Novak: «A Torino colpiremo in contropiede»

Novak: «A Torino colpiremo in contropiede» L'allenatore del Beveren non conosce la squadra granata ma bene il calcio italiano Novak: «A Torino colpiremo in contropiede» Il tecnico cecoslovacco domenica a Brescia - I suoi praticano la zona, contro Junior e Dossena però pensa alla difesa a uomo DAL NOSTRO INVIATO BEVEREN — Ladislaw Novak ha occhi freddi e faccia da duro. Giocava terzino, ai bei tempi, e doveva essere un tipo da girarci alla larga. Novak ha disputato 75 partite con la nazionale cecoslovacca ed è stato 71 volte capitano, un record. Ha vinto 8 scudetti con il Dukla ed è arrivato secondo dietro il Brasile ai mondiali del Cile. In Belgio ha allenato il Lokeren, l'Anversa, il Beerschot, il St. Nicholas e adesso il Beveren. Otto anni e sèmpre nelle Fiandre, con una parentesi di 5 stagioni al Dukla Praga, esperienza e serietà: dicono i giocatori che con Novak non si scherza, si lavora soltanto. «Il mio obiettivo è di abbi nare fantasia e rigore tattico», ci ìm detto Novak con un vago sorriso. Brusco ma gentile si è concesso pure un ricordo. «Conosco bene Boniperti. siamo stati avversari nel '53: eravamo i due capitani e noi perdemmo 3-0». Fu a Genova, il 13 dicembre, ma 6 mesi prima la Cecoslovacchia vinse a Praga per 2-0: Novak aveva 22 anni ed era già capitano, segno di personalità «Sono venuto in Belgio, e ci sono ritornato, perché è più facile e bello lavorare: i giocatori qui hanno più disciplina tattica, sanno stare in campo ». Ladislaw Novak è arrivato a Beveren quest'anno al posto di Rik Pauwels. La società è sana, attenta ai bilanci, e la squadra è amata per la sua attitudine alla lotta. Dicono che nella partita di ritorno con il Torino le Fiandre intere verranno a tifare per il Beveren, non solo gli abitanti di questa piccola città alle porte di Anversa: farà molto caldo, nello stadio con gli spalti a picco sul campo che può ospitare 21 mila persone, e sarà questa l'arma in più nelle mani di Ladislaw Novak «Noi andremo a Torino per vincere, non per incassare pochi gol: e poi nel ritorno Novak in verità non conosce il Torino, cosi ci ha detto O almeno così ci ha detto in francese l'interprete, visto che il tecnico parla solo il fiammingo. «Domenica sarò a Brescia. Sono curioso di studiare il Torino, come credo fosse curioso Radice di stu diare il Beveren. Poi vedrò di mettere a punto la tattica Non escludo qualche soluzio ne speciale». A Waregem, sa bato sera, il Beveren ha applicato la zona in difesa. Però dopo una mezz'ora Patrick Gorez, che sta a centrocampo, è andato a marcare a uomo adprcritiJ Veyt, il più pericoloso degli avversari. E' forse questa l'idea di Ladislaw Novak? «Dipende. Certo che un giocatore come Platini deve essere controllato a uomo, ed il Torino ha Junior e Dossena: fortuna per noi che non ci sarà anche Kieft». C'era un pallido sole, ieri a Beveren, e Novak era contento perché il Beveren ha vinto in trasferta ed il presidente Jan Van Ussel gli ha regalato una punta per sostituire linfófJtytyfttQ | SQhmedding. Si tratta dall'islandese Otiti Torfàs'òtiSèi anni, del Fram di Reykjavik. Torfason in ogni caso non potrà giocare in Coppa contro il Torino, questione di tempi e di regolamenti Uefa. «Non conosco il Torino,» però conosco bene le caratteristiche del calcio italiano: buona tecnica individuale, dinamismo, organizzazione difensiva e contropiede». E Novak ha sorriso quando gli abbiamo chiesto se il suo Beveren, tutto sommato, non rifletta un poco questo tipo di calcio. «SI, devo ammettere che la nostra maniera deportare il contropiede è(' abtìàstanza simile alla •ve» stf'à"». Gli è sfuggito un piccolo se greto anche se in realtà, vedendo il Beveren a Waregem, abbiamo avuto l'impressione che i prossimi avversari del Toro siano davvero molto pericolosi nella manovra di rimessa. Dave Fairclough, rosso inglese di Liverpool, ci ha confermato l'impressione in campo e a parole. «In Inghilterra non mi divertivo. Dovevo sempre aspettare il pallone lungo o lottare per conquistarlo. Nel Beveren la manovra è corale ed il centrocampo aiuta^ cpstantemente ^puhteJ'-^.'T^ntf'noh ;ho mai giocato, però di' recente ho visto i granata in tivù con¬ tro l'Avellino e mi sono piaciuti. Bravi Junior e Dossena, bravissimo Kieft: una fortuna che l'olandese non giochi». Dave Fairclough ha 29 anni e proviene dall'Old Ham, squadra di seconda divisione di Manchester. E' la stella del Beveren insieme a Tlieunis, Kusto e Gorez, il quale ultimo parla un ottimo italiano dal momento che italiana è la moglie e italiano il suocero, importatore dì vini piemonte$'1 /JOt.tKaliro, e Gorez ai ■ ha cffateSÓft0 cfte gli Riacerebb.e approfittare del viaggio a Torino per visitare qualche can¬ tina famosa. Fairclough, prima dell'Old Ham, ha giocato 2 anni nel Lucerna e prima ancora ha indossato per 5 stagioni la maglia del Liverpool segnando in tutto una settantina di gol. «Nell'ultimo turno di Coppa abbiamo eliminato l'Atletico di Bilbao, una squadra che per carattere e tecnica assomiglia molto al Torino: penso che per noi sia stato un buon allenamento». L'ha detto scherzando e ci ha dato appuntamento a Torino: \sorrideva. ma' anchétógsuoi oc|o/ii come quelli di TvSttfc erano freddi e duri. Carlo Coscia