altro, vengono compiuti nelle notti del fine settimana tanto che la polizia francese parla di «terroristi del week-end» che negli altri giorni lavorano senza creare sospetti. Anche l'agguato più clamoroso avviene un sabato sera. E' l'uccisione del generale René Audran, capo della divisione armamenti dei ministero della Difesa: l'uomo che controlla tutte le vendite di armi francesi all'estero. Audran è assassinato nel gennaio dell'85 a Parigi. E 11 volantino che arriva puntualmente è firmato da Action directe e della Raf tedesca. Il patto d'azione era maturato nell'84. Ma anche prima di allora gli attentati erano diventati sanguinosi e legati agli altri filoni del terrorismo europeo. Quello italiano, per esempio. Nell'ottobre dell'83, durante un «esproprio proletario» contro una banca della capitale, è ucciso dalla polizia CL-o Rizzato, ex militante di Prima Linea passato nei ranghi del gruppo francese. E nel maggio dello stesso anno altri due italiani (Franco Fiorina e Gloria Argano) partecipano ad una sparatoria nella quale vengono uccisi due poliziotti. Il passaggio di Action directe nell'euroterrorismo è compiuto. La Francia che si era ritenuta al sicuro, che aveva guardato con sospetto, e con superiorità, ai suoi vicini italiani, tedeschi e spagnoli, adesso parla di «attacco al cuore dello Stato-. Il nuovo ministro degli Interni, Charles Pasqua, promette il pugno di ferro, contesta il tradizionale principio della «terra d'asilo» aperta a tutti gli esuli politici, veri e fasulli. E forse rischia di commettere altri errori. Enrico g,nger