La Lunga Marcia del Sovrano rosso

La Lunga Marcia del Sovrano rosso Kim II Sung dalla lotta anti-giapponese al tentativo di costruire una «monarchia comunista» La Lunga Marcia del Sovrano rosso D despota nordcoreano ha condotto un abile minuetto tra i due ingombranti protettori, Cina e Urss - Uno sfrenato culto della personalità che attingeva al marxismo e alla tradizione confuciana - Dieci Mig, ultimo regalo di Mosca al Delfino DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Kim II Sung era tra i pochissimi sopravvissuti di una foto di gruppo del 1957, scattata a Mosca per celebrare 11 40.mo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. Oggi sembra scomparso anche lui, dicono per morte violenta. Nel gruppo c'erano proprio tutti quelli che allora contavano: Mao, Krusciov, Togliatti, Ho Chi Mlnh, Deng Xiao-ping, Suslov, Brezhnev, Jacques Duclos, Ekaterlna Pursteva, per un breve periodo ministro della Cultura dell'Urss. Il coreano Kim n Sung aveva allora soltanto 45 anni, nella foto è proprio alle spalle della Pursteva e sorride, sembra l'unico contento della compagnia: logico, non ha soltanto il futuro davanti a sè ma anche il passato, un passato quale nemmeno Stalin e nemmeno Mao sono mai riusciti a farsi costruire. Allora, nel 1957, doveva ancora costruire la sua «immagine», come si direbbe oggi. Eppure, tutto sommato, fino a quel giorno la sua era stata una storia di successo, anzi, di grande successo. Tra Kim Il Sung, insediato al potere nel nord della penisola coreana da un esercito di occupazione, e Slnghman Ehee che a sud del 38.mo, parallelo governava per grazia di un altro esercito di occupazione, non c'era poi tanta differenza. La guerra di Corea, primo conflitto «delimitato» che aveva però fatto tremare gli equilibri appena raggiunti dopo la catastrofe della Seconda guerra mondiale, martoriando per tre anni, dal 1950 al 1953, un Paese che si era appena riscattato da quarantanni di dominazione co- loniale giapponese, si era conclusa con una tregua che ancora oggi dura: aveva bisogno di eroi vivi da proporre per controbilanciare il peso dei morti. Ebbene, la Corea del Nord, chissà se su ispirazione cinese o su ispirazione sovietica, oppure attingendo autonomamente dal tesoro delle leggende lenin-stalinlste, con riferimenti alle agiografie dei «santi», eroi-civilizzatori confuciani, ha avuto mano più felice, o almeno più pesante, di. .quella deli (Sud, e Kim 11 Sung ha retto'per quasi quarantanni, costruendo.il -culto della propria personalità, impresa a cui si è dedicato soprattutto negli ultimi venti anni. In realtà ancora intorno al 1960, in una scelta ipotetica tra Corea del Nord e Corea del Sud, sarebbe stato onesto essere in imbarazzo: perché privilegiare la brutalità imprevista di Rhee, ri spetto alla dichiarata e con seguente dittatura di Kim? Dal punto di vista economico c'erano poi pochi dubbi: la Corea del Sud ristagnava quella del Nord era impegna¬ ta nella ricostruzione e nello sforzo dell'industrializzazione. Propaganda? No, realtà. Oggi 11 panorama è del tutto rovesciato perche la realtà è cambiata; ma Kim II Sung probabilmente non se ne è accorto, o non ha voluto tenerne conto. L'unica realtà mutevole, e quindi da modificare con interventi attivi, era per lui la storia: fosse stato Stalin, fosse stato Mao, ovvero il leader di un Paese grande, popoloso e importante nella politica Internazionale, forse il. suo «mito delle orisi-, hi» si sarebbe divulgato "oltre lairontiera della corea qei Nord, un Paese che è davvero il «regno eremita», come si chiamava un tempo l'Intera Corea, sarebbe diventato «epopea». Dopo il 1950, la Corea del Nord «eremita» lo è diventata per necessità di cose, chiusa a nord dalla cortina di bambù cinese e dalla cortina di ferro sovietica, a sud dalla cortina di fuoco del 38.mo parallelo. La statura di Kim è cresciuta, si è rivelato negli anni un abile manovratore diplomatico che ha saputo te¬ nere sulla corda i suoi due grandi protettori e garanti, Cina e Unione Sovietica: ma più si sentiva bravo nel «minuetto», (perché l'indipendenza può anche essere un minuetto quando si è per condizioni geo-politiche un •cuscinetto»), più si esaltava e più storie risibili per alimentare il suo culto della personalità amava gli venissero raccontate. Le vogliamo ripetere? Soltanto qualcuna, tanto per dare l'idea: nel 1925. a tredici anni, Kim II Sung «-.intraprese la lunga marcia di diecimila miglia pèr'taltoèra&lffieìlaéWnàVe*, conclusasi nel 1945. La data «1925» sta incisa a fianco dell'altra data, «1945», (data questa davvero storica per quanto riguarda la Corea) su uno dei pilastri di granito dell'Arco di Trionfo che sorge a Pyongyang, eretto nel 1982 per commemorare il settantesimo compleanno di Kim. Inutile dire che questo Arco di Trionfo è molto più monumentale di quello di Parigi, di cui è una copia. Ancora un'altra storia: Kim II Sung non è un comu¬ ne mortale. In tutto e per tutto è il nuovo Tankun, 11 mitico fondatore della nazione coreana, nato secondo la leggenda sul Monte Paekdu, la cima più alta della penisola. Ebbene, proprio su questa stessa montagna, negli Anni Trenta Kim dirigeva la guerriglia contro gli invasori giapponesi, come raccontano i libri di testo delle scuole e sa ogni nord-coreano (anche se non possiamo accertare se 10 crede veramente). Ma non basta: proprio nel fitto ..della foresta che copra le pendici di quel monte tìaTcfb-1n"acqùé," in una "gèlida mattina del febbraio del 1942, 11 figlio e l'erede designato di Kim II Sung, Kim Jong II. .11 suo primo possente vagito risuonò tra il silenzio delle nevi del Monte Paekdu come un appello alla lotta per la liberazione del popolo coreano'-. cosi recitano 1 libri di testo per le scuole di un Paese dove non c'è analfabetismo, è vero, ma dove si leggono brani di questo genere. La verità è un'altra, certamente, ma che importa? Kim II Sung ha imposto, o tentato di imporre al venti milioni di coreani suoi sudditi, l'accettazione del principio della monarchia ereditarla: lui è chiamato il .nostro Grande Leader: suo figlio 11 .nostro Caro Leader: Cosi venti milioni di nord coreani li hanno sempre designati, in pubblico e in privato, almeno fino a ieri: venti milioni di persone con l'Imma ginetta del Padre appuntata al petto, un distintivo da pochi soldi, mentre ai delegati dei Paesi stranieri, amici si intende, che andavano in visita a Pyongyang, Kim II Sung usava fare omaggio di un Rolex da polso tutto d'oro, svizzero autentico. Ma sulla cassa era Inciso 11 suo profilo, molto discretamente: si poteva esibirlo a richiesta o tenerlo celato. -E' un culto della personalità, che costa molto caro», commmentava meno di una settimana fa a Seul un diplomatico occidentale; non alludeva soltanto ai Rolex d'oro, minima cosa, ma al «grandi edifici monumentali» di Pyongyang, alle colossali statue marmoree di Kim II Sung, sempre raffigurato con il braccio destro teso in avanti, a indicare il futuro luminoso, un'iconografia purtroppo già vista e prediletta dal «socialismo reale». Forse è vero che nella Còrèa del Nord il socialismo non è reale, ma piuttosto fiabesco: il Sovrano, Padre del Popolo, basandosi sul Juche, l'Apriti Sesamo della Corea comunista, cioè l'auto-sufficienza, — ideologia vaga che In pratica ha sostituito qualsiasi altra formulazione di matrice marxista — prende tutte le decisioni, al punto che non si fida di nessuno se non del «sangue del proprio sangue», suo figlio, 11 quale «sin dal primo vagito...». A quarantaquattro anni compiuti il figlio non ha ancora d,atO prova di particolari talenti: e pettinato con molta ricercatezza, ama calzare stivaletti alla cowboy, pare che si Interessi soprattutto del lancio promozionale delle troupe di acrobati e trapezisti coreani che hanno fama di essere i migliori del mondo. Forse ora è già stato posto agli arresti. Ad ogni modo dalla «Fata Sovietica» il Delfino aveva ricevuto per i suoi 43 anni un bel regalo, 10 Mig23, destando cosi le Ire della «Fata Cinese» che pare gli abbia lanciato una tremenda, segreta maledizione, forse proprio ieri avveratasi. Renata Pisa ta nella ricostruzione e nello nere sulla od i ui d tl I ttto e per tut