La politica tra le ballerine di Gianfranco Piazzesi

La politica tra le ballerine Caso Grillo e Volonté: sbagliati i programmi La politica tra le ballerine Nell'invitare Gian Maria Volonté a «Domenica in» Raffaella Carrà forse non sapeva che l'ultimo film dell'illustre attore era tratto da un libro sulla morte di Moro che già aveva suscitato le furibonde reazioni della democrazia cristiana. Di questo non trascurabile particolare era invece consapevole il capo struttura Brando Giordani, a cui spetta la responsabilità della popolare trasmissione. Con significativa prontezza. Giordani ha bloccato l'invito. Questa decisione, a suo dire, è dettata soltanto dallo stato di necessità, e non va in alcun modo ritenuta un intervento censorio, dovuto a pressioni esterne. Per Giordani la tragica fine di Moro è una questione troppo grave e complessa per essere discussa in un programma di evasione. E il quarto d'ora assegnato a Volonté non era certo sufficiente per consentire all'attore di esporre le sue ragioni e concedere a qualcun altro la possibilità di confutarle. Nell'invitare Beppe Grillo a «Fantastico», il presentatore Pippo Baudo era convinto che il comico genovese si sarebbe attenuto al copione, invece di recitare a soggetto prendendo di mira un singolo democristiano (il ministro Antonio Gava) e il partito socialista nella sua piena collegialità. Superata l'iniziale sorpresa, Baudo si è affrettato a prendere le distanze. Giordani e Baudo in questa occasione hanno mostrato senso di responsabilità e prontezza di riflessi. li primo ha giocato di anticipo, prevenendo un probabile intervento della de, oppure si è preso soltanto sulle sue spalle una responsabilità che non era solo sua. In ambedue i casi, i democristiani debbono essergli grati. Con altrettanta abilità, Baudo ha cercato di non lasciarsi coinvolgere nella «provocazione» del comico. Se, per malinteso senso dell'ospitalità, Baudo avesse fatto finta di niente, si sarebbe attirato i peggiori sospetti. Due ottimi professionisti non bastano tuttavia a chiudere due casi dai risvolti inquietanti. Nel giusto tentativo di distinguere tra l'inopportunità di una presenza e un ingiustificabile intervento censorio. Giordani ha risolto il problema ma ne ha aperto un altro. Giordani ha detto che «Domenica in» non è la trasmissione più adatta per parlare sulla morte di Moro e che un quarto d'ora non basta a sviscerare una questione tanto complessa. Ma che cosa risponderà la Rai se a questo punto gli autori del film chiederanno un dibattito più approfondito, sia pure in un'altra trasmissione? Nel tentativo di prendere le distanze, Baudo a sua volta ha forse passato il segno. Gianfranco Piazzesi (Continua a pagina 2 in quarta colonna)